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Reggio Emilia e le amicizie pericolose



Riceviamo da Donne in Nero di Reggio Emilia e rigiriamo:

Reggio Emilia e le amicizie pericolose

Non c’è bisogno di un osservatorio sui diritti umani per sapere che
Reggio Emilia resta legata con gemellaggi e patti a luoghi in cui il
diritto di uccidere è riaffermato a livello istituzionale, è cultura
maggioritaria, è senso comune.

Non serve un osservatorio sui diritti umani per sapere che:
- nel 2001 in Texas sono state eseguite 17 esecuzioni capitali (Reggio
Emilia è gemellata con Fort Worth);
- in Cina si effettuano oltre 1.000 esecuzioni all’anno (Reggio Emilia è
legata con un patto d’amicizia a Rizao);
- nel novembre 2001 il generale Ante Gotovina, criminale di guerra,
ricercato dall’Interpol e dal Tribunale Penale dell’Aja con l’accusa di
essere il responsabile delle peggiori stargi commesse dall’esercito
croato ai danni dei civili serbi nella Krajina durante l’Operazione
Tempesta nel 1995, è stato dichiarato cittadino onorario della città di
Zara e eroe della guerra patriottica, con voto unanime del Consiglio
Comunale (Reggio Emilia è gemellata con Zara).

Autorevoli esponenti della maggioranza in Consiglio Comunale  hanno più
volte dichiarato che non è il caso di sospendere i gemellaggi in atto,
che farlo sarebbe inutile, un puro atto di testimonianza senza
prospettive. Ci è stato detto che i gemellaggi devono continuare per
fare pressioni contro la pena di morte, per portare la contraddizione
all’interno delle culture, per collegarsi con le associazioni
abolizioniste, per fare diventare Reggio punto di riferimento nella
battaglia per il rispetto dei diritti umani.

Sono passati mesi da queste affermazioni, sono state eseguite altre
condanne a morte nei luoghi gemelli, nessuna azione forte da parte del
Comune di Reggio è stata fatta a sostegno dei gruppi abolizionisti in
Texas.
Altro è successo : è stata accolta una delegazione di giovani per le
Olimpiadi del Tricolore e si è parlato solo di sport; è stata ospitata
una delegazione, composta anche da consiglieri comunali di Fort Worth e
non si è fatto neppure un incontro ufficiale con i nostri consiglieri
comunali, perché si trattava di “visita privata”, sono avvenuti  però
“confronti” commerciali.
Il Comitato Goff ha trovato porte chiuse, non ci è stato concesso di
leggere la lettera di David Le Goff alla città di Reggio durante la
manifestazione del 25 aprile 2001, giorno dell’esecuzione capitale, ci è
stato negato l’incontro sia con i giovani che con la delegazione
ufficiale texana.

Non serve un osservatorio, serve una scelta precisa della nostra città.

Patti e gemellaggi presuppongono una forte condivisione di ideali e di
valori, non sono rapporti diplomatici, ma una libera scelta di confronto
culturale con un’altra realtà.
Non si può essere fratelli e amici di comunità che offendono i nostri
valori morali, le nostre coscienze, il rispetto per i diritti
elementari.
Non si può insistere nell’amicizia quando in atto c’è un aggravamento,
un inasprimento delle scelte di morte. Così si diventa complici.
La vita è il diritto primo e inalienabile dell’uomo. La pena di morte è
uccisione premeditata e a sangue freddo di un essere umano da parte di
uno Stato. Spesso viene usata in modo indiscriminato contro i poveri,
contro le minoranze razziali, come mezzo di repressione politica.
Noi proviamo vergogna per questi gemellaggi, proviamo vergogna come
reggiani, per noi e per la nostra città.
Non ci sentiamo rappresentati dai politici che tollerano l’esistenza di
questi gemellaggi.

Donne in Nero Reggio Emilia
Centro Don Gualdi

--
Associazione Resistenza e Pace
c/o Mag 6
Via Vittorangeli 7/d
42100 Reggio Emilia
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