I barbari e gli storici

Tacito, uno storico che rivaluta i barbari

Mentre molti uomini di cultura hanno costruito lo stereotipo del barbaro "incivile", nell'impero romano Tacito compie un'operazione rovesciata e li rivaluta. Ecco perché.
21 settembre 2004
Fonte: U. Diotti, "Le civiltà dell'alto Medioevo", De Agostini, Novara 2001, p.11
http://www.carraronan.org/warriorsunited/germania.htm

Lo storico romano Tacito, scrivendo intorno al 98 d.C., tracciò dei Germani un quadro notevole "forse più per intento morale che per fedeltà oggettiva", scrive Umberto Diotti.

Scopo di Tacito era infatti porre in contrasto l'idealizzata semplicità della vita dei germani con il lusso degenerato della società romana, e trovare nei costumi dei cosiddetti "barbari" argomenti per condannare i suoi contemporanei.

Scrive Tacito dei Germani: "Scelgono i re per nobiltà di sangue, i comandanti in base al valore. I re non hanno potere illimitato o arbitrario e i comandanti contano per l'esempio che danno, non perché comandano, facendosi ammirare, se sono coraggiosi, se si fanno vedere innanzi a tutti, se si battono in prima fila. (...) Sulle questioni di minore importanza decidono i capi, su quelle più importanti, tutti; comunque, anche quelle di cui è arbitro il popolo subiscono un preventivo esame da parte dei capi".

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