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5 febbraio: perizia sull'inquinamento a Taranto



Comunicato stampa

Oggetto: domani verrà depositata la maxiperizia sull'inqinamento

Domani 5 febbraio verrà presentata al GIP Tommasino la maxiperizia
sull'inquinamento industriale a Taranto. 
Essa ha lo scopo di effettuare un'indagine preliminare nei confronti
dell'industriale Riva Emilio e di altri (è classificata con i protocolli
Proc. N. 4/14750/98 P.M. e n. 10302/99 G.I.P.). 

La perizia ha il fine di verificare se esistono i presupposti per celebrare
un processo.
PeaceLink ritiene questo momento molto delicato. Occorre una forte
attenzione dell'opinione pubblica e in particolare un impegno di vigilanza
degli enti locali che si sono costituiti parte civile.
Questa perizia dirà la verità ufficiale fornendo le prove scientifiche e
inconfutabili su chi ha inquinato la città e i dintorni di Taranto,
causando malattie, morti, sofferenze e un deturpante sconvolgimento ecologico.

E' facilmente immaginabile che coloro che potrebbero salire sul banco degli
imputati di un simile probabile processo oggi stiano mettendo in campo
tutte le proprie risorse per vanificare questa iniziativa della
magistratura tarantina.
E' importante pertanto che tutta la società civile tarantina e le
istituzioni non siano assenti o distratti. PeaceLink dichiara piano
sostegno a questa iniziativa dei magistrati e intende costituirsi parte
civile al futuro probabile processo. 
Questa perizia è la più completa analisi dell'inquinamento mai realizzata a
Taranto nell'area industriale. Essa intende verificare gli effetti
dell'inquinamento industriale sui lavoratori, sulla città e sulla salute
dei cittadini.
La perizia ha esaminato in modo molto dettagliato l'inquinamento del polo
siderurgico Ilva, della ISE (che gestisce due centrali termoelettriche
all'interno del'insediamento diderurgico), della raffineria Agip e del
cementificio Cementir. I periti sono potuti entrare negli stabilimenti con
appositi strumenti di rilevazione dei vari agenti inquinanti. L'area
industriale - che andava monitorata dai periti - occupa una superficie
quadrupla rispetto all'area urbana di Taranto. Il lavoro è stato pertanto
molto corposo e impegnativo. La perizia ha riguardato anche le ricadute
dell'inquinamento industriale sui centri abitati di Taranto e di Statte
(entrambi si sono costituiti parte civile).

Ma in che cosa consiste la novità di questa perizia?
A Taranto vi è stata - e da qui la ragione e la novità della perizia - una
macroscopica carenza di indagini ambientali sull'inquinamento
dell'industria. Questa perizia costituisce pertanto un fondamentale
contributo per sgombrare il campo da discussioni che per molto tempo hanno
teso a sviare l'attenzione dall'inquinamento industriale puntando
l'attenzione sul traffico. La novità di questa perizia consiste nel fornire
dati certi sull'inquinamento della città di origine industriale, rompendo
un muro di silenzio, di omertà e di omissioni a causa del quale, per troppo
tempo, cittadini e lavoratori si sono ammalati di cancro e la città è stata
"imbrattata" da veleni di ogni tipo.

L'impressionante e inspiegabile aumento in città di allergie che colpisce i
cittadini e che i medici di famiglia riscontrano con frequenza sempre
maggiore è da individuare nell'anidride solforosa emessa nell'area
industriale. Il Dpr del 24 marzo 1998 ("Approvazione del piano di
disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di
Taranto") ha stimato le emissioni industriali di anidride solforosa come
cento volte superiori a quelle del traffico e del riscaldamento civile ("le
emissioni di anidride solforosa dovute a traffico e riscaldamento civile
sono inferiori di due ordini di grandezza").
Alla luce di questi dati e dei prossimi che ci verranno rivelati dalla
perizia è lecito chiedere alla Regione che non vengano date le
autorizzazioni agli aumenti produttivi (e di correlato inquinamento)
dell'ILVA su cui in data 27 gennaio la Regione avrebbe dovuto decidere (e
di cui non si sa ancora nulla).

Alessandro Marescotti - presidente di PeaceLink



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