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[TESTIMONIANZE] - Aggressione a manifestanti pacifici




Mi chiamo C.C., sono andata a Genova con circa trecento persone del 
pinerolese: mamme, ragazzi, giovani, anziani. Tutti sereni e convinti della 
scelta fatta, andare a Genova per manifestare contro il G8. Questo dicevano 
anche le magliette gialle che molti di noi portavano addosso, gli altri 
nostri segni visibili: due grandi striscioni di cui uno riportava le 
scritte delle magliette IL MONDO NON E' IN VENDITA e poi cartelloni, 
bandiere dell'Associazione Pace, di R.C., e di tutte le situazioni 
rappresentate da molte persone presenti. All'entrata a Genova nessun 
controllo, solo un poliziotto al casello approfittava della sosta per 
l'alzata della barra e trascriveva i numeri delle targhe degli autobus 
entranti. A poche centinaia dall'uscita del casello, siamo scesi e, 
incolonnati in quell'immenso fiume di gente che proveniva da ogni 
direzione,  ci siamo recati verso la piazza da cui sarebbe partito il 
corteo. Erano circa le dieci. A mezzogiorno io ho lasciato il mio gruppo in 
attesa della partenza del corteo, per curiosare in direzione della testa 
del corteo. Ho attraversato una zona di circa trecento metri occupata da 
giovani organizzatissimi in quanto a guerriglia urbana: teste e facce 
coperte, maschere antigas, caschi, braccia avviluppate in blocchi di 
gommapiuma, accanto avevano ogni tipo di oggetti: da bastoni a spranghe di 
ferro, avevano reti metalliche ecc. la cosa mi ha inquietato ma non più di 
tanto, vista l'esiguità del gruppo, non erano più di 500 persone. Uno 
altezzosamente mi ha proibito con un gesto di passare in mezzo, l'ho 
mandato a stendere e non ha reagito. Mi sono stupita di quell'esibizione, 
non avevano detto che non sarebbe stato possibile fare entrare armi, 
oggetti contundenti, esplosivi? Tutte le informazioni che circolavano 
tramite il G.S.F. dicevano che non si potevano coprire i visi per rendere 
possibile l'immediata identificazione ecc.  Questi erano lì tranquilli con 
strumenti di vario genere accanto o addosso e nessuno li disturbava.
Parte la manifestazione, facciamo un po' fatica a collocarci perchè qualche 
gruppetto dei nostri resta indietro e ci sono i cordoni ferrei dei COBAS e 
degli anarchici che non vogliono che si sfili di lato (quando si parla 
mettendo tutti i facinorosi nell'unico pentolone degli anarchici, 
bisognerebbe vergognarsi, hanno sfilato in modo civilissimo e con un 
servizio d'ordine encomiabile).
Durante la sfilata i giovani di cui sopra cominciano a muoversi alla 
spicciolata lungo i fianchi del corteo, avanti e indietro, non tentano 
d'infilarsi, non è quello che vogliono, i manifestanti fanno cordoni che 
manterranno per tutta la sfilata. Quando siamo all'altezza della zona 
militare qeste bande si raggruppano e per un po' piantano una cagnara 
incredibile con ogni tipo di provocazioni verbali e non. Dal corteo tanti 
cercano di calmarli, qualcuno fa scendere dai muretti. Lassù, militari in 
divisa e gente in borghese stanno a guardare.
Ad un certo punto il corteo si blocca nonostante le esortazioni dei 
responsabili di andare avanti, perchè è pericoloso star fermi proprio in 
quella zona. Niente da fare, capiamo che più avanti succede qualcosa, lo 
capiamo dai fumi e dai lacrimogeni che attraversano l'aria appena sopra le 
teste. Siamo molto preoccupati ma indietreggiare non si può, sarebbe 
un  disastro, la manifestazione è molto compatta. I responsabili ci 
esortano a non muoverci, non c'è motivo di temere per noi, siamo lì in pace 
e per manifestare con pieno diritto il nostro dissenso in un corteo 
organizzato ed autorizzato. Alziamo tutti le mani, molti si siedono a 
terra, gridiamo PACE GIUSTIZIA PROGRESSO. Salgo sul marciapiedi, continuo a 
vedere i fumi dei lacrimogeni avanzare verso la zona dove siamo noi. Sono 
spaventata all'idea del caos che succederà. Non ce la faccio a seguire le 
esortazioni dei responsabili e mi sposto di alcuni metri verso il lungomare 
per avere il sostegno di un muro o di un albero. Al rubinetto esterno di un 
locale faccio in tempo a inzuppare una maglietta che avevo nello zaino e a 
bagnarmi il viso e poi vedo arrivare sulla folla il blindato col suo 
caratteristico WWWRRRRUUMM  WWWRRRRUUMM seguito da un mucchio di poliziotti 
in assetto da guerra che sparando lacrimogeni caricano la folla, non ho 
visto nessun giovane black bloc rincorso, da dov' ero ho visto caricare 
brutalmente la folla che ha cominciato ad indietreggiare e a scappare verso 
il mare come poteva. Chi cadeva veniva calpestato, bastonato e preso a 
calci da uno o più poliziotti. I poliziotti sono arrivati fino a dov'ero 
inseguendo e picchiando i manifestanti che scappavano tenendo ancora le 
mani alzate come le avevano nel corteo. NON E' SERVITO A NIENTE. Dopo aver 
selvaggiamente picchiato il ragazzo davanti a me un poliziotto si dirige 
con il manganello alzato pronto a colpirmi. Lo vedo tra il fumo spesso dei 
lacrimogeni e la maglietta schiacciata contro la bocca per non soffocare, 
gli occhi mi bruciano maledettamente, ho solo un braccio alzato con gli 
occhiali in mano per un estremo tentativo un po' ridicolo di salvarli (la 
deformazione dei miopi porta anche a questo, è scritto nel loro manuale di 
sopravvivenza personale). Urlo BASTA BASTA BASTA. Forse la mia visione è 
troppo ridicola anche per un poliziotto esaltato, resta col manganello 
alzato sopra la mia testa per un attimo e poi gira i tacchi. Continuo ad 
osservare l'inferno aggrappata al mio alberello che non abbandonerò neanche 
quando l'elicottero si abbassa apposta sulla macchia di alberi e solleva 
fino all'altezza degli occhi terra e polvere per stanare le persone che si 
erano rifugiate tra gli alberi, qualcuno non ce la fa, esce e giù altre 
mazzate. Quanto è durato l'inferno? Quanto è bastato per rendere indelebile 
ogni immagine di violenza, di sofferenza, di terrore. Poi il manipolo di 
militari si è fermato, ha aperto un varco e ha detto che i "pacifisti" 
potevano andare con le braccia alzate sopra la testa. Perchè, chi erano gli 
altri? Io non ho visto nessuno lì dove sono successi i fatti di cui sono 
testimone. Siamo andati sentendoci dei vinti, annientati e sconfitti 
dentro. Ho dovuto passare accanto a corpi giovani e meno giovani straziati 
dalle manganellate, non dimenticherò mai quel ragazzo con la faccia deforme 
in cui s'intravvedevano due occhi supplicanti, grondava sangue, un uomo a 
terra aveva la schiena segnata e sanguinante. No, non è stato risparmiato 
nessuno tra i pacifisti, ad una donna claudicante è stato fatto come segno 
di scherno il gesto di mitragliare tutti con l'arma per lanciare i 
lacrimogeni. Poi, col passare delle ore, ho saputo tutte le altre storie, 
storie di umana civiltà come quei cittadini che hanno socchiuso i portoni 
perchè si rifugiassero i manifestanti e li hanno soccorsi e storie di 
disumana inciviltà. Ricevevo messaggi preoccupati fin da mezzogiorno dai 
miei familiari, non capivo perchè, ho continuato a mandare messaggi 
rassicuranti fino alle 15,30, mi sembrava che le montature dei media 
volessero soprattutto rendere vana la scelta di 200.000 persone che 
volevano manifestare DEMOCRATICAMENTE. Poi ho pensato che una 
manifestazione così "grande", così "buona" era troppo difficile da 
sopportare per chiunque grande non fosse, dai G8 ai DS alle Chiese la cui 
assenza non ha certo supportato le migliaia di credenti che stavano lì.
C.C.