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Zambia

Cristiani sotto accusa

Gli effetti degli attacchi terroristici dell’11 settembre negli Stati Uniti e le iniziative che all’indomani ha preso la comunità internazionale per combattere il terrorismo su scala mondiale hanno contribuito a rendere ancora più tesi i rapporti fra cristiani e musulmani nello Zambia. Il presidente dell’Associazione Indipendente di Controllo dello Zambia, Alfred Zulu, devoto musulmano, descrive la situazione ad Africanews.
Benedict Tembo

Gli avvenimenti dell’11 settembre 2001 hanno lasciato un segno indelebile nella storia del mondo. Quel giorno, dei terroristi, che si suppone facciano capo al miliardario integralista islamico Osama bin Laden, hanno dirottato degli aeroplani lanciandoli contro le torri gemelle del World Trade Center e il Pentagono, uccidendo migliaia di persone.

Le Nazioni Unite, con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1368 di quest’anno, hanno richiamato la comunità internazionale a raddoppiare gli sforzi per prevenire e sopprimere gli atti terroristici, migliorando la cooperazione fra i governi. Nell’ansia di combattere il terrorismo e sull’onda dell’intenso coinvolgimento emotivo che ne è scaturito, la gente, su molte questioni, ha preso posizioni assai definite e a volte settarie, specialmente per quanto riguarda gli aspetti religiosi. In alcuni paesi, per esempio, il rapporto già delicato fra cristiani e musulmani è stato duramente messo alla prova dagli attacchi terroristici, provocando un confronto fra gruppi che si accusano e demonizzano a vicenda.

In Zambia questo fenomeno si è dimostrato particolarmente acuto. Alfred Zulu, presidente della Associazione di Controllo Indipendente dello Zambia, un devoto musulmano, parla, dal suo punto di vista religioso ad Africa News, degli effetti che gli attacchi terroristici e i susseguenti sforzi della comunità internazionale tesi a combattere il terrorismo hanno avuto sui musulmani e sulle relazioni fra questi ultimi ed i cristiani.

Africanews: Da musulmano, ci parli dei rapporti fra islamici e cristiani in Zambia, prima degli attacchi agli Stati Uniti dell’11 settembre.

Zulu: La situazione non era definita, aveva contorni incerti, ma c’era comunque una gran carica di sospetto, specialmente da parte della comunità cristiana e dei governanti di questo paese. In Zambia, i musulmani non sono mai stati considerati parte integrante della società moderna, né di quella tradizionale. Per questo motivo i rapporti sono sempre stati poco amichevoli e molto tiepidi.

Africanews: Com’è ora il rapporto fra musulmani e cristiani, dopo gli attacchi?

Zulu: I rapporti fra questi due gruppi si sono deteriorati, divenendo molto tesi per il fatto che tutti i musulmani vengono percepiti come coloro che hanno perpetrato gli attacchi suicidi sugli Stati Uniti l’11 settembre. Da questo stato d’animo scaturisce una forte animosità nei confronti degli islamici e a complicare le cose ci si mette pure il fatto che gli appartenenti alla fede islamica sono gente inerme, senza potere politico di alcun genere. Si tratta di cittadini molto vulnerabili, specialmente ora che è in corso uno sforzo investigativo globale e senza troppi scrupoli per scovare e colpire a tutti i costi i responsabili degli attacchi. Ne risulta che oggi tutti i musulmani sono soggetti, a loro volta, ad una sorta di attacco, comunque, nella migliore delle ipotesi, ad una forte pressione.

Africanews: come erano le relazioni fra musulmani e cristiani, prima che lo Zambia venisse dichiarato una nazione cristiana?

Zulu: I musulmani sono sempre stati considerati cittadini di seconda categoria, in questa società. La cristianità ha sempre detenuto il potere politico ed i cristiani non hanno mai condiviso coi musulmani alcuna attività’ o iniziativa politica importante. Fin dall’indipendenza del ’64 non sono mai esistiti rappresentanti politici islamici nel governo del paese. La Costituzione dello Zambia discrimina qualsiasi fede che non sia quella cristiana, specialmente l’Islam, la setta di Watch Tower, le religioni africane riformate ed altre minoranze. Tutto ciò fa parte della linea politica ufficiale di questo paese nonostante l’Islam rappresenti la più antica forma di religione da queste parti. L’Islam ha preceduto la cristianità in Zambia e i missionari occidentali nelle loro spedizioni in Africa incontrarono l’Islam in questo paese più di 200 anni fa!

Africanews: E come sono cambiate le relazioni fra i musulmani e i cristiani dopo che lo Zambia è stato dichiarato ufficialmente una nazione cristiana?

Zulu: Le relazioni sono peggiorate parecchio. Da quando, per esempio, sono stati aboliti i programmi musulmani della ZNBC, la radio di Stato. Da allora gli islamici sono rimasti inchiodati in uno stato di discriminazione, senza diritto di voto, senza voce in capitolo e completamente tagliati fuori dalla vita pubblica. I musulmani non possono pregare nel corso delle cerimonie di stato, come per esempio i funerali, perfino se il defunto che si commemora è un musulmano. Anche in questo caso tutto si svolge in una chiesa cristiana e non in una moschea. Gli evangelici, i pentecostali e gli episcopali, specialmente, hanno un atteggiamento aggressivo e conflittuale nei confronti dei musulmani e purtroppo lo traducono in atti ostili contro gli islamici, avvalendosi del fatto che ufficialmente lo Zambia è diventato una nazione cristiana.