Palestina

8 luglio 2004
PENGON - Campagna contro il muro dell'apartheid, sezione europea

La corte internazionale di giustizia emetterà il suo parere consultivo il giorno 9 luglio, e la campagna palestinese contro il muro dell'apartheid vi sollecita a manifestare a sostegno delle dimostrazioni che avranno luogo in Palestina e a sottolineare l'importanza di questa data conferendole appieno tutto il suo significato politico.

Per favore, informateci delle azioni che intendete realizzare in modo da rendere più facile il coordinamento.

Abbasso il Muro dell'Apartheid!
Palestina libera!

Maren Karlitzky

(PENGON - Campagna contro il muro dell'apartheid, sezione europea)
europe@stopthewall.org
http://www.stopthewall.org
telefono: +39.3473479329

9 e 10 luglio: Giornate dell'azione «Vogliamo giustizia per la Palestina, ora!»

Ci sono voluti più di cinquant'anni di spietata oppressione e la costruzione di un orribile muro per portare davanti alla corte internazionale dell'Aja un solo, singolo crimine di Israele. La nascita dello stato, nel 1948, significò la distruzione di più di 400 villaggi palestinesi, dozzine di massacri di palestinesi ad opera delle forze armate israeliane e la distruzione e il furto di grandi estensioni di terra. L'occupazione, nel 1967, di ciò che rimaneva della Palestina storica fu una palese e devastante ingiustizia, come anche l'illegale annessione del cuore stesso della Palestina - Gerusalemme. Con i loro 5 milioni circa di profughi, i palestinesi stanno diventando il popolo più profugo del mondo, mentre quasi la metà della popolazione palestinese maschile è passata dalle carceri israeliane. A dispetto di tutto ciò, la comunità internazionale è rimasta sostanzialmente inerte davanti a queste flagranti violazioni dei diritti umani e della legge internazionale, non ha fatto alcuna sostanziale resistenza e non ha chiesto conto allo stato di Israele. Oggi, il muro dell'apartheid riassume tutti i crimini dell'occupazione israeliana condensandoli in un unico progetto.

Questo muro condannerà un'intera popolazione alla detenzione in una sorta di prigioni all'aria aperta, impedendo la libera circolazione delle persone e soffocando ogni forma di economia produttiva:

  • il muro minaccia le condizioni di vita e l'esistenza di più di 300.000 palestinesi che ne risulteranno separati dai loro campi, risorse, famiglie, scuole, centri di salute e mezzi di sussistenza, imponendo condizioni tali da costringere la popolazione locale ad abbandonare città e villaggi e ad incorporarsi al numero sempre crescente dei profughi;
  • il muro confisca illegalmente campi, preziose falde acquifere sotterranee e altre risorse fondamentali;
  • il muro costituisce chiaramente la continuazione della politica di apartheid razzista perseguita da Israele con l'annessione di terre, lo spossessamento e l'espulsione della popolazione palestinese;
  • il muro cancellerà qualsiasi prospettiva viabile per una soluzione che comporti due stati per due popoli, e rinchiuderà i palestinesi in ghetti o bantustan sparpagliati per tutta la Palestina storica, imponendo un sistema di apartheid su vasta scala.

Fin dall'inizio della costruzione del muro, nel giugno 2002, i palestinesi hanno protestato contro questa misura e organizzazioni internazionali hanno ripetutamente sottolineato i molti modi in cui questo muro viola la normativa sui diritti umani e il diritto umanitario internazionale. Nell'ottobre 2003 l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato la risoluzione ES 10/13 che imponeva a Israele di interrompere la costruzione del muro e di demolire i tratti già edificati entro un mese. Israele si è rifiutato di obbedire alla risoluzione, così come ha fatto con tutte le altre risoluzioni Onu riguardanti i diritti del popolo palestinese. Ciononostante le continue pressioni palestinese, sostenute dalla censura internazionale, l'8 dicembre 2003 hanno spinto l'assemblea generale delle Nazioni Unite a votare un'altra risoluzione nella quale si chiedeva alla corte internazionale di giustizia dell'Aja di proferire un parere consultivo sulla «legalità» del muro. E sempre all'Aja si sono tenute le audizioni preliminari, nel mese di febbraio del 2004. Il 9 luglio, alle ore 15.00, questo parere consultivo verrà reso pubblico.
L'importanza dei pareri della corte internazionale è notoria. Un suo parere positivo potrebbe essere determinante. Nel 1971, quando la corte internazionale emise un parere negativo sull'occupazione della Namibia da parte del Sudafrica, la comunità internazionale impose sanzioni allo stato dell'apartheid. Il conseguente isolamento internazionale, le sanzioni economiche e le pressioni diplomatiche furono di sostegno al movimento anti-apartheid sudafricano nella sua lotta contro un regime razzista e colonialista, e contribuirono a mettere fine all'apartheid in Sudafrica.
L'emissione di un parere consultivo della corte internazionale dell'Aja è non solo un'occasione importante per valutare quando la comunità internazionale sia pronta ad assumersi qualche responsabilità nei confronti della situazione palestinese, ma è anche il momento opportuno per far conoscere al mondo i devastanti effetti della costruzione del muro e le motivazioni razziste e colonialiste che vi stanno dietro, e per avviare nuove attività tese alla distruzione del muro stesso. Dobbiamo impegnarci sempre di più in uno sforzo determinato, coordinato e guidato dai palestinesi stessi per vedere nell'abbattimento del muro il primo passo per mettere fine all'occupazione e all'apartheid voluti da Israele.
Il 9 luglio è quindi una data cruciale, e le implicazioni politiche della decisione della corte internazionale - qualsiasi ne sarà il contenuto - potrebbero aiutarci a far risuonare forte e chiara la voce dei palestinesi presso l'opinione pubblica mondiale.
La comunità internazionale ha la responsabilità di prendere in considerazione le conseguenze non solo legali, ma anche politiche di un'eventuale pronunciamento della corte internazionale. Facciamo appello a tutti coloro che hanno a cuore la pace e a tutti gli amici della Palestina perché si mobilitino in solidarietà alla nostra lotta contro il muro dell'apartheid e l'occupazione israeliana.
La capillare campagna palestinese contro il muro dell'apartheid chiede azioni immediate - che le nazioni sanzionino e boicottino il regime dell'apartheid israeliano fino alla caduta del muro, e finché Israele non si sottometterà al diritto internazionale e alle risoluzioni dell'Onu.

ORGANIZZIAMO GIORNATE DI MOBILITAZIONE IL 9 E IL 10 LUGLIO

Portiamo nelle piazze e facciamo ascoltare la voce delle comunità palestinesi danneggiate che resistono al muro e della campagna palestinese contro il muro dell'apartheid:

  • abbattere il muro dell'apartheid!
  • stop all'occupazione!
  • sanzioniamo e boicottiamo il regime dell'apartheid in Israele!
  • giustizia per la Palestina!

Vi sollecitiamo a sostenere i nostri sforzi e a far udire la nostra voce: scendete in strada, organizzate iniziative di protesta e di controinformazione.
Distribuite i nostri materiali stampa; utilizzate i media indipendenti, quelli di pressione e anche i media principali del vostro paese per dare la massima diffusione al parere della corte internazionale riportando anche il punto di vista dei palestinesi, i dati sulla costruzione del muro, la resistenza dei palestinesi contro lo stesso e la solidarietà internazionale con la loro lotta.

Grazie per il vostro sostegno!

Palestinian Grassroots Anti-Apartheid Wall Campaign

www.stopthewall.org

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