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Giustizia o iniquita'? Dati sulla pena di morte



Giustizia o iniquita'?

di Elena Compagnone.

La pena di morte e' da sempre stata oggetto di lunghi dibattiti tra coloro 
che la definiscono un provvedimento giusto e coloro che, invece, la 
considerano una decisione iniqua. Purtroppo le lunghe discussioni 
sull'argomento e l'impegno portato avanti da organizzazioni che lottano in 
nome di molte delle vittime innocenti di questa secolare pratica, non sono 
valsi all'eliminazione della stessa nei molteplici paesi che l'adottano . 
Non si tratta solo di  opinioni generali espresse da ideologi ma di 
constatazioni di dati sui quali dovremmo riflettere.

In USA, ad esempio, dal 1608 ad oggi sono state eseguite circa 19000 
condanne a morte; dal 1632 520 donne sono state condannate a morte. Le 
esecuzioni sono state 3829 dal 1930 al 1976. Dal 1976 le esecuzioni sono 
state 625, di cui 14 nel 1991, 31 nel 1992, 38 nel 1993, 31 nel 1994, 56 
nel 1995, 45 nel 1996, 74 nel 1997, 68 nel 1998 e 98 nel 1999. Delle 625 
esecuzioni, 144 sono avvenute tramite sedia elettrica, 465 tramite 
iniezione letale, 11 tramite camera a gas, 3 tramite impiccagione, 2 
tramite fucilazione. Il 1999 ha registrato un record nel numero di 
esecuzioni, con un incremento del 44% rispetto all'anno precedente. Al 
giugno 1999 70 minori al momento del reato si trovavano nei bracci della 
morte, la maggior parte in Texas. Gli Stati Uniti permettono l'esecuzione 
di ritardati mentali.

I sostenitori della pena di morte giustificano la propria posizione con la 
teoria della deterrenza  in base alla quale la pena inflitta ad un 
condannato dissuaderebbe gli altri dal commettere reati contro la legge. 
Ancora una volta sono i dati a smentire questa tesi e a dimostrare che, nei 
paesi che praticano la pena di morte, ad ogni esecuzione non corrisponde un 
calo dei reati punibili con la stessa.

In Giamaica, ad esempio, durante una sospensione della pena di morte tra il 
1976 ed il 1980, si verificarono poche variazioni nel tasso di omicidi. In 
Canada il tasso di omicidi per 100.000 persone scese da un massimo di 3.09 
nel 1975, anno precedente l'abolizione, a 2.41 nel 1980 e da allora e' 
rimasto relativamente stabile.

Sul versante opposto si collocano, da un lato, coloro che mettono in 
discussione gli effetti positivi della pena capitale sui comportamenti dei 
trasgressori della legge. Essi sostengono un aspetto della detenzione da 
non sottovalutare ovvero la riabilitazione e il recupero psicologico oltre 
che comportamentale del detenuto. Il carcere rappresenta un percorso fatto 
di regole rigide da rispettare ma anche un cammino fatto di attivita' 
creative e costruttive .
  Dall'altro lato si collocano quelli che rifiutano la pena capitale 
sorretti ideologicamente da motivazioni ancora piu' forti.
Per essi , una parte consistente dei giudizi emessi contro soggetti 
ritenuti colpevoli di reati punibili con la pena capitale non si sono 
svolti e non si svolgono equamente. Ai condannati che non possono 
permettersi di pagare un avvocato vengono assegnati avvocati d'ufficio 
assenti o distratti durante il dibattimento. Basti ricordare il clamoroso 
caso che coinvolse il noto campione di football O.J.Simpson,  attualmente 
in liberta' per opera e virtu' di una geniale difesa,  per rendersi conto 
di tale disparita' di trattamento.

I dati sopra riportati di certo non sono confortanti , ne' i sondaggi 
indicano cambiamenti eclatanti sull'utilizzo della pena capitale. Ma ci 
sono dei segnali significativi al riguardo. Un nome : George Ryan, 
governatore dell' Illinois, stato americano spesso al centro di aspre 
polemiche sulla pena capitale con accanto altri due stati noti per aver 
inflitto elevate pene, ovvero Texas e Maryland.
George  Ryan  nel 2002 ha sospeso molte esecuzioni e commutato diverse pene 
dopo aver scoperto l'innocenza di tredici detenuti destinati al braccio 
della morte diventando, cosi', simbolo dell' abrogazionismo. Seguito nella 
sua decisione dal governatore del Maryland , Erlich.
Forse e' presto per pensare all'inizio di un cambiamento culturale o allo 
smantellamento di vecchie e, ahime', radicate convinzioni ma di certo tale 
evento accende la speranza in un futuro in cui potrebbero essere 
risparmiate altre vittime innocenti.