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Manifestazione. Io ci saro....



Roma 07.03.2002

Io ci sarò ......
Barcollo verso casa nel cuore della notte, sono stanco, riunioni
estenuanti: otto ore e mezzo in una giornata. Ieri, l'altro ieri, per tutta
la settimana. Riunioni piene di polemiche, divergenze di opinioni,
tentennamenti; questa piattaforma sì, quella no! Chipartecipa? Chi
aderisce? Chi parla? chi no? Dubbi, incertezza, ma, anche passione e
ragionamenti acuti. 25 persone, esponenti della società civile organizzata,
di partiti e diverse realtà sociali, si sono riuniti, una stanza che
trabocca di fumo e di emozione a tre giorni alla manifestazione in
solidarietà con il popolo palestinese per cercare di trovare una linea
comune per rompere il muro di falsità che circonda la causa del popolo
palestinese che legittimamente rivendica i suoi diritti. I contrasti sono
padroni di casa, volano accuse velate. Qualcuno tenta la mediazione,
qualcuno fugge, qualcuno insiste. Come è possibile mediare? Tutti uniti e
tutti lontani nello stesso momento.

Sono confuso, che cosa fare? Le domande mi bruciano nella testa. Non trovo
nessuna risposta neanche per convincere me stesso. Vacilla il mio
buonsenso. Apro la porta di casa, il barlume della lampadina illumina il
grande poster che raffigura la madre palestinese che stringe nel braccio il
suo bambino colpito a morte. Mi fissa, un sguardo dolce e severo. Si
esaurisce in me l'ultima resistenza di esponente di società civile
organizzata di questo paese. Il dolore e l'angoscia di quegli occhi mi
trafiggono l'anima e tolgono violentemente i paralogismi che mi offuscavano
la mente.

No, non sarò in piazza per gridare alla vergogna la politica ignobile
israeliana che opprime un intero popolo. Non parlerò dei silenzi dei
potenti che si nascondono dietro belle parole vuote di azioni. Non inviterò
la gente alla ribellione di un sistema globale che opprime e sfrutta l'80%
del mondo. Non sarò in piazza per segnare la bravura della mia
organizzazione.
L'11 novembre 2000 nella manifestazione a Roma, Jamal Zaqut aggrappandosi
alla kefia palestinese, per calmare i teppisti che avevano attaccato il
palco,
gridava "in nome del sangue degli innocenti fate silenzio". Sì, io ci sarò,
in silenzio, senza bandiere, senza appartenenza, perché sono stanco di
contare morti e feriti innocenti che cadono per l'arroganza e la prepotenza
del più forte.

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Associazione per la Pace

Gruppo Palestina
Via Salaria, 89 00198 Roma
Tel. +39 - 068841958
La pace non è solo l'assenza della guerra, è una virtù, uno stato della mente,
una disposizione alla benevolenza, confidenza, giustizia.
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