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No Usa alla Corte penale internazionale



No Usa alla Corte penale internazionale

FONTE: Unimondo

Inizia i lavori, lunedì 1 luglio all'Aja, quattro anni dopo la sua 
istituzione a Roma, la Corte penale internazionale permanente (Cpi). Il suo 
obiettivo sarà quello di perseguire eventuali crimini di guerra, crimini 
contro l'umanità, gravi violazioni dei diritti umani e genocidio. Gli Stati 
Uniti non aderiscono al trattato costitutivo della Corte penale 
internazionale, ciò implica che nessun cittadino americano potrà essere 
soggetto alla giurisdizione del Tribunale. Washington inoltre ha posto il 
veto di fronte al Consiglio di sicurezza sul rinnovo della missione Onu in 
Bosnia con la richiesta di assicurare ai membri americani della missione 
l'immunità da eventuali azioni della Corte penale internazionale. In attesa 
di trovare un accordo definitivo, il mandato della missione è stato 
prorogato di 72 ore. Finora sono 73 i paesi che hanno ratificato il 
Trattato, ma altri 135 hanno firmato lo statuto e nel tempo lo inseriranno 
all’interno del proprio ordinamento. All'appello mancano ancora molte 
nazioni: oltre agli Stati Uniti, la Russia, la Cina, l'India, il Pakistan, 
la Turchia. Israele, che pure aveva firmato (ma non ratificato), ha fatto 
sapere che non darà la sua adesione alla Corte poichè teme che il tribunale 
possa intentare un processo politico all'occupazione israeliana dei 
territori palestinesi. [01.07.2002]
» Fonte: © Amnesty International, Onuonline , Rainews24, Vita, Un News Centre;
» Campagne: © Studi per Pace , Corte Penale Internazionale ;



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FONTE: Vita


Tpi, Amnesty accusa gli Usa

di Piergiorgio Greco (info@vita.it)

01/07/2002
Marco Bertotto: "La decisione di non ratificare il Trattato di Roma pone 
Usa, Israele, Cina e Russia al di fuori dei confini della civiltà giuridica"
Amnesty International ha diffuso oggi un comunicato per esprimere la 
propria soddisfazione per l'entrata in vigore del Trattato di Roma, 
costitutivo del Tribunale penale internazionale (Tpi).
Nel testo, peraltro, ci si appella anche a tutti i governi affinché lo 
ratifichino e offrano la propria collaborazione alla nuova istituzione.
"Attualmente - ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della sezione 
italiana di Amnesty - 73 paesi hanno ratificato il Trattato di Roma ad una 
velocità che ha sorpreso molti e sembra continuare. Si tratta di un 
ulteriore passo verso un più solido sistema di giustizia internazionale, 
nel quale il Tribunale integrerà la giurisdizione nazionale nella lotta 
all'impunità".
Ma non sono tutte rose e fiori. "Mancano all'appello Paesi come gli Stati 
Uniti, Israele, la Cina, la Federazione Russa", ha ricordato infatti 
Bertotto. "La decisione di non ratificare il Trattato di Roma – ha 
osservato - pone questi Stati al di fuori dei confini di civiltà giuridica 
che la comunità internazionale ha tracciato attraverso la costituzione del 
Tribunale penale internazionale permanente. Non è tollerabile che alcuni 
governi stabiliscano autonomamente le regole del gioco e si propongano come 
unici arbitri della loro condotta: il rifiuto della giurisdizione della 
corte potrebbe facilmente essere considerato come un'implicita ammissione 
di gravi responsabilità per violazioni e abusi di diritti umani".



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FONTE:  Amnesty International
Tribunale Penale Internazionale: il Trattato di Roma entra in vigore
Amnesty International saluta con favore la storica entrata in vigore del 
Trattato di Roma sul Tribunale Penale Internazionale e si appella a tutti i 
governi affinché diventino parti del Trattato e supportino attivamente il 
Tribunale.
“Il Trattato di Roma entra oggi ufficialmente in vigore e sancisce la 
nascita di un sistema di giustizia senza confini, in grado di perseguire i 
piu’ gravi crimini internazionali e combattere l’impunita’ dei 
responsabili” ha dichiarato oggi Marco Bertotto, presidente della Sezione 
Italiana di Amnesty International.
Con l’entrata in vigore il Tribunale Penale Internazionale avra’ la 
facolta’ di investigare e perseguire gli individui accusati di genocidi, 
crimini contro l’umanita’ e crimini di guerra commessi d’ora in avanti ed 
iniziera’ ad investigare sui casi dall’inizio del 2003.
“Attualmente 73 paesi hanno ratificato il Trattato di Roma ad una velocita’ 
che ha sorpreso molti e sembra continuare” ha aggiunto Amnesty 
International. “Si tratta di un ulteriore passo verso un piu’ solido 
sistema di giustizia internazionale, nel quale il Tribunale integrera’ la 
giurisdizione nazionale nella lotta all’impunita’”.
“Mancano all’appello paesi come gli Stati Uniti, Israele, la Cina, la 
Federazione Russa. La decisione di non ratificare il Trattato di Roma pone 
questi stati al di fuori dei confini di civilta’ giuridica che la comunita’ 
internazionale ha tracciato attraverso la costituzione del Tribunale Penale 
Internazionale Permanente” ha aggiunto Bertotto. “Non e’ tollerabile che 
alcuni governi stabiliscano autonomamente le regole del gioco e si 
propongano come unici arbitri della loro condotta: il rifiuto della 
giurisdizione della corte potrebbe facilmente essere considerato come 
un’implicita ammissione di gravi responsabilita’ per violazioni e abusi di 
diritti umani”.
Grazie all’entrata in vigore del Trattato di Roma, nuovi standard per il 
diritto criminale internazionale diventano operativi. Con l’aumento degli 
stati parti del Trattato ed il concreto funzionamento della Corte stessa, 
aumentano le occasioni per consegnare alla giustizia i responsabili dei 
piu’ efferati crimini contemplati dal diritto internazionale.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 1 luglio 2002
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Tel. 06 44.90.224 E-mail: press@amnesty.it