Medievale

Dal 476 d.C. al 1492 d.C.
13 Articoli - pagina 1 2
  • Una poesia di Rutebeuf (1230-1285)

    Il peto del villano

    La poesia è la descrizione sarcastica e impietosa dei poveri contadini, cosiderati così rozzi e volgari da non meritare neppure l'inferno. I diavoli rifiutano l'anima del contadino perché troppo puzzolente.
    12 maggio 2020 - Alessandro Marescotti
  • Un po' di storia francescana

    Obiezione di coscienza nel XIII secolo

    13 settembre 2008 - Tiziano Marangi
  • Collegamenti con l'attualità

    Noi e le crociate

    Una relazione che analizza le crociate dal punto di vista di chi oggi ripudia la guerra.
    2 marzo 2005 - Gianluca Sinisi
  • Un esempio di dialogo con il "nemico"

    Francesco d'Assisi e le crociate

    Questo brano è tratto dalla lunga lettera di Tiziano Terzani a Oriana Fallaci dopo l'11 settembre.
    8 ottobre 2004 - Tiziano Terzani
  • Dalla guerra agli eretici alla guerra agli oppositori politici

    La repressione delle eresie: i catari

    Uno degli ostacoli alla politica accentratrice della Chiesa di Innocenzo III fu il diffondersi dell'eresia càtara, la cui origine e la cui distruzione ad opera di una sanguinosa crociata sono sintetizzate nelle pagine seguenti degli storici italiani contemporanei Giovanni Tabacco e Grado Giovanni Merlo.
    14 dicembre 2003 - Giovanni Tabacco e Grado Giovanni Merlo
  • Medioevo, marginalità popolare e fanatismo

    La crociata dei pezzenti e la crociata dei baroni

    Alla crociata non parteciparono soltanto casate feudali alla ricerca di gloria e di nuove risorse, ma anche turbe popolari, guidate da eremiti ed avventurieri, spinte sia dall'esuberanza demografica, che da una intensa, ma fanatica religiosità, come spiega in questo brano Georges Duby.
    14 dicembre 2003 - Georges Duby
  • I goliardi, libertini del XII secolo

    Intellettuali e contestatori nelle università medievali

    Con la rinascita culturale del secolo XII, che si accompagnava ad un forte sviluppo demografico e alla ripresa in Europa dei viaggi e degli spostamenti di massa, fece la sua comparsa un nuovo tipo di intellettuale girovago, ostile all'ordine costituito ed alla moralità del tempo: il goliardo. Pur dipendendo, data la penuria di mezzi materiali, dalla munificità di signori e prelati, i goliardi si scagliarono con la loro poesia, spesso caustica e volgare, contro un mondo feudale in progressivo disfacimento. In epoca contemporanea, mentre il loro spirito è stentatamente sopravvissuto in ambito universitario, il loro nome è diventato sinonimo di buffonesco, scherzoso. In questo brano Jacques Le Goff prova a tratteggiarne le origini e a metterne a nudo l'ideologia, nonostante la scarsa documentazione, spesso di parte avversa, che li riguarda.
    14 dicembre 2003 - Jacques Le Goff
  • Medioevo: le rivolte contro i vescovi simoniaci

    Sommosse popolari, fra ideali di giustizia e spirito di vendetta

    La simonia è la compravendita di cose sacre e di cariche religiose. Questo brano fa riflettere per la sua ambivalenza. Vi troviamo sia la sete di giustizia sia la ventata di vendette, le quali furono sfruttate dalle gerarchie ecclesiastiche per ridisegnare la mappa del potere dentro la Chiesa. I tumulti e le sommosse popolari provocati dalla vasta diffusione di una gerarchia ecclesiastica corrotta, trovarono nell'anno 1066 a Milano e a Firenze, come ci narra lo storico medievalista Raffaello Morghen, momenti di alta drammaticità, che terminarono, nel caso fiorentino, nella cacciata del vescovo simoniaco Pietro Mezzabarba.
    14 dicembre 2003 - Raffaello Morghen
  • Guerre e affari

    Il sostanziale fallimento delle crociate

    Ormai il tono celebrativo con il quale molti storici hanno esaltato le crociate è da considerarsi superato. In queste pagine lo studioso francese Jacques Le Goff fornisce uno stringato, ma convincente elenco degli obiettivi falliti dal movimento crociato: la riconquista del Santo Sepolcro, l’aiuto promesso, e mai dato, all’impero bizantino, l’unità della cristianità contro gli infedeli. Anche le vantate conseguenze culturali ed economiche, che le crociate avrebbero prodotto, come la diffusione in Europa della cultura araba e i profitti commerciali delle repubbliche marinare, sono in effetti illusorie: il sapere orientale penetrò in Occidente attraverso pacifici scambi, mentre i mercanti italiani da tempo frequentavano i piú importanti scali del Medio Oriente, come Costantinopoli ed Alessandria.
    14 dicembre 2003 - Jacques Le Goff
  • Dalle "tregue di Dio" alla "lotta agli infedeli"

    Alle origini delle crociate: la violenza feudale

    Al di là dei motivi occasionali – l’invasione della Terrasanta da parte dei turchi e l’appello di papa Urbano II alla guerra santa contro gli infedeli – alla base della prima crociata vi furono ragioni di natura religiosa, politica ed economica. Una di esse fu la reazione all’intollerabile clima di violenza che si era instaurato in Europa, e soprattutto in Francia, con il ramificarsi del sistema feudale. Alla turbolenza dei cavalieri, che dal secolo X si era scatenata sull’Europa, la Chiesa, come spiega qui lo storico francese contemporaneo André Vauchez, cercò di rispondere con la progressiva regolamentazione della violenza, fino a quando non si ritenne che l’unico modo per arginare con successo la pericolosa aggressività cavalleresca era quello di incanarla verso grandi obiettivi di fede, come la reconquista della penisola iberica agli arabi e la difesa del Santo Sepolcro.
    14 dicembre 2003 - André Vauchez
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