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intervento di Noam Chomsky a Porto Alegre



Con la globalizzazione
l'Occidente è cresciuto meno


di Noam Chomsky


PORTO ALEGRE - Il sistema di dominazione dei popoli oggi è estremamente 
fragile. Il pretesto cambia ma le politiche continuano sostanzialmente a 
essere le stesse. Negli ultimi anni abbiamo conosciuto il comunismo, il 
crimine, la droga, il terrorismo. A volte il cambiamento dei pretesti 
insieme alla continuità delle politiche è tanto drammatico che richiede un 
grande sforzo per non rendercene conto. Ovviamente questi centri di potere 
sfruttano ogni opportunità per portare avanti i loro programmi e usano la 
crisi, come un grande terremoto o una guerra o perfino un atrocità come 
quella dell'11 settembre.

E la crisi fa sì che sia possibile sfruttare la paura e la preoccupazione 
del pubblico per esigere che gli avversari siano umili, ubbedienti, 
distratti. In Stati più brutali può significare l'aumento del terrore e 
della repressione. Questo è stato molto più facile negli ultimi mesi - e 
non voglio insultare la vostra intelligenza dicendo a che cosa mi 
riferisco. Le vittime di questo sistema certamente dovrebbero resistere 
allo sfruttamento prevedibile dell'elemento "crisi". Dovrebbero 
concentrarsi sulle principali questioni che rimangono pressapoco le stesse 
che erano prima: programmi di militarizzazione e l'attacco sempre più forte 
contro la democrazia e la libertà, che sono il nucleo centrale dei 
programmi cosiddetti neoliberali.

Il conflitto in corso viene simbolizzato in questo momento dal FSM a Porto 
Alegre e dal FEM di Davos a New York. Il FEM di Davos è una riunione di 
quelli che veramente prendono le decisioni nel mondo dei ricchi e famosi 
del mondo, i leaders, gli uomini d'affari, i politici. Dicono di riunirsi 
per pensare profondamente ai problemi che l'umanità affronta. Temi come: 
come possiamo inserire valori morali in quello che facciamo? Oppure: che 
cosa dobbiamo mangiare? In effetti, i ristoranti eleganti di New York 
saranno pieni zeppi dei partecipanti di Davos...

I media americani fanno riferimento in questi giorni a un anti-forum che si 
sta realizzando in Brasile, frequentato da pazzi riuniti a Porto Alegre per 
protestare contro le decisioni dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. 
E un altro riferimento è alla brutta faccia dei partecipanti. Questa 
retorica è interessante: è infantile ovviamente. Secondo me, tale 
infantilità deve essere capita come segno di inferiorità e insicurezza. Noi 
ritenuti "pazzi", riuniti qui a Porto Alegre, dobbiamo essere l'antiforum. 
E i pazzi dell'antiforum sono ovviamente quelli che si oppongono alla 
globalizzazione: questa è un'altra retorica che dobbiamo rifiutare.

La globalizzazione significa integrazione internazionale, e nessuno ci si 
opporrà, e ciò dovrebbe essere ovvio per il movimento sindacale dei 
lavoratori e della sinistra. Il FSM è una delle realizzazioni più 
importanti della speranza della sinistra e del movimento dei lavoratori e 
di altri movimenti popolari. Dobbiamo cercare un programma di 
globalizzazione che si preoccupi dei reali interessi del popolo e combatta 
la concentrazione illegittima di potere. Il termine globalizzazione non può 
essere ristretto alla loro visione della integrazione internazionale. Una 
visione che si preoccupa solo degli interessi corporativi, essendo gli 
interessi del popolo qualcosa di incidentale.

E' con questa terminologia ridicola che chi cerca una forma più giusta e 
decente di globalizzazione viene definito "anti-globalizzatore". Non 
dobbiamo accettare questo termine spreggiativo con cui i primitivi, uomini 
dell'età della pietra, si riferiscono agli "anti-globalizzatori". I re Magi 
di Davos, si chiamano modestamente. Io preferirei il termine usato dal 
Financial Times "I Signori dell'Universo". Giacché i signori dell'Universo 
professano e ammirano Adam Smith allora possiamo sperare che seguano la sua 
descrizione del proprio comportamento, sebbene Smith li chiamasse "Signori 
dell'Umanità" (ciò è stato prima dell'era Spaziale), si riferiva a quello 
che lui chiamava i principali architetti della politica del suo tempo: i 
mercanti e i fabbricanti d'Inghilterra, che cercavano i propri interessi, 
anche a costo di avere un impatto sugli altri popoli.

Ora dirò qualche parola sul tema di questa conferenza, cioè, su un mondo 
senza guerre. Parlerò in modo molto generico, le questioni specifiche su 
cosa fare in Colombia, Palestina, saranno trattate poi in apposite 
conferenze. Non possiamo dire molto su temi umani senza avere fiducia, ma a 
volte ciò è possibile. Noi possiamo per esempio avere fiducia in due cose: 
o ci sarà un mondo senza guerre o non ci sarà più un mondo. Almeno un mondo 
abitato da creature che non siano batteri, scarafaggi ed altri insetti.

E questo perché gli uomini hanno sviluppato mezzi per l'autodistruzione 
nell'ultimo secolo. Inoltre, i leaders del mondo civilizzato hanno piena 
coscienza di quello che stanno facendo, almeno così ammettono i funzionari 
delle loro agenzie di intelligence come la Cia, tutti favorevoli alla corsa 
alla distruzione del mondo. Più terribile ancora è che ciò è svolto e messo 
in atto in una base irrazionale. Esistono ideologie e valori dominanti che 
classificano la sopravvivenza molto al di sotto dell'egemonia. Sono 
principalmente marxisti volgari, come ho detto. Questa è la base per la 
militarizzazione dello spazio, che appartiene a questi programmi, programmi 
che sono stati portati avanti sfruttando l'opportunità aperta dagli eventi 
dell'11 settembre e quindi aumentando la minaccia di distruzione in nome 
della difesa contro il terrorismo.

La globalizzazione ha portato a una prosperità mai vista prima, ed è quello 
che ci dicono. Ciò è vero soprattutto per quel che riguarda gli USA, e 
nella decade degli anni Novanta gli USA hanno avuto il più grande boom 
economico del mondo. Alcuni sono rimasti indietro in questo miracolo 
economico della decade. Noi "pazzi" ci preoccupiamo di questi poveretti. Le 
falle del modello riflettono il dilemma sulla questione della crescita 
veloce e della globalizzazione. Ci dicono che le disuguaglianze aumentano 
perché alcuni non sfruttano le opportunità meravigliose di questo sistema. 
Questo quadro è falso. Ed è difficile percepire che, indipendentemente 
dalla crescita della disuguaglianza, la crescita degli USA negli anni 
Novanta è stata uguale a quella dell'Europa, molto al di sotto dei primi 25 
anni dopo la seconda guerra mondiale, e molto minore di quella degli anni 
durante la guerra in una economia gestita dallo Stato.

Allora: come può un quadro convenzionale come questo essere tanto 
radicalmente diverso? Come mai fatti così controversi? La risposta è 
semplice. Per una piccola parte della società gli anni Novanta sono stati 
davvero anni di un boom economico e questo settore include quelli che danno 
a tutti gli altri la meravigliosa notizia.

E in realtà non possono essere accusati di essere disonesti, leggono tale 
notizia ad ogni momento sui giornali che scrivono sulla base della propria 
esperienza personale. Ciò è vero anche per le persone con cui si riuniscono 
attraverso i circoli universitari e le conferenze d'élite come quella che i 
Magi ora stanno frequentando a New York o nei ristoranti eleganti dove si 
divertono. È soltanto il resto del mondo che è diverso da loro.

La globalizzazione è precedente alla prima guerra Mondiale. Allora era 
molto più ampia che oggi. Per esempio, era molto più diffusa quella che che 
Smith chiamava la libera circolazione della mano d'opera. Il caso più 
drammatico che posso citare è il flusso di capitale finanziario speculativo 
a breve termine che va ben oltre a qualsiasi fatto precedente. Questa 
differenza fra la globalizzazione di oggi e quella del passato rivela 
caratteristiche essenziali della versione contemporanea della 
globalizzazione: il capitale è la priorità, il popolo è qualcosa di 
incidentale.

I confini tra gli USA e il Messico sono artificiali, come del resto tutti i 
confini, sono risultato di conquiste. I confini sono stati militarizzati 
dal governo. Clinton, per impedire la libera circolazione della mano 
d'opera ha indebolito il libero commercio, nel senso classico del termine, 
e ciò è stato importante per gli effetti del miracolo economico in Messico 
che ha portato al disastro la maggior parte della popolazione messicana.

Il flusso di capitale è stato accellerato ancor di più. Due terzi del 
commercio oggi sono gestiti da tiranni privati. Una misura più tecnica 
della globalizzazione è la convergenza in rapporto al mercato globale: 
prezzo unico e salario unico. Certamente ciò non è ancora avvenuto, 
rispetto al reddito sta succendendo il contrario.

La disuguaglianza sta aumentanto in diversi paesi e dentro ai paesi, noi ci 
aspettiamo che continui l'aumento della disuguaglianza. La comunità di 
informazioni degli USA insieme a esperti e accademici recentemente ha 
divulgato una relazione in cui rivelano le loro aspettative per i prossimi 
15 anni: l'evoluzione della globalizzazione sarà segnata da volatilità 
finanziaria cronica e una divisione economica mondiale sempre più grande. 
Ciò significa, meno convergenza e meno globalizzazione in senso tecnico, 
più globalizzazione in senso dottrinario del termine e la volatilità 
finanziaria significa crescita più lenta, più crisi, più povertà.

È esattamente in questo momento che abbiamo chiara la connessione stabilita 
tra globalizzazione voluta dai cosiddetti Signori dell'Universo e la 
probabilità di guerra. Il motivo è che gli esperti militari usano queste 
previsioni e hanno spiegato bene che questa aspettativa sta dietro alla 
grande espansione degli armamenti, addirittura prima dell'11 settembre.

Vediamo che c'è una grande celebrazione della democrazia nell'emisfero, 
tuttavia un'altra prospettiva dimostra che non è proprio così. Negli USA, i 
leaders delle aziende dicono che bisogna imporre alla popolazione una 
fisolofia di futilità perché ci sia una concentrazione dell'attenzione 
umana in cose superficiali, cose che vanno di moda, beni di consumo; la 
gente riceve bene queste idee e si dimentica di pensare su come gestire la 
propria vita e finisce per lasciare in mano a questi grandi maghi le 
decisioni riguardo al suo futuro.

Questa lotta per imporre il regime assumerà molti volti, ma non finirà 
finchà ci sarà una concentrazione grande del potere di decisione. Quindi 
possiamo aspettarci che questi Signori dell'Universo sfruttino qualsiasi 
opportunità - soprattutto quando sentono la paura delle popolazioni come 
nell'11 settembre - ma possiamo non accettare queste ragioni e chi ha a 
cuore il futuro dell'umanità può prendere una strada diversa. La lotta 
popolare contro la globalizzazione basata sui diritti degli investitori, 
soprattutto nel Sud, sta influenzando la retorica di questi Signori 
dell'Universo che sono spaventati. Questi movimenti non hanno precedenti 
come scopo, come solidarietà, come ampiezza. Le riunioni come questa di 
oggi sono estremamente importanti, il futuro è in mano a quelli che fanno 
questi movimenti e non dobbiamo sottovalutarli.

(Republica on line 2 febbraio 2002)