Visti da vicino

Come i nostri vicini d'oltralpe ci vedono in questa campagna elettorale piena di novità e di antichi rituali
22 gennaio 2013
Tradotto da per PeaceLink

L'Italia deve affrontare scelte decisive in vista delle elezioni (BBC)

[Mario Monti sorveglia i conti correnti degli italiani] Ieri c'erano cinque Euro... dov'è il resto?

Il debito dell'Italia in Europa è secondo solo a quello della Grecia e le austere misure imposte da un governo di tecnocrati d'emergenza sono profondamente impopolari. Ma se il popolo italiano decide di rifiutare l'austerità nelle elezioni di febbraio, tale decisione potrebbe portare una nuova crisi del paese sui mercati finanziari e mettere a repentaglio il suo futuro come membro della zona euro. Nel tentativo di ridurre il debito pubblico italiano di 1900 miliardi di Euro le tasse sono aumentate, decine di migliaia di posti di lavoro sono stati tagliati e la spesa pubblica è stata spremuta fino all'osso.

Nel cuore dell'industria italiana, Torino, è il simbolo delle difficoltà in cui versa il Nord. La città è la sede del quartier generale di produzione storica della Fiat, ma l'industria automobilistica è in declino. Alcuni produttori hanno abbassato i costi spostando le fabbriche in altre parti d'Europa. Il futuro incerto sta causando disillusione tra i giovani.

"Non ci sono posti di lavoro", dice Elisabetta, giovane laureata e guida turistica. "Forse si può trovare un posto di lavoro per tre mesi. Dopo tre mesi bisogna vedere se il vostro capo è disposto a tenervi altri tre mesi."

In un rifugio per senzatetto nel Nord-Est della città, gestito dal gruppo di volontariato Opera Vincenzia, Domenico, 49 anni, viene per trovare un paio di scarpe. Deve sostituire quelle malconcie che indossa. Domenico era un portiere d'albergo, ma è disoccupato da ormai due anni. "La situazione qui in Italia è molto seria - dice - è molto difficile trovare un altro lavoro alla mia età. Negli alberghi assumono solo i giovani per pagarli di meno. Non ho alcuna speranza."

In una fabbrica di cioccolato, a un'ora d'auto a sud-ovest di Torino, troviamo Vincenzo: supervisore della produzione di Gianduja. E' un momento difficile per la sua attività. Il mercato italiano è diminuito drasticamente, la gente non ha soldi da spendere. Ma Vincenzo ritiene che l'austerità sia la strada giusta per l'Italia ed è ottimista per il futuro. "L’esportazione deve essere il motore tramite il quale riavviare la nostra attività - dice - gli italiani sono persone fantastiche e abbiamo caratteristiche fantastiche che ci distinguono. La creatività è una delle migliori doti che abbiamo in Italia."

Vergogna e criminalità

Il Sud Italia è sempre stato molto indietro rispetto al nord in termini di sviluppo, e le misure austere stanno intensificando i problemi di Napoli, 190 Km a sud di Roma.

Una delle città più povere d'Europa dove quasi un milione di persone vivono nelle strette strade della città. Ci si sente come in un altro Paese. Il governo italiano ha bisogno di convincere più gente a pagare le tasse ma, a causa del peggiorare della situazione economica, si sta rivelando sempre più difficile e sempre più persone ricorrono al lavoro nero.

Si stima che l'evasione fiscale costi allo stato italiano più di 200 miliardi di Euro all'anno, e il problema per il governo è che molte persone vedono l'evasione fiscale come un fatto inevitabile.

"L'evasione fiscale aiuta i proprietari dei piccoli bar o dei negozi ad andare avanti", dice un residente. "Se dichiarassero tutto ciò che guadagnano, diventerebbe un problema per loro."
L'insicurezza, ovvero il non sapere se il suo lavoro sia al sicuro, ha portato questo residente napoletano a considerare la possibilità di evadere le tasse per la prima volta nella sua vita. "O pagare le tasse o nutrire la mia famiglia, e chiaro che non è una scelta", dice. "Sono molto turbato, pieno di vergogna, ma non c'è altro modo."

La sopravvivenza della mafia

L'austerità sta anche fornendo terreno fertile per la crescita della criminalità organizzata.

La mafia napoletana è conosciuta come la camorra e, secondo Marco Pagano, economista presso l'Università di Napoli, le loro attività agiscono come le tasse e hanno un peso enorme sull'economia. "I commercianti e le imprese di produzione devono pagare alla criminalità locale per proteggersi, e questo ha un effetto deterrente verso l'imprenditorialità e la creazione di posti di lavoro", spiega. La crisi finanziaria sta intensificando il problema della criminalità organizzata.

Le banche italiane soffrono e sono meno disposte a prestare, rendendo più difficile per le imprese prendere denaro in prestito.

Spesso solo la mafia ha abbastanza denaro per concedere prestiti alle imprese in difficoltà e Nino, che gestisce un gruppo anti-mafia a Napoli, afferma che la situazione è esplosiva. "Sempre più persone ogni giorno devono rivolgersi alla mafia per soldi - dice - la gente d’affari usa i soldi della mafia solo per sopravvivere."

Volti nuovi emergenti

Molta responsabilità per la situazione in cui l'Italia si trova è diretta alla classe politica, anche se alcuni nuovi volti politici sono recentemente emersi con promesse di cambiamento.

Il movimento più sorprendente è il "Cinque Stelle", organizzato dal comico Beppe Grillo. Il suo partito è diventato una calamita per gli elettori delusi e arrabbiati a causa dela recessione e ha già ottenuto importanti successi nelle elezioni regionali. Nonostante sia improbabile che vinca le elezioni generali, il Movimento Cinque Stelle potrebbe comunque avere una grande influenza sulla politica del governo.

"I vecchi partiti sono finiti", dice Grillo, "I cittadini devono diventare le istituzioni, allora sarà un movimento di cittadini".

Ovunque tu vada in Italia, vi è incertezza sul futuro e in particolare sulle elezioni generali.
Nel nord permane la fiducia che attraverso la creatività e l'innovazione l'Italia sarà in grado di riprendersi. Nel sud l'ottimismo scarseggia e l’austerità sta trasformando le tradizionali problematiche di questa parte del paese in una sfida ancora maggiore per le autorità.

Il ritorno spudorato di Berlusconi (The New York Times)

L'intenzione di Silvio Berlusconi di ricandidarsi a primo ministro viene descritta senza mezzi termini come “una notizia deplorevole per la politica italiana e le sue riforme economiche”.

Nel suo articolo pubblicato l'11 dicembre 2012 Andrew Rosenthal afferma: “Nonostante possa sembrare uno scherzo di cattivo gusto dato i suoi fallimenti sul fronte della riforma o del rilancio dell'economia ed i suoi scandali sessuali, il ritorno in carica di Berlusconi potrebbe portare molti gravi danni”.

L'autore afferma che con Mario Monti la situazione dei mercati è prontamente migliorata e leader dell'Unione Europea quali Angela Merkel ne hanno applaudito gli sforzi.

Ma in Italia si è scatenata “l'ira politica a causa delle misure austere che la signora Merkel ei suoi alleati continuano ad esigere, e la recessione che è stata aggravata da tali misure. Eppure i risultati del signor Monti sono stati notevoli, dato lo spazio ristretto in cui i partiti politici italiani e i leader dell'Unione Europea gli hanno permesso di agire. Il signor Monti è riuscito a ripristinare l'autorità del governo italiano e a guadagnare un rinnovato rispetto nei consigli europei.”

Parlando delle immenenti elezioni di febbraio Andrew Rosenthal afferma che “nonostante secondo i sondaggi solo il 18% della popolazione italiana voterebbe per Berlusconi, questa percentuale sarebbe comunque sufficiente a dargli una considerevole influenza. Pur dichiarandosi un candidato pro-europeo, ma contro l'austerità, i leader europei hanno imparato a non prendere lui o le sue mutevoli posizioni sul serio. Eppure, se riuscisse a guadagnare voti sufficienti per rendere il suo partito il più influente nel blocco di centro-destra al prossimo Parlamento, questa sarebbe per lui una posizione ideale per negare a qualsiasi governo la maggioranza, se non per i suoi distruttivi, egoistici termini.”

L'articolo chiude con “L'Italia non può permettersi altri anni di stallo politico e stagnazione economica causata dall'opportunismo spudorato di Berlusconi.”

Il furioso dibattito di Silvio Berlusconi incolla gli italiani alla televisione (The Guardian)

L'ex primo ministro si confronta con la sua nemesi mediatica Michele Santoro in una partita di insulti farcita con molta teatralità

L'autore, John Hooper, scrive che “Silvio Berlusconi ancora una volta è riuscito a monopolizzare la campagna delle elezioni politiche italiane in un confronto televisivo furioso mostrando che non molto è cambiato in Italia da quando la folla guardava con fascino morboso il folle bagno di sangue al Colosseo.”

“Nonostante Berlusconi abbia perso molti punti durante la trasmissione di giovedi notte, non ha perso la calma - come molti si aspettavano -  e non è uscito dallo studio infuriato. Anzi è riuscito a far infuriare a tal punto il presentatore Michele Santoro che quest'ultimo si è rifiutato di stringergli la mano.”

John Hooper sottolinea quanto detto da Berlusconi prima dell'inizio del programma: “Comunque vada, andrà bene per me.”

“La sua tecnica sin dall'inizio della campagna è stata quella di fare in modo che ogni giorno i mezzi mediatici e gli elettori parlino di lui. La scorsa settimana, si parlava del suo nuovo cucciolo, Puggy. Prima ancora, della storia con la sua nuova ragazza.”

Il giornalista afferma che tutto ciò di cui si parlerá dopo la trasmissione di Santoro è l'atto finale della sua lite con il presentatore a riguardo delle condanne per diffamazione a Marco Travaglio e l'atto teatrale con cui Berlusconi ha pulito la sedia precedentemente occupata dal medesimo.

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