D'accordo il 96% dei Parlamentari

Alle prossime elezioni ricordiamoci di loro!

498 Deputati della Repubblica Italiana, su 525 presenti in Parlamento il giorno 21 settembre 2011, hanno votato contro l’abolizione del vitalizio che “spetta” ai Parlamentari dopo 5 anni di legislatura.

Anche oggi le borse di mezzo mondo stanno perdendo altri 7 punti per le speculazioni di finanzieri e banchieri che rischiano di mandare in miseria intere nazioni, facendo arricchire pochi gruppi privati che riescono a indirizzare l’economia degli Stati democratici e la loro informazione. Parlamento Italiano

Intanto continuo a trovare notizie su Facebook e Twitter che rivelano violazioni ai diritti umani in Libia e in Siria,  dichiarazioni politiche fatte dalla tribuna di una irreale “Fiera della Zucca”, dei troppi privilegi di chi ha una pensione, dell’acquisto di Maserati blindate da parte del ministero della Difesa italiano, della violazione alla legge che avrebbe bloccato le assunzioni di una trentina di funzionari a palazzo Chigi ….
Ma bisogna controllare ogni notizia prima di recepirla per non rendersi complici dei media manipolati sia  da chi è nel giusto sia da chi è in evidente malafede.
Quindi mi capita spesso di essere in arretrato rispetto all’informazione del giorno e leggo che il 21 settembre, mentre si cercava di spiegare ai cittadini la necessità di ridurre il costo delle pensioni e di cancellare più di qualche spesa per assistenza sociale a favore dei disabili e dei malati, ben  il 96% (novantasei per cento) dei Parlamentari designati dai partiti e stipendiati con le tasse del popolo “sovrano” che li ha eletti,   si dichiarava compattamente contrario all'abolizione del vitalizio che  “spetta” ai parlamentari dopo solo cinque 5 anni di legislatura.

Non commento e preferisco riportare un estratto del discorso presentato alla Camera:

Abrogazione dei privilegi dei parlamentari

“Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato,che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.”

Non saranno certo solo quei centocinquanta milioni che manderanno in rovina il nostro paese, lo farà molto di più la spudoratezza nell’ostentazione della difesa di privilegi, fatta in maniera trasversale, senza frontiere politiche o ideologiche. Ci manderà in rovina l'arroganza e l'approssimazione che hanno reso il nostro Paese ridicolo, inattendibile e risibile.

Ci manderà in rovina il distacco del Parlamento dalla vita reale del paese, il loro stipendio esagerato tanto da non consentire di comprendere i problemi quotidiani della gente che lavora per mille euro al mese e che tuttavia si sente fortunata, perché conosce chi non riesce nemmeno a trovarlo un lavoro.

Ci manderà in rovina la loro inerzia e la loro povertà culturale che vuol millantare come fattore di progresso o di nuova economia certi miseri modelli di vita che guardano all'onesto lavoro del buon padre di famiglia come a qualcosa di obsoleto che può essere sostituito da un guadagno facile, offerto dalla finanza e da un sistema sociale che dovrebbe far rabbrividire più di un economista.  Ma da troppi decenni economia e finanza sono trattati dalla politica come sinonimi e se si guadagnano soldi anche senza produrre niente, perché chiedersi chi è che li perde?

Ricordiamoci dei nostri Parlamentari alle prossime elezioni e, se potremo, proviamo a votare per qualcuno che almeno sia incensurato e che sappia cos'è l'orrore di se stesso.

Note: Non hanno dato questa notizia né radio, né GIORNALI, né TV. Per maggiori informazioni vedi :
http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=29358
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