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Zimbabwe

Le tragiche farse di Mugabe

Mal pagati e sottoposti a difficili condizioni di lavoro gli insegnanti zimbabweani non sanno se accettare di entrare a far parte in un controverso servizio nazionale. Solo a chi decide di parteciparvi il governo promette aumenti e benefici. In realtà i docenti vengono sottoposti a un tirocinio fisico paramilitare e a indottrinamenti politici.
Rodrick Mukumbira

Il governo dello Zimbabwe, da tempo in difficoltà, cerca di allettare i 95.000 insegnanti del paese con la promessa di sostanziosi aumenti di stipendio purché entrino a far parte di un discutibile nuovo servizio nazionale destinato a diffondere fra i giovani concetti relativi al patriottismo, alla tradizione e alla sovranità nazionale.

Fin dal ’99, quando si è formato l’MDC (Movimento per un Cambiamento Democratico), il più forte partito d’opposizione nato in Zimbabwe dall’indipendenza dell’80, gli insegnanti zimbabweani, che formano il grosso degli statali, hanno sopportato il peso maggiore del disimpegno del governo a garantire salari decenti. Sono rimasti i peggio pagati fra tutti, poiché lo ZANU, il partito al potere, li accusa di essere in gran parte sostenitori dell’opposizione, dell’MDC in particolare. Ora però il governo fa balenare agli occhi degli insegnanti una succulenta carota alla quale sa che non potranno facilmente resistere: o decidono di aderire al controverso programma di cui si è detto, oppure non vedranno neanche l’ombra di un centesimo in più.

Il governo di Mugabe ha concepito l’idea di questo genere di servizio nazionale nel 2000, dopo la sua sconfitta nel referendum costituzionale che pretendeva di strappare la terra dei bianchi senza alcuna compensazione. Inizialmente, questo programma che doveva essere gestito dal Ministero della Gioventù, Genere e Occupazione, si presentava come qualcosa di quanto mai innocente e destinato ai ragazzi che lasciavano la scuola per offrire loro opportunità di impiego e renderli autosufficienti. La disoccupazione in Zimbabwe si aggirava a quel tempo già intorno al 55%.

I contenuti dell’insegnamento di questo programma sono sempre stati mantenuti avvolti nella segretezza. Oltre al retaggio nazionale, la sovranità ed il patriottismo si pone enfasi però, secondo i commentatori politici informati, sulle modalità con cui si devono strappare le farms ai bianchi, sul razzismo, sull’odio per gli oppositori, che sono visti come fantocci degli ex colonizzatori inglesi. Sta di fatto che i "diplomati" usciti da questi corsi di sei mesi che si svolgono in appositi centri di addestramento situati in ciascuna delle nove province del paese, hanno acquistato notorietà come arma segreta del Presidente Mugabe contro i sostenitori dell’opposizione.

Conosciuti per la loro brutalità, questi giovani, soprannominati "bombardieri verdi", per via del colore della loro divisa, hanno ferocemente sostenuto con successo la campagna elettorale del Presidente Mugabe per le elezioni presidenziali del 2002, ricorrendo allo stupro e alla tortura ed arrivando anche ad uccidere diversi elementi dell’opposizione.

Anche gli insegnanti delle zone rurali del paese ci sono andati di mezzo, quando questi giovani predoni li hanno accusati di sostenere Morgan Tsvangirai, il leader dell’opposizione. Molti insegnanti hanno perso il posto dopo essere stati buttati fuori dalle classi da questi giovani delinquenti, coperti dal Ministero dell’Istruzione che faceva finta di non vedere. Il Presidente Mugabe in persona, lui stesso un ex insegnante, li ha accusati di fare politica nelle scuole, affermando davanti ad un buon numero di studenti che celebravano la Giornata dei Giovani Africani, che gli insegnanti zimbabweani si erano messi ad "ingannare i giovani invece che insegnare".

Sebbene gli insegnanti siano liberi, in teoria, di aderire a qualsiasi partito intendano, il loro Ministro, Aeneas Chigwedere, afferma che è vergognoso abbiano fatto le vittime quando sono stati accusati dal governo di aver fatto politica. " Non posso e non voglio garantire loro alcuna sicurezza o impunità" ha dichiarato al giornale governativo "The Herald", affermando poi brutalmente: " Il governo li impiega perché facciano il loro lavoro, che è quello di insegnanti, il mio consiglio è che non facciano scherzi, se non vogliono rischiare di prenderle...."

L’idea di allettare gli insegnanti ad entrare nel controverso servizio nazionale è emersa lo scorso novembre quando un sindacato degli insegnanti, il Progressive Teachers’ of Zimbabwe (PTUZ), separatosi all’inizio dell’anno dalla filo governativa ZIMTA, Zimbabwe Teachers’ Association (Il presidente della ZIMTA, Leonard Nkala, è membro dello ZANU-PF di Bulawayo, la maggiore città dello Zimbabwe meridionale), ha indetto uno sciopero di tre settimane per ottenere aumenti salariali.

Attraverso la filo governativa Zimbabwe Federation of Trade Unions, il Ministero della Gioventù, Genere e Occupazione ha suggerito che anche gli insegnanti entrino a far parte del servizio nazionale con l’obiettivo recondito di poter contenere meglio il pericolo di una loro attività anti governativa, se non addirittura di una loro possibile sollevazione. Il sindacato si è spinto ancora più in là, formando un’Unione di insegnanti denominata Zimbabwe Teachers’ Union (ZTU), ad esso affiliata, attraverso la quale il Ministero dell’Istruzione a dicembre ha annunciato un aumento di salario del 130% per coloro che avessero accettato di aderire al famigerato servizio nazionale.

Sulla carta l’aumento sembrerebbe destinato a tutti gli insegnanti e Chigwedere subdolamente si è permesso di affermare che: " Probabilmente questo è il miglior messaggio che gli insegnanti abbiano mai ricevuto da quando l’educazione occidentale è arrivata nel paese." Il Ministro ha aggiunto anche che il governo ha intenzione di introdurre un bonus di compensazione per gli insegnanti delle zone rurali, possibilmente entro il 2004, nel tentativo di convincerli a rimanere in queste zone disagiate per un periodo ragionevole ed in parte per ricompensarli della durezza del lavoro in ambienti e situazioni tanto difficili. Ha ammesso che gli insegnanti zimbabweani sono fra i peggio pagati di tutta la regione e che queste nuove misure erano destinate a trattenerli in servizio in un momento in cui potevano essere attratti da condizioni migliori offerte da altri paesi vicini.

Sta di fatto che un certo numero di insegnanti, specialmente di Masvingo, una città al centro del paese, è già caduto nella trappola; una sessantina di loro si dice si sia sottoposta al servizio nazionale per tre settimane, a gennaio. Un insegnante di cinquantaquattro anni che non ha voluto fornire le generalità ha comunicato al giornale indipendente "Daily News" che al suo gruppo sono state fatte fare esercitazioni militari che occupavano gran parte della giornata ed interrotte soltanto da improvvise lezioni di carattere politico. " Per un uomo della mia età dover correre 10 chilometri al giorno è stato veramente troppo" ha detto al giornale, aggiungendo di aver ricevuto, in concomitanza, un aumento, sebbene la maggior parte degli insegnanti sostenga invece di essere stata ingannata dal Ministero e non aver visto un centesimo.

Il Ministero dell’Istruzione non dice una parola sulla questione degli aumenti salariali e quando, alla fine di gennaio, Chigwedere è stato contattato, ha detto che per rendere effettivi questi aggiustamenti erano necessarie enormi somme di denaro. Ed ha aggiunto: " Questo problema ci impone, perciò, di aspettare per un po’ a mettere in pratica di queste misure."

Il coordinatore nazionale del PTUZ, Innocent Sibanda, conferma che gli insegnanti sono stati davvero allettati ad entrare nel servizio nazionale facendo leva sui loro miseri salari, facendogli firmare accordi ambigui che non rispondono affatto alle loro lagnanze e non soddisfano le loro necessità. Sibanda ha affermato che il governo sfrutta la disperazione degli insegnanti e li sta ingannando per farli continuare a lavorare.

Il rivale Nkala, della ZIMTA, afferma invece, che non ci vede niente di male nel servizio nazionale, dal momento che insegna quelli che lui definisce i " valori di essere uno zimbabweano." Aggiungendo, senza spiegare di quale conquista zimbabweana si tratti: " Dovremmo sapere che abbiamo ottenuto la nostra indipendenza col sangue e non vorremmo che ciò che abbiamo conquistato fino adesso ricadesse nelle mani dei bianchi."

Ma non sono solo gli insegnanti ad essere stati adescati ad entrare nel controverso programma; a gennaio il governo ha annunciato che tutti i diplomati delle scuole devono entrare a far parte del servizio nazionale per un certo periodo, prima di poter procedere con la loro istruzione.