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Editoriale

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Il numero 55 di Africanews in lingua italiana riguarda un solo argomento: la parità fra uomo e donna, un traguardo che sembra a portata di mano ma poi, troppo sovente, ci accorgiamo che è ancora lontanissimo. E' certo però che dall'inizio del 1900 quando le sufraggette reclamavano il voto alle donne, dagli anni Cinquanta quando la compagna di Fausto Coppi finì in galera per adulterio o dal 1975 quando in Messico si tenne la prima conferenza mondiale sulla donna, di progressi ne sono stati fatti. E per fortuna, ci sarebbe da dire, leggendo gli articoli di questo numero ma anche riflettendo sulle notizie, sulle situazioni che vengono allo scoperto quotidianamente da ogni parte del mondo.

Le statistiche non rappresentano la realtà ma danno preziose indicazioni. Nel campo della parità o del genere, come si dice traducendo dall'inglese, possiamo scegliere, purtroppo, molto facilmente. Ecco alcuni dati. Secondo la Banca mondiale il 20% delle donne nel mondo sono vittime di aggressioni sessuali o fisiche. In Francia la metà degli interventi della polizia riguarda violenze domestiche (non escludiamo, e c'è da sperarlo, che talvolta la vittima sia il marito).

Nel mondo, secondo uno studio delle Nazioni Unite, ci sono 111 donne ogni 100 uomini. Nel Pakistan e in vaste zone della Cina però ogni 100 uomini ci sono 90 donne perché è difusa la tremenda scelta delle madri di perdere il nascituro se sanno che è femmina e quindi destinato a una vita di seconda categoria, per usare un eufemismo.

In media il salario della donna nel mondo è del 25% inferiore a quello dell'uomo. Non parliamo poi degli incarichi politici. La percentuale di donne che in Italia occupavano posti ministeriali (dati del 1995) era del 3%, inferiore al 4% dell'India, il che è tutto dire.

Meglio va nell'istruzione, quella primaria, perché come si sale ritorna la solita musica. E a proposito di giovani c'è da rilevare che un'amara e penosa parità esiste in tante parti del mondo: è quella dei bambini e delle bambine soldato, dei ragazzi e delle ragazze del turismo sessuale e dello sfruttamento sul lavoro.

Ma la parità vera, quella dei diritti, è fondamentale in ogni società. E invece la questione femminile viene spesso sfruttata per fini politici, viene usata come specchietto per le allodole. Prima dell'11 settembre della condizione delle donne afgane non importava nulla a nessuno; poi ne hanno fatto un simbolo di libertà mentre l'Arabia saudita, uno dei regimi più oppressivi e brutali nei confronti della donna, resta impunito. Ma ha tanto petrolio ed è alleato degli Stati Uniti.