Catena di Sanlibero

Catena di SanLibero n. 202

27 ottobre 2003
Riccardo Orioles (Giornalista antimafia)


< Termina qui la lotta al potere mafioso per questa generazione.
Abbiamo ottenuto dei risultati: Sindona, i cugini Salvo, i cavalieri
catanesi. Siamo stati sconfitti su tutto il resto. Queste vittorie
parziali ci consentono tuttavia di guadagnare del tempo, di allontanare
di qualche anno il pieno radicamento del sistema. L'esito finale e'
comunque, probabilmente, quello russo: marginalizzazione dei meccanismi
democratici, istituzionalizzazione dei poteri di fatto, pubblica
assunzione dei poteri da parte delle yakuza.
Le lotte di questi quindici anni - Borsellino, Falcone, la primavera di
Palermo, Robertino Antiochia, i Siciliani, Chinnici, i giudici
ragazzini morti e vivi - sono servite semplicemente ad allontanare di
alcuni anni questo esito. Che e' tuttavia il piu' realistico, nel giro
di alcuni anni. La componente Berlusconi e' stata ormai pacificamente
accolta, a livello tanto istituzionale quanto culturale, nel sistema
politico italiano. Ora, ci sono dei problemi tecnici - come trapassare
stabilmente da D'Annunzio-Salandra a Mussolini? come far convivere il
vecchio Senato del Regno con la moderna Camera dei Fasci e delle
Corporazioni? - ma sono problemi tecnici, per l'appunto.
Da siciliani, non riusciamo a respingere un qualche (inutile) orgoglio
per il fatto che stavolta, a differenza degli anni Sessanta, non e'
stata la Sicilia a cedere, ma il rimanente del Paese. Cosi' anche
potremmo credere (con lo stesso irrazionale campanilismo) che questa
piccola terra, da tanti apparentemente inutili dolori, sortisca almeno
- e se non subito, con gli anni - una diversa coscienza di se', una
mitopoiesis alimentata dalle vite versate. Ma stiamo divagando.
* * *
Siamo stati, cosi' hanno detto, una sinistra giacobina. La verita' e'
che lo siamo stati per troppo poco tempo e troppo poco. Siamo stati
sconfitti perche', avendo appena sfiorato il "giacobinismo" (la
democrazia di massa, la liberta', la coincidenza fra "politica" e vita
quotidiana) siamo rapidamente rifluiti nel buon senso tradizionale -
girondino. Non ci bastava l'Ottantanove, non ci fidavamo dei citoyens:
avevamo bisogno di un Napoleone. E dunque, coerentemente, abbiamo
puntato tutto su una battaglia convenzionale. Waterloo.
I liceali palermitani dell'Ottantatre'. I giovani della Fgci di
Battiati, l'anno dopo - i primi a presentarsi, nel giorno della
battaglia, ai Siciliani. I duecento ragazzi che hanno lavorato in
Sicilia, fra l'84 e l'85, con SicilianiGiovani. Antonio che ora fa
l'operaio a Bologna, ed era una colonna del Coordinamento Antimafia di
Palermo; Fabio, che ora insegna in una qualche scuola di provincia, e
le sue inchieste sui quartieri palermitani, riprese dalla stampa
francese ma non da quella italiana. E il Cocipa, e il Centro Impastato,
e Citta' per l'Uomo, e Citta' Insieme, e i Siciliani: povere e
vittoriose armate sanculotte, guardate con degnazione dai generali
perbene.
Pochissimi, di quei giovani, sono politicamente sopravvissuti. I piu',
emarginati senz'altro dopo il novantatre'; i meno, avaramente cooptati
nella sinistra ufficiale; ma a condizione di lasciar perdere
fraternite' e liberte' e camice rosse, bardati con galloni inutili, non
piu' da baionetta ma da parata. Tenenti garibaldini, a Calatafimi e
Milazzo; colonnelli sabaudi, a Custoza.
E' allora, negli anni dell'Occasione Perduta, che la sinistra si e'
suicidata. Non c'entrano la Russia e il comunismo, e' stato un suicidio
tutto italiano. O c'entrano, se c'entrano, molto alla lontana. Nata nel
ferro e piombo della guerra mondiale, cresciuta fra le barbarie degli
anni Trenta, costretta - per sopravvivere - a svilupparsi come esercito
gerarchizzato, la sinistra italiana ha nel suo Dna la divisione fra una
base combattiva e vivace, legata alla societa' civile e spesso sua
diretta espressione, e un apparato dapprima aristocratico e poi
oligarchico, aperto nelle tattiche ma chiuso alle strategie; abile
nelle battaglie regolari ma impacciato nella guerra a largo raggio.
Questa divisione le ha permesso di sopravvivere di fronte alle
respressioni di Scelba e di Mussolini. Le ha impedito di vincere, o
anche solo di comprendere fino in fondo che cosa la societa' le
chiedesse, negli anni dell'antimafia e nel Sessantotto.
La lotta ai poteri mafiosi, quando ricomincera', dovra' affrontare
tutto questo. Il torto della mia generazione e' stato di avere rimosso
tutto questo, di aver preteso - per nostro poco coraggio intellettuale
- di lottare per la democrazia senza prima risolvere i problemi
profondi di democrazia nella nostra cultura e al nostro interno. La
prossima generazione - perche' e' solo ad essa che possiamo rivolgerci
ora - terra' conto, se vorra' vincere, di questa feroce lezione. Non
c'e' antimafia, e non c'e' sinistra, senza i liceali di Palermo. Non
c'e' antimafia, e non c'e' sinistra, con le cerimonie "unitarie" al
chiuso.
* * *
La vecchia mafia - il vecchio potere mafioso - operava in un quadro
internazionale "repubblicano", avente per referente degli stati
nazionali. L'America della guerra fredda, l'Italia con la sua appendice
meridionale, la stabilita' di forze e schieramenti i cui movimenti
erano limitati dal sostanziale stato di guerra. Adesso, e' tutto piu'
fluido e piu' veloce. L'America, come soggetto unitario, forse esiste
gia' poco; l'Italia, come ogni altra nazione del vecchio mondo, ha una
densita' politica forse superiore a quella del Belgio ma certo
inferiore a quella di una multinazionale. In questo nuovo quadro, un
potere mafioso rischia di essere gia' ora - ma molto di piu' fra
qualche anno - non piu' una patologia parassitaria, sia pur pesante, ma
proprio una delle forme fisiologiche dell'organizzazione del pianeta.
Dopo Badalamenti, Eltsin; non i corleonesi. La Sony, la Coca Cola, e
Cosa Nostra. La cultura mafiosa si smafiosizzera', ma sara' pervasiva.
* * *
Non so su che mezzo stai leggendo, in questo momento, queste righe. Al
momento in cui scrivo, non so se esse verranno pubblicate da un
giornale, e da quale, o se le diffondero' tramite Internet, o se mi
stai leggendo grazie a una stampante laser a 300 dpi - o su un
volantino. Faccio il giornalista antimafia da vent'anni, e al
ventunesimo anno non sono affatto sicuro di potermi far leggere da te
con mezzi "regolari". Probabilmente, questo ha qualcosa a che fare con
le faccende di cui sopra >
* * *
Questo era il primo numero di "tanto per abbaiare", esattamente quattro
anni fa. Da allora la situazione non e' cambiata. Nemmeno noi.

Inciuci. Catania. Il "programma di riqualificazione urbana" e' vitale
per i principali costruttori cittadini - Virlinzi, Cassar, Toscano,
Sidoti, Musumeci e Fargione - nonche' per i padrini politici e
imprenditoriali delle nuove "grandi opere" locali: nuovo porto
turistico, nuovo aeroporto, cementificazione dell'ex Oasi del Simeto,
metropolitana. Esso prevede infatti finanziamenti per oltre duemila
miliardi di vecchie lire, da spalmare su tutte le imprese e gli
imprenditori sopra elencati. Per una serie di circostanze, al momento
di votare in consiglio comunale, alle quattro di notte, manca il numero
legale. Panico nella maggioranza di centro-destra. Ma non solo fra
quella, a quanto pare: dopo una breve interruzione, la seduta
ricomincia, e il numero legale stavolta c'e'. Consiglieri di destra
tirati fuori dai loro letti e mandati a votare in tutta fretta? Non
esattamente. A rientrare in gran fretta sono i consiglieri di
centrosinistra: grazie a loro il numero legale viene raggiunto e il
benefico provvedimento finalmente passa.
In citta', due settimane fa, una ragazza e' morta travolta dall'acqua
piovana giu' per la strada. Incidenti del genere si ripetono
puntualmente a ogni inizio d'autunno, dato lo stato di acquedotti e
strade (mancano i soldi per la manutenzione). Altri cittadini vengono
regolarmente uccisi attraversando la strada (mancano i soldi per le
strisce pedonali) o cascando dal motorino (mancano i soldi per colmare
le buche). Pero' i soldi per cementificare l'Oasi o per fare i
megacentri turistici, quelli ci sono. E sono soldi bipartizan, a quanto
pare. Secondo Legambiente, fra le 103 province italiane Catania si
colloca, per qualita' dello sviluppo, esattamente al novantanovesimo
posto. Ma quelli di Legambiente sono compagni all'antica. E i compagni
moderni? Quelli che votano i contributi agl'industriali insieme con la
destra.
* * *
Di Catania (che ha il primato italiano di criminalita' minorile) s'e'
parlato al convegno su minori e giustizia organizzato dalla carovana
antimafia. E' intervenuto il vecchio presidente del tribunale dei
minori, Scida': "Il monopolio dell'informazione a Catania e'
concentrato tutto nelle stesse mani. Ma il problema non e' solo
l'informazione di Catania ma anche quella su Catania. Per i media
nazionali infatti Catania e' un tabu'". Gli intellettuali? "Nessuna
societa' puo' vivere senza il loro sacerdozio laico, sovranita' della
ragione, autonomia e coscienza. Qui hanno tradito". La giustizia?
"Riguardo alla mostruosita' delle reciprocita' di competenze penali tra
Reggio Calabria, Messina e Catania non si leva una voce se non da
fuori. Nessun catanese". L'Antimafia? "Dovrebbe fare l'ufficio suo e
venire nella nostra citta'". Il ministro della Giustizia? "Si rivolge a
Catania contro un magistrato colpevole di avere indagato". E la
sinistra? "La sinistra significa essere giusti, amare la verita',
battersi per chi e' debole, non consentire mai alla manipolazione della
verita'. Lo abbiamo visto con il Caso Catania, calci dati alla
giustizia, divenuti calci dati a un pallone". Ovviamente, tutte parole
censurate: ne' Ciancio ne' Repubblica le hanno pubblicate. Leggetele
almeno qui.

Resistenza. Un quartiere dove si puo' andare in giro con il portatile
sempre connesso all'internet, i cui abitanti possono entare in un
qualche locale e navigare gratis, oppure imparare a usare e configurare
GNU/Linux o farsi la webradio. Non e' un sogno cyberpunk ma quello che
da settembre i ragazzi e le ragazze del Reload provano a fare all'Isola
a Milano. Per ringraziamento si sono gia' beccati uno sgombero e si
apprestano a subire il secondo: il comune rivuole la bottega di via
Confalonieri che ha lasciato abbandonata per dieci anni. Per
convincerli a fare presto giovedi' gli ha staccato la luce. Reload
andra' avanti con le batterie d'automobili, gli inverter e tanta
passione. (Shining)

Bookmark: http://reload.realityhacking.org


Notiziola. Berlino. Il padrone di un alsaziano di nome Adolf, cui aveva
insegnato ad alzare e stendere la zampa destra compiendo alla
perfezione il saluto nazista, e' stato denunciato per "diffusione di
simboli di un'organizzazione contraria alla costituzione". In Italia
invece abbiamo ministri che sputano sulla bandiere e presidenti del
Consiglio che confondono dittatori con organizzatori di villeggiature.
Mah. (Tiziano Grassi)

Kameraden. Ricordate quando il signor B. si mise nei guai per aver dato
del "kapo'" a un tedesco che lo criticava? Bene, mica se l'e'
dimenticata. Adesso ha mandato, a dirigere la cultura italiana a
Berlino, un professore "di chiara fama" con l'incarico preciso di
insegnare ai tedeschi come si fa ad essere buoni nazisti. Il professor
Cristin - l'inviato berlusconiano a Berlino - e' infatti noto per il
suo Elogio di Pinochet, pubblicato il 2 novembre '98 sull'organo della
Famiglia B.

Palestina-Israele. "Elon peace initiative" e' il piano di pace dei
coloni israeliani rappresentati dal ministro dei trasporti Benjamin
Elon (residente a sua volta in un insediamento nei Territori occupati).
Prevede pressioni sul governo israeliano per la realizzazione dei
seguenti punti: dichiarare l'Anp nemico dello Stato; distruggere tutte
le infrastrutture terroristiche in Giudea, Samaria e Gaza; annullare
l'accordo di Oslo e smantellare l'Autorita' palestinese; negoziare la
collocazione dei palestinesi in altri paesi arabi; smantellare i campi
profughi; accettare il principio dei due popoli due Stati sulle due
rive del Giordano (giordano-palestinese con capitale Amman e israeliano
con capitale Gerusalemme); dare la cittadinanza giordano-palestinese
sia agli arabi di Giudea, Samaria e Gaza che a quelli attualmente con
cittadinanza israeliana; espulsione dall'altra parte del Giordano dei
palestinesi che non accettino questi termini. (yurj@alfa.it)

Informazione. Diffusa da Reporters sans Frontiers l'annuale
"classifica" della liberta' di stampa nei vari paesi. Pessima la
situazione in Asia, dove regimi "capitalisti" e "comunisti" (dalla Cina
alla Birmania, dal Turkmenistan alla Nord Corea) gareggiano
nell'incarcerare i giornalisti.
Peggiorata nei paesi arabi. Discreta, tranne che in Italia
(concentrazione delle tv in mano al governo ) e in Spagna (minacce
terroriste e leggi "antiterroriste"), la situazione in Europa; cattiva
in Russia, Ucraina e Bielorussia, dove pre e post-comunismo non
sembrano sotto questo profilo differire molto. Pessima a Cuba, con 26
giornalisti arrestati in un anno. Precaria in Africa, con numerose
vittime fra reporter locali e stranieri. In alcuni paesi (Bangladesh,
Colombia, Filippine) le violenze contro la stampa vengono da soggetti
privati mentre i governi sono responsabili di mancata protezione.
Contraddittoria la situazione di Stati Uniti e Israele, ai primi posti
per la liberta' d'informazione in patria ma agli ultimi per il
comportamento tenuto fuori dalle proprie frontiere, dove si sono resi
responsabili (Iraq, Territori) di diverse uccisioni di giornalisti.
Ricchezza e liberta' di stampa non vanno necessariamente di pari passo:
i giornalisti girano liberamente in paesi poverissimi cone il Benin o
Timor-Est ma imbavagliati in paesi ricchi come Bahrain o Singapore.

Cronaca. Gallarate (Varese). Il comune ha ordinato un'esercitazione
antiterrorismo. Alle 15 entra in municipio un gruppo di persone che
grida e spara con pistole a salve, mimando un'incursione armata.
Sirene, confusione, accorre la polizia. Scene di panico fra i
dipendenti comunali (non avvertiti): due vengono portati via in
ambulanza, uno ricoverato all'ospedale in stato di choc. I vigili
presenti in sede (non avvertiti neanche loro) per fortuna non hanno
sparato a nessuno.

Spot. E' pronto il primo capitolo della Storia della Letteratura
Italiana on-line, dedicato allo Stilnovo. Sono 42 pagine in formato
pdf, stampabili con note e tutto. Si possono usare da subito a scuola,
non costano niente e si scaricano su http://scuolaonline.supereva.it.
Gia' in lavorazione i prossimi capitoli. I professori interessati a
dare una mano possono mettersi in contatto fin d'ora per partecipare
alla stesura dei testi.

Info: faillaci@tiscalinet.it


nocina.net@libero.it wrote:
< Scanner e' lo strumento. Scansione il sostantivo. Per i puristi
italiani, se ancor ce ne sono, il verbo sara' scansionare. Per i piu'
ferventi sostenitori dell'inglese il verbo sara' scannerizzare. Un
neutrale "fare la scansione" trovera' tutti d'accordo. Scandire si fa
innanzitutto con il ritmo, poi col tempo e con le parole.. scannare si
fa col maiale... anche se purtroppo non posso tacervi che il
vocabolario della Treccani non ha difficolta' a sostenere che il QUARTO
significato dei verbi scandire e scannare e' proprio quello di
"eseguire l'operazione di scansione" e "passare allo scanner"... Fate
vobis, con l'umile richiesta di portar rispetto per la lingua che vi
permette di esprimervi >

kanak@libero.it wrote:
< "Attualmente la Catena e' presente su molti siti, ma in nessun caso
con un archivio completo a partire dal numero uno...". Devo smentirvi
con orgoglio: ho fatto l'archivio su http://kanak.perl.it/sanlibero. Se
volete prendeteli di la' >

Alessandro wrote:
< Caro Rutelli, vacci tu, in Iraq. Arruolati. Ognuno ha il diritto alle
sue opinioni. Ma non azzardarti piu' a nominare la parola "sinistra".
Se fate la lista unica, annullo la scheda >

antonino wrote:
< Una precisazione! La regione Sicilia sponsorizzava la Jordan e non la
Renault, credo principalmente perche' vi correva Giancarlo Fisichella
(che ha si' cognome siculo ma non vi ha mai messo piede essendo romano
verace). Resta la domanda: che cosa c'entra una regione con la Formula
1? Anche perche' quei soldi (e parlo da appassionato di corse
automobilistiche) li potevano spendere per aggiustare il circuito di
Pergusa che versa in stato penoso, o per incentivare le serie minori
propedeutiche, con la speranza di tirar fuori qualche pilota
siciliano! >

Massimiliano wrote:
< "Saddam almeno fucilava e basta..." Ma ti rendi conto di quello che
scrivi? Sono inorridito di fronte a simili cose: vi lamentate, voi di
sinistra, se Berlusconi difende Mussolini di fronte a Saddam Hussein e
poi scrivi cose del genere... ma sei impazzito? E' giusto che Saddam
uccidesse tutte quelle persone? Ah gia'... era solo per non farli
soffrire, dopo averli bombardati... che animo tenero!! e noi che lo
consideravamo un animale! Non sono d'accordo con le tue idee, ma con
questa frase sei proprio caduto in basso. Che delusione, credevo si
potesse parlare con la sinistra, ma mi accorgo che i "macellai" di
staliniana memoria esistono ancora e si permettono pure di ammetterlo >

ghersim@libero.it wrote:
< sarei curioso di leggere la lista P2 al completo. Dove posso
trovarla? Ma scusa non meriterebbe di essere publicata, cosi' senza un
perche', solo per ricordare: al rovescio di come si fa con i patriotti
e i martiri. chi ha fatto danno e forse continua a farlo? >

Simonmattia wrote:
< Una chicca: da tempo frequento, per lavoro, un professore che
collabora anche alla pagina culturale di un quotidiano. Questo
professore, uomo di sterminata cultura e amabilissimo conversatore, mi
ha raccontato tempo fa di aver ricevuto una telefonata da un avvocato
frequentatore del sottobosco politico-affaristico romano, il quale gli
chiese se potesse fornirgli una sua dichiarazione firmata e scritta su
carta intestata dell'Universita'. "Su cosa verte la dichiarazione?"
chiese il mio amico professore. "E' una richiesta per la candidatura di
Licio Gelli al Nobel per la Letteratura". Il bello e' che, a differenza
del mio amico professore, alcune istituzioni e, soprattutto, diversi
Istituti di Cultura Italiana all'estero hanno appoggiato questa
candidatura >

Mauro Biani wrote:
< Che dolore potra' sopportare (il clandestino) Mohamed? "E' toccato a
lui far scivolare in mare sua moglie (clandestina) e anche suo figlio
(clandestino) che aveva appena 7 anni". Nel ricordo risultano ancor
piu' nauseabondi e penosi i discorsi acchiappavoti di molti nostri
"progressisti": "Si' all'immigrazione... se regolata, monitorata,
quotizzata, tanto quanto, richiesti e reclutati dalle
piccolemedieimprese, scelti per specialita'...". Il capolarato di
stato >

marconibbio@libero.it wrote:
< - Come cammina un funambolo? - chiese il ragazzo,
- Con passo deciso -, rispose l'uomo accennando un sorriso, e
continuo':
- Flebile, con piedi di piuma e peso di nuvola, e' amico del vento come
solo gli uccelli -. Poi alzo' lo sguardo ad attendere conferma dal
cielo per le parole appena pronunciate, il ragazzino ripete' il gesto e
attese uguale. Il cielo era limpido, un blu di montagna merlettato di
bianco ma senza ordine, almeno senza il nostro concetto di ordine.
- E che c'e' di bello? - chiese ancora il ragazzo.
- Il panorama -, rispose l'uomo >

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