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Zimbabwe

Gli squadristi di Mugabe

La milizia del partito, istituita ufficialmente per preparare i giovani al mondo del lavoro, si è trasformata, piuttosto, in un’organizzazione a delinquere che violenta le donne e terrorizza i sostenitori dell’MDC all’opposizione.
Rodrick Mukumbira

E’ trascorso ormai parecchio tempo dalle elezioni presidenziali in Zimbabwe, ma Tendai Chigumira ancora singhiozza quando racconta come la milizia governativa che sosteneva il Presidente Mugabe l’ha violentata dopo una notte di terrore e follia nel sobborgo di Nketa alla periferia di Bulawayo.
Scoppia di continuo in pianto mentre ci spiega come è stata assalita e stuprata da ben otto uomini membri della milizia dello ZANU-PF, addestrati nel quadro di un programma ufficialmente destinato a fargli trovare un impiego. Questa gente era stata piazzata nelle scuole e negli uffici comunali delle varie località piccole e grandi per intimidire, presidiare e sostenere il Presidente nei momenti più cruciali della sua campagna elettorale, condotta senza scrupoli

Bulawayo è la seconda città dello Zimbabwe e il capoluogo della regione abitata dagli Ndebele, l’etnia predominante nella parte meridionale del Paese. Gli Ndebele hanno sempre, tradizionalmente, sostenuto i partiti d’opposizione, in contrapposizione all’etnia maggioritaria Shona, che fin dall’Indipendenza ha detenuto il potere. Mugabe, 78 anni, ha vinto le elezioni, ma, Morgan Tsvangirai, 48 anni, il candidato del Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC) si è sempre rifiutato di accettare la sconfitta e descrive i risultati delle elezioni come la più grande frode elettorale della storia.

La povera Chigumira riflette ad alta voce sulla disgrazia che le é accaduta e dice: “ Se solo qualcuno fosse in grado di spiegarmi come lo stupro di una donna possa aumentare le possibilità di un partito di vincere delle elezioni, ancora potrei capire, ma….io non ho fatto niente di male, di sbagliato, non sono sostenitrice di nessuno dei due partiti in lotta. E’ inconcepibile che dei giovani come questi violentatori abbiano potuto prendersela con una donna che, oltretutto, avrebbe potuto benissimo essere la loro madre.”

La donna spiega di essere stata avvicinata dagli 8 giovani mentre stava tornando a casa da una birreria ed, in seguito, costretta a recarsi nella loro abitazione, il covo dove si davano a tremende bevute e a mascalzonate di ogni genere per tutta la notte. Qui la Chigumira si è trovata in compagnia di un considerevole numero di donne e ragazze che avevano fatto la sua stessa fine e si trovavano in preda di questi delinquenti.

“ Ho deciso di andarmene, dopo essere stata obbligata per qualche tempo a cantare e ballare, nessuno mi ha fermato e ho pensato stesse andando tutto per il meglio. Ma, appena mi sono avviata nell’oscurità ho sentito uno di loro chiedermi perché avevo deciso di andarmene così presto. Mi ha toccato il sedere e poi hanno cominciato tutti insieme a molestarmi sempre più pesantemente, fino a quando mi hanno violentata in gruppo.” racconta la donna, che non ha fatto denuncia alla Polizia o riferito l’accaduto in famiglia per la vergogna, il disonore culturalmente associati allo stupro e poi perché, sapendo che è una bevitrice, tutti avrebbero pensato subito che aveva adescato quei giovani sotto i fumi dell’alcool.

Mentre il mandato ufficiale della milizia è la creazione di opportunità di lavoro per giovani, le sue azioni criminali sono all’origine di inesauribili sofferenze, soprattutto per le donne, ma anche per i sostenitori dell’opposizione in genere e le donne dell’MDC, in particolare. La Federazione delle Donne Africane dei Media in Zimbabwe (FAMWZ) si sta sforzando di ampliare la discussione e il dibattito riguardo la condizione delle donne gravemente colpite dalla violenza politica e su come i responsabili di questi atti possano essere consegnati alla giustizia. Sta anche organizzando una piattaforma composta da un certo numero di organizzazioni femminili che dovrebbe aiutare le donne oggetto di questi odiosi reati a denunciarli, a parlarne liberamente.

Abigail Gamanya, Direttrice del FAMWZ, ci fa sapere che molte donne sono state malmenate, hanno visto i loro mariti, compagni e figli picchiati e torturati, hanno assistito alla distruzione o alla confisca delle loro proprietà. La Gamanya dice che è triste che siano le donne e i bambini a soffrire di più nelle situazioni di conflitto, ma, è, purtroppo, ciò che più comunemente avviene in queste circostanze; per tentare di migliorare le cose, aggiunge, c’è molto da fare, educando per esempio le donne a parlare, ad aprirsi senza timore, a denunciare i fatti, specialmente nei casi di violenza sessuale che le riguardano. Anche se le istituzioni, come la Polizia, che dovrebbero essere sempre dalla parte della vittima, non sempre si comportano in modo corretto e protettivo in questi casi tristissimi casi.

I responsabili dei crimini di cui stiamo parlando sono risultati essere, negli ultimi mesi, quasi sempre membri delle Brigate della Gioventù, la famigerata milizia, e veterani della guerra di liberazione che ha portato lo Zimbabwe all’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1980. Secondo Janah Ncube, della Coalizione delle Donne, una ONG femminile, il senso di vergogna e disonore a cui la cultura associa lo stupro, ha storicamente fatto sì che le donne tacessero e non raccontassero a nessuno le loro terribili storie. Ciò non di meno, l’impatto silenzioso della violenza sessuale perseguita queste donne per tutta la loro esistenza, specialmente se si considera la diffusione dell’AIDS e dei tanti sieropositivi che possono aver malauguratamente trovato sulla loro strada ad infettarle. Si consideri, a questo proposito e per comprendere meglio il terrore delle vittime, che, in Zimbabwe, muoiono di AIDS, o di malattie ad esso correlate, qualcosa come 2000 persone alla settimana!

La Ncube afferma, inoltre, che membri della Coalizione hanno viaggiato per il Paese in compagnia degli Osservatori Elettorali durante l’infuocato periodo della campagna e sono rimasti scioccati nel vedere la quantità di preservativi usati disseminati intorno alle basi utilizzate dai sostenitori dello ZANU-PF, nelle città e nei villaggi. Un segno eloquente, questo, della gravità della situazione in cui ci troviamo e dell’urgente bisogno che queste questioni vengano discusse a livello di piattaforma nazionale, aggiunge Isabella Matambanadzo, Direttrice del Women’s Resource Centre Network, una ONG che offre assistenza legale alle donne.

Quest’ultima, spiega che la sua organizzazione ha ricevuto da parte di parecchie donne denunce agghiaccianti riguardo le violenze sessuali, i maltrattamenti e le torture che hanno subito per motivi o per ragioni a sfondo politico. Si sa, d’altronde, che nei loro “campi”, nelle loro roccaforti, le fazioni politiche di tutto il mondo sono capaci di esprimere il peggio in termini d’efferatezza, soprattutto quando si tratta di violazioni sessuali delle donne e delle giovanissime.

La persecuzione dei sostenitori dell’MDC all’opposizione, continua, sull’onda della disputata vittoria di Mugabe alle elezioni, risultando, soprattutto per le donne, particolarmente feroce.
Francis Lovemore, Direttore Sanitario dell’Amani Trust ci spiega con chiarezza la situazione:
“ Dappertutto è in atto una caccia alle streghe che riguarda coloro che hanno votato MDC. Interi villaggi sono sottosopra, a un’intera comunità di circa 3000 persone non viene permesso di rimanere nella sua residenza, nel suo villaggio. Costoro sono costretti a vivere da sfollati forzati. Gli atti sessuali vengono utilizzati come forma di tortura e ciò si verifica sempre più spesso fin dal 2000 quando, in occasione del referendum costituzionale, sono cominciate le invasioni delle aziende agricole. Infatti, con queste operazioni d’occupazione, si sono visti arrivare nelle campagne molti ex combattenti che hanno sentito il bisogno di disporre, nei loro accampamenti, di donne e ragazze che li appagassero sessualmente. Ciò è continuato e ha preso piede durante la campagna per le ultime elezioni presidenziali quando si è arrivati a trattenere con la forza nei campi della milizia e degli ex combattenti un gran numero di donne addette alle pulizie, alla cucina e all’erogazione di prestazioni sessuali.” Subito dopo le elezioni, alcuni membri della milizia dello ZANU-PF hanno assassinato un certo Fortune Mahuni che protestava perché due sue figlie erano state trattenute con la forza a far da schiave sessuali in una base della milizia nella città di Kwekwe, al centro del Paese.

L’MDC, il partito all’opposizione, afferma di aver documentato più di 50 casi di violenza di gruppo perpetrati da giovani della milizia dello ZANU-PF e Blessing Chebundo, Ministro della Sanità ombra dell’MDC, ci spiega che: ” Il numero delle vittime è ben superiore a questi casi in quanto, come ben si sa, molte donne non denunciano le molestie e le violenze sessuali che subiscono da parte della milizia e degli ex soldati.” Per comprendere meglio la dimensione del problema si consideri, aggiunge la Chebundo, che in un solo episodio che è stato regolarmente denunciato in un sobborgo di Bulawayo, si sono avute ben due vittime, un’anziana donna e la nipote, violentate insieme da una gang di giovani miliziani. Sempre la Chebundo fa innocentemente notare che ricade sotto la responsabilità dello ZANU-PF al Governo la protezione della popolazione più vulnerabile, assicurando che i diritti di donne e bambini siano adeguatamente salvaguardati e rispettati.

La milizia è il risultato di un programma di servizio nazionale per i giovani che il Governo ha lanciato ad aprile dell’anno scorso sotto gli auspici del Ministero dello Sviluppo della Gioventù, del Genere e della Creazione d’Impiego. Ufficialmente, l’iniziativa è finalizzata a preparare al lavoro i giovani che lasciano la scuola fra i 15 e i 30 anni, instillando loro il senso di disciplina, di patriottismo e di responsabilità. Il Governo ha sempre respinto l’accusa che il vero scopo di questo programma sia la creazione di una milizia pro governativa; pur non negando il fatto che i campi di questa milizia sono sparsi per tutto il Paese, sostiene che il programma è pulito, non ha fini reconditi e che le presunte atrocità se le sono inventate l’MDC ed i suoi sostenitori.

I giovani partecipanti ricevono, in verità, una certa dose d’addestramento militare e gli analisti temono che Mugabe abbia creato una forza paramilitare privata simile a quella dell’ex Presidente a vita del Malawi Kamuzu Banda che tenne il Paese alla frusta per oltre 30 anni utilizzando una struttura organizzativa del genere. Banda si avvalse efficacemente dei suoi Giovani Pionieri per tenere sotto controllo o reprimere la voce e la volontà dei dissidenti più pericolosi .

Il Ministro dello Sviluppo della Gioventù, del Genere e della Creazione d’Impiego, Eliot Manyka, posto di fronte a tutte queste contestazioni, non fa una piega e dice che si tratta di un programma nazionale come un altro, del quale il Governo non ha assolutamente nulla da rimproverarsi. Resta ora da vedere dove le organizzazioni femminili più agguerrite riusciranno ad arrivare, nell’intento di assicurare alla giustizia gli autori dei crimini più efferati che sono stati commessi in questi ultimi tempi soprattutto a danno del sesso femminile .

Per concludere, una residente di Bulawayo, Sarah Tobaiwa, ci dice esasperata, riferendosi ovviamente al presidente Mugabe: “ Come puoi presentarti ai cittadini come un vero e legittimo leader quando hai raggiunto e tieni quella posizione violentandoli, picchiandoli, bruciando le loro proprietà, sfregiando di cicatrici la schiena dei loro figli, prendendoti la loro casa e portandoti via la loro dignità ed umanità?”.