Catena di Sanlibero

Catena di SanLibero n. 249

20 settembre 2004
Riccardo Orioles (giornalista antimafia)

"La guerra di Bush e' illegale". Dopo la (tempestiva) dichiarazione del
segretario dell'Onu Kofi Annan, il governo italiano s'e' riunito
d'urgenza per riconsiderare la posizione del nostro contingente in
Iraq. Considerato che gli appalti dell'Eni a Nassirya - il motivo
iniziale dell'intervento - non sono stati rinnovati, e' stato deciso di
rimpatriare le truppe e di chiedere semmai alle Nazioni Unite, in
cambio di questo adeguamento alle loro posizioni, il famoso seggio
italiano al Consiglio di Sicurezza.
"Ma cosi' facciamo la figura degli zapateri!" ha obiettato qualcuno.
"Ma cosi' lasciamo in mutande gli americani! In fondo militarmente
siamo la terza forza d'occupazione!". "Non possiamo ammainare cosi' la
bandiera italiana! In Italia noi leghisti con la bandiera italiana ci
puliamo il coso, ma in Iraq vogliamo vederla sventolare!".
Alla fine, e' stato deciso che l'Italia in quanto governo non
partecipera' piu' alla guerra ma che il sostegno militare agli Stati
Uniti non verra' affatto ridotto ma anzi rafforzato mediante l'invio
- sotto l'esclusiva responsabilita' dei singoli - di volontari. Questi
verranno raccolti nel CVIK (Corpo Volontario Italiano in Irak) al
comando del colonnello Junio Valerio Borghese. Ai volontari - per
ordine personale, a quanto si dice, di Fini - sara' vietato fumare
spinelli, parlare con gl'indigeni, tenere blog o scrivere ai giornali.
Le domande d'arruolamento sono finora circa quindicimila: in testa le
province di Varese e Bergamo (dove molti dei duecentomila leghisti che
dovevano insorgere dieci anni fa si sono ripresentati ai gazebo delle
Camicie Verdi), ma anche in Sicilia, in Veneto, in Sardegna e a Roma
gli organizzatori hanno dovuto faticare per contenere la folla dei
giovani e meno giovani volontari. Al grido di "Viva l'Italia" o "Viva
la Padania" i vari partiti hanno fatto a gara a offrire la loro
migliore gioventu' alla Patria.
A Milano, mentre a piazza Padania i leghisti si accalcavano vociando
sotto il Sole che Ride, Gianfranco Fini consegnava personalmente i
primi moschetti ai giovani della Legione Muti in piazza San Sepolcro.
"Vinceremo!" ha gridato uno sconosciuto ragazzo di Forli' ricevendo
l'arma dal Capo. Al che il vecchio Ignazio La Russa (comandato, come
tutti gli altri dirigenti di An, a un turno di sei mesi alla testa
delle truppe) non e' riuscito a trattenere una lacrima. "Un seniore
della milizia non piange!" l'ha rimbrottato l'adolescente. "Piangevo
per la gioia di poter finalmente morire per la Patria!".
Una gioia che verra' a quanto pare negata a Vittorio Feltri, al quale
l'Ordine dei Giornalisti ha proibito di partire armato per Bassora ("il
giornalismo dev'essere neutrale") e ad altri valorosi colleghi che pure
si erano presentati fra i primi. Di loro e' riuscito a partire, con un
abile escamotage, il solo Giuliano Ferrara che ha trasferito la sede
legale del suo giornale a Tikrit. Probabilmente e' riuscito a scivolare
al fronte anche il coraggiosissimo Renato Farina che - a quanto si dice
- si sarebbe arruolato negli spahis sotto falso nome.
Ma il momento piu' commovente e' stato vissuto in Parlamento, quando il
capogruppo della Destra Calderoli ha annunciato nell'emozione generale
che tutti i deputati e senatori leghisti saranno sostituiti da
altrettante donne (non in grado ovviamente di resistere ai disagi
iracheni), mentre il gruppo parlamentare si trasferira', armato, a
Bagdad e Nassirya.
L'annuncio e' stato accolto da un silenzio commosso e poi da uno
scroscio irrefrenabile di applausi da tutti i settori. Infine, in
piedi, i deputati hanno intonato a gran voce Giovinezza e l'Inno di
Mameli.
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Semplicita'. Dopo l'ultimo raid aereo (nel '39 li chiamavano blitz)
sulla citta', si segnalano circa sessanta vittime dei bombardamenti.
Secondo i generali, erano guerriglieri. Secondo gli ospedali, vittime
civili. Chi ha ragione? E chi lo sa. Io mica c'ero. Non c'era neanche
piu' Baldoni, ne' le due Simone. La situazione comincia a farsi (dal
punto di vista dei generali) piu' semplice da gestire.
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Editoria. E' uscito dalla proprieta' dell'Unita' il Gunther Group, che
ne deteneva circa il trenta per cento, e ancora non si sa bene chi
verra' a sostituirlo. Qualche essere umano, quasi sicuramente. Col che,
saremmo gia' un passo avanti, visto che Gunther del Gunther Group e' un
fortunato pastore alsaziano a cui, qualche anno fa, l'anziana - e
miliardaria - padrona lasco' in eredita' l'intera fortuna. Per gestire
questo patrimonio (Gunther come finanziere non e' granche') si
costitui' un gruppo di amici - intellettuali, imprenditori, manager -
che rapidamente misero in piedi una fondazione e, un po' per gioco un
po' per mestiere, la fecero prosperare. Investimenti diversificati in
diversi settori (fra cui l'editoria) e in diversi paesi (fra cui
l'Italia). Un paio di anni fa, a quanto pare, l'Unita' era un buon
affare. Ora non piu'. O almeno non quanto Penthouse, col cui editore
difatti gli avvocati di Gunther si son messi in contatto per acquisire
la testata.
Lasciamo al loro destino i giornalisti e le modelle di Penthouse
(augurandoci che i loro rapporti con Gunther siano scorrevoli come col
padrone di prima) e torniamo all'Unita': ma non ce lo potevano dire
prima che fra i padroni c'era un cane? Lo so che era un cane simbolico,
che in realta' non contava niente, che in fondo era solo un pretesto
per finanzieri spiritosi; ma insomma c'era.
Guardando poi la faccenda dal punto di vista del povero Gunther, non
sono nemmeno sicuro che sia stato educato trattarlo cosi' senza dirgli
mai niente, come un cane. Non dico al consiglio d'amministrazione; ma
insomma a qualche festa dell'Unita' ce lo potevano anche fare
intervenire, magari una volta sola, il tempo di dire "arf". Macche':
niente.
Scommetto che non l'hanno nemmeno iscritto all'Ordine dei Giornalisti
(dove pure oramai prendono di tutto). Boh. Chissa' chi era il padrone
ai tempi di Gramsci. Qualche cooperativaccia, scommetto, o qualche
altro intrallazzo di operai.
L'intera faccenda ci viene rivelata (almeno a me) dai divertiti
colleghi del Riformista, i quali sono tutti pimpanti perche', a
differenza dei cugini di sinistra, non hanno nessun cane in Proprieta'.
Vero. Pero' loro hanno Velardi.
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Fratelli d'Italie. Ciampi: "Ricordatevi che io ho giurato".
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Islamisti e goddisti. I primi hanno un dio che si chiama (ma che nomi
gli vanno a dare) Allah. I secondi sono adoratori di un certo God. Ma
ci vorrebbe tanto a chiamarlo Dio come fanno tutti? Almeno la
pianterebbero di scannarsi per queste vecchie faccende di totem
tribali.
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Lemmings. Verra' candidato a Firenze (dal centrosinistra) l'ex leader
di Forzitalia catanese Ferdinando Latteri. Rettore dell'Universita',
costui era passato all'Ulivo pochi giorni prima delle elezioni europee
dove pero' (nonostante il sostegno di Enzo Bianco) e' stato sonoramente
trombato dal candidato onestista Claudio Fava. Adesso, non potendolo
riciclare in Sicilia, s'e' deciso di presentarlo in un collegio
"blindato", dove cioe' gli ex comunisti sono pronti a votare, in nome
della disciplina, qualunque fascista, massone o berlusconiano. Mi
auguro che lo trombino anche li', non fosse altro che per simmetria.
Pochi anni fa, infatti, fu candidato a Catania (sempre dal
centrosinistra) il fiorentino Cecchi-Gori, il quale oltre ad essere
regolarmente trombato riusci' a farsi a lungo indagare, fra una cosa e
l'altra, per voto di scambio mafioso.
Domanda: ma non si potrebbe far decidere le candidature dell'Ulivo da
Lando Buzzanca, da Emilio Fede, da Buttiglione, da qualche persona
insomma seria e fidata, invece di farle decidere - come ora -
direttamente da Bondi e Berlusconi?
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Outsourcing. Le cosche mafiose della provincia di Enna, secondo il
procuratore Vigna, stanno massicciamente investendo capitali e risorse
umane in Romania. Proteste dei commercianti ennesi, ad alcuni dei quali
la richiesta di pizzo non arriva piu' con la consueta regolarita', e
dei killer che temono un calo occupazionale.
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Istituzioni. "Si alleano con i politici per sfiduciare comuni ed enti
locali. Ad Agrigento e' accaduto proprio questo". Si parla di boss
mafiosi, e ne parla il procuratore di Palermo, Grasso. "A volte
esponenti politici suggeriscono le mosse a Cosa Nostra, ad esempio per
far cadere un'amministrazione comunale sgradita". Al convegno c'e'
stato anche un intervento di Caselli, ma questo non lo posso riportare
perche' ormai pubblicare cio' che dice Caselli e' proibito.
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Informazione. Il nuovo programma di Gad Lerner sulla Sette: uno dei
principali collaboratori e' Renato Farina di Libero, quello che dette
dell'imbroglione filoterrorista a Baldoni. Dice che ha chiesto scusa e
quindi, per Lerner, e' tutto ok.
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Imbecilli. Condannato a cinquemila euri di multa il tabaccaio Impastato
Giovanni, fratello di Peppino Impastato che fu ammazzato dai mafiosi di
Badalamenti ai tempi in cui la mafia c'era ancora. Al processo,
l'avvocato dei mafiosi si accalorava a descrive Peppino come un
terrorista, un bombarolo pazzo ammazzato non dai mafiosi ma dalla sua
stessa bomba. A un certo punto Giovanni non ce l'ha fatta piu' e ha
sbottato: "Imbecille!". Come si permette? Cancelliere, scriva!
Condannato. Giustamente, direi. "Imbecille"? Ma avete idea di quanto
prende un avvocato cosi' per insultare in tribunale le vittime dei
mafiosi?
Altro che imbecille, Giovanni. Qua gl'imbecilli siamo tu ed io.
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Rataplan. "Sintiti sintiti sintiti! I prezzi fra pocu calanu! I
picciuli aumentano! Travagghiaturi, sintiti...". La voce del banditore
a cavallo, coi carusi che lo rincorrono e accompagnato da un tamburo,
si perde per le vie di Raganusa. Pare che il re abbia fatto un
discorso, e che adesso tutti i poveracci andremo a stare meglio.
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L'euro. Grande Andreotti. Sull'arbitro ferito dalla moneta da un euro
lanciatagli in testa, che usciva sanguinante dallo stadio mentre dalle
tribune d'onore la teppa ancora sghignazzava, ha fatto una delle piu'
belle battute della sua carriera (le battute di Andreotti riguardano
quasi sempre gente insanguinata). "Senatore, lei che e' romanista, che
ne dice?". "Se avessero messo l'euro di carta non si sarebbe fatto
niente".
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Comunisti. Josif Vissarionovic Putin: gavetta nel Kgb, ascesa al
potere, maggioranza totale in parlamento, suoi uomini in tutti i posti
chiave, centinaia di migliaia di morti in Cecenia, totale controllo
delle Tv, nessun problema ad ammazzare meta' degli ostaggi per
"salvarli". Ora vuole eleggere lui direttamente governatori di regioni
e presidenti delle repubbliche autonome e far sloggiare gli ultimi
deputati indipendenti dal parlamento. Beh, meno male che adesso i russi
sono buoni, anzi sono come noi, mafia e neoliberismo.
Addirittura Putin e' "il mio amico" di Berlusca, che lo difende a spada
tratta in Europa, quando gli rompono le scatole con la solita Cecenia.
Meno male, davvero, che uno cosi' stia dalla nostra parte: non vorrei
avercelo contro! Solo una cosa, non ho capito: ma Putin, e' comunista o
non e' comunista? Se e' comunista, perche' Berlusca ce l'ha coi
comunisti? Se non e' comunista, allora chi e' comunista, Chirac? Enzo
Biagi? Gino Strada? (a.p.)
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Simone. Oggi che Perlasca e' donna.
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Cronaca. Palermo. Commossa e vibrante cerimonia a Villa Niscemi: il
sindaco Cammarata ha dato il saluto della citta' al Comandante
provinciale dei carabinieri Riccardo Longo, meritatamente promosso ad
altro incarico sul Continente. Dopo la cerimonia la cittadinanza in
folla ha accompagnato il colonnello all'aeroporto con musica, bandiere
e autorita', e non si e' mossa finche' l'aereo non e' partito.
Purtroppo, sembra che un altro colonnello verra' inviato al posto di
Longo e che nella provincia continueranno ad operare i carabinieri.
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Reprint. Settembre 2001. Non e' detto che, come hanno studiato i
manuali d'aviazione, non abbiano studiato anche quelli d'economia. Non
e' detto che l'obbiettivo fosse principalmente propagandistico. Puo'
darsi benissimo che fosse invece essenzialmente economico, di guerra
economica e non "militare". Possono aver seguito il ciclo degli ultimi
mesi, valutato che - in assenza della corazzatura keynesiana - il
sistema fosse particolarmente vicino a una crisi e che, con una serie
di interventi mirati, questa crisi potesse essere radicalizzata e
concentrata nel tempo, e gestita comunque sotto il segno del panico e
dell'emergenza. Non e' detto che le Due Torri fossero solo un simbolo,
per loro, e non anche un punto strategico molto concreto.
Il termine terrorismo fa pensare a una strategia in cui comunque alla
fine abbia un peso determinante una mobilitazione popolare, una presa
di coscienza indotta da atti traumatici e che alla fine sollevi, per
cosi' dire, i terroristi dal peso di una supplenza. Nulla del genere,
in questo caso.
Il terrorismo non mira a fondare una specie di talebanismo su scala
mondiale ma qualcosa di piu' realistico e quindi di infinitamente piu'
pericoloso. Il fanatismo religioso, in questo quadro, e' solo uno dei
pezzi sulla scacchiera.
Se questo fosse vero, ne verrebbero due conseguenze immediate: primo,
che bisognerebbe fare attenzione molto di piu' ai movimenti finanziari
"anomali" - probabilmente non tutti sono innocenti - e questo non in un
lontano oriente, ma a New York, Londra, Tokio e Milano.
Secondo, che questa non e' in nessuna maniera, neanche indirettamente,
una guerra di poveri; ha poco a che vedere col territorio, pochissimo
con la storia pregressa, moltissimo con l'economia. Il nemico, in altri
termini, e' una multinazionale.
Ed e' su questo terreno, prima di tutto, che va affrontato. Non ha
molta importanza mandare un battaglione italiano a Kabul. Invece ha
molta importanza sapere chi sono esattamente chi sono - e di chi sono -
tutte le masse finanziarie che operano, dentro e fuori Borsa, anche in
Italia.
Ma all'idea di non saper piu' di chi sono tutti i soldi che girano nel
Paese, di giudicare inutile ogni forma di anagrafe finanziaria, ci
siamo gia' abituati da tempo, da quando abbiamo rinunciato a sapere
dove sono finiti - dopo Sindona, dopo Calvi, dopo le inchieste arenate
sui capitali mafiosi - i soldi della finanza che non si vede.
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Spot. Liceo Ripetta, Roma. "La Notte Bianca. In questa festa esponiamo
le nostre cose: lavori didattici che nascono da pensiero ed emozione.
Crediamo che il diritto alla gioia, alla liberta', alla vita sia
diritto e dovere di tutti per tutti. Lo crediamo ancora, malgrado cio'
che ci circonda, e lo crediamo davvero e con forza. Ed e' per questo
che, nel giorno di festa in cui accogliamo ed incontriamo i diversi
pubblici di Roma nel luogo di magia e d'arte che e' la nostra scuola,
abbiamo scelto di presentare comunicazioni sociali su temi di
drammatica attualita': la morte violenta dei bambini e la morte per
droga. Il tema non e' la morte, e' la vita. Ed e' il tema che
dedichiamo ad Enzo Baldoni, un uomo d'amore, un creativo, un maestro di
vita e d'impegno che non dimenticheremo".

Info: maria_privitera@fastwebnet.it
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mimmo lombezzi wrote:
< Quando i massacri e l'assedio di Sarajevo divennero uno scandalo
internazionale i governi di tutta Europa cominciarono a contendersi le
evacuazioni di feriti (sempre scortate dalle telecamere).
Come Adriano Sofri cerco' (invano) di spiegare ai pacifisti, l'unico
intervento utile era quello armato ma nessuno voleva farlo. D'altra
parte bisognava pur mostrare di far qualcosa per poter dire
(dopo) "abbiamo fatto l'impossibile!"....
Non oso pensare come reagiranno i tagliagole di Baghdad agli appelli
dei ministri (o sottosegretari) di un governo che considerano l'ascaro
di Bush... Forse l'unica voce che sarebbe ascoltata oggi sarebbe quella
delle vedove Irachene. La guerra e soprattutto 30 anni di stragi di
Saddam ne hanno lasciate parecchie. Un loro appello peserebbe piu' di
qualsiasi altro >
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MrMax wrote:
< io che lo conosco bene ti posso dire che schroeder non e' affatto un
moderato, e pur dimenticandosi di venire anche lui dal basso della
societa', sua madre l'ha cresciuto da sola facendo la donna delle
pulizie, oggi lui ha distrutto la classe operaia, come mai prima nessun
politico di centro destra qui in germania aveva mai fatto, lui e' il
capo dell`ala destra della spd e si puo' sperare che alle prossime
elezioni sparisca portandosi appresso il berluskaiser, il bugiardone
blair e lo sprecone ex sindaco di parigi, metteva in conto 150 euri al
giorno di marmellata, avra' fatto colazione probabilmente con tutti i
suoi corazzieri, chirac, e non si fa fare neanche una denuncia, ma si
sa loro sono intoccabili, come callisto tanzi e tutti gli altri che
hanno rovinato tutti i risparmi di centinaia di migliaia di creduloni
di piccoli risparmiatori che pensavano i banchieri fossero dei
benefattori >
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Franco Mistretta wrote:
< Anni fa un dirigente siciliano del Pci diceva "non si puo' fare
l'esame del sangue alle ditte", per giustificare le trattative fra
cooperative del partito e cooperative mafiose per la spartizione di
appalti. La mafia era forte e capillare, e in qualche modo i settori
pragmatici della sinistra 'tenevano conto' dei rapporti di forza.
Allo stesso modo anche Andreotti, nel momento del suo massimo fulgore,
veniva considerato un interlocutore necessario (e negli anni del
delitto Moro un politico da sostenere) non tanto perche' non fossero
dimostrati i suoi legami con la mafia e con vari delitti, ma proprio
perche' quei legami dimostravano che appunto con lui bisognasse
trattare. I rapporti di forza.
Fassino ha visto il film di Michael Moore e ha appurato che Bush non e'
soltanto un idiota ma anche il rampollo di una famiglia di delinquenti
e l'esponente di una lobby potente e criminale, e per giunta i sondaggi
lo danno vincente. Ed e' scattata l'illuminazione: allora e' con lui
che bisogna trattare! (Ma gia' all'indomani della convenzione
democratica aveva detto che se Kerry avesse vinto e avesse chiesto di
restare in Iraq non si poteva dire di no).
L'etica. La legalita'. Quante divisioni corazzate hanno?
E' un marchio di fabbrica, e' nel DNA, si chiama "sindrome dell'accordo
Molotov-Ribbentrop" (dopo il quale gli antifascisti europei per un paio
d'anni vennero invitati a stare buoni). Se uno, o una forza politica, o
un paese, e' proprio criminale al massimo grado, e lo e' in un modo che
sembra inevitabile e duraturo, scatta la sindrome. Gli incoscienti che
non vedono la necessita' e la limpidezza strategica dell'accordo
vengono attaccati con freddo furore.
Dimenticavo. La bicamerale con Berlusconi e' diversa, perche' a quel
tempo Berlusconi non era cosi' potente e neanche duraturo. Si tratto'
soltanto di stima e affinita' >
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Alessandro wrote:

< Sara' l'inflazione "percepita", ma col mio stipendio non ci faccio
piu' un accidente. Amen.
Aspetto con ansia il risveglio dal sonno dei miei pari: dipendenti,
precari, disoccupati, immigrati, pensionati, imprese e artigiani
individuali. Per intenderci, quei tre italiani su quattro che
sopravvivono giusti giusti. Non siamo mica pochi, se ci pensate! Un
tempo si chiamava classe salariata, ma non va piu' di moda, ci han
convinti che con la golf e il vestito giusto siam tutti piccoli
berluschini. In realta' lavoriamo sempre di piu', pagati sempre peggio,
e colle nostre tasse finanziamo truppe di occupazione >
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e.g.b. wrote:
< Quando muore qualcuno, quelli che si sentono in obbligo di dimostrare
il dolore lo fanno con i codici di cui dispongono: smaniano, urlano,
tirano grandi sospiri, sbottano in pianto.
Mimano quello che credono dovrebbe fare una persona colpita dal dolore.
Chi sta vivendo il dolore vero ride, gioca a carte, mangia e beve, e
riesce persino a dare serenita' agli altri: risponde con la vita alla
morte che ha dentro. Un po' di questo lo troverete nelle prossime
tavole. Godetevele. Hanno qualcosa di eccezionale. Parlano di morte.
Ma, proprio come la morte vera, emanano una grande serenita' >
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Galina Padovanskaya wrote:

Haiku

< Sotto il tavolo luigiquindici
Il rottweiler ti guarda la chiappa
Amado mio, amado mio, scappa! >

* * *

< Scarpe nuove con lucida suola
Scivolo sul gradino della scuola
Ahi ahi come mi duola! >

* * *

< Nostalgia delle fresche foglie
Vellutate dei platani. Ho le voglie
Si', si', d'igieniche foglie... >

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