La Nonviolenza Possibile

Ma c'e' proprio bisogno degli eserciti ? I sostenitori della Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) pensano di no, e che per difendersi da eventuali aggressioni non e' necessario il ricorso a mezzi strettamente militari. La DPN e' l'organizzazione che un popolo puo' darsi per resistere ad invasioni straniere, a colpi di stato o ad ogni altra forma di minaccia violenta sulla collettivita', come ad esempio la mafia. Si basa sulla considerazione che nessuno puo' imporsi e governare senza la collaborazione del popolo ed il suo consenso. La strategia della DPN si basa su una graduale transizione da un modello di difesa della collettività basato sulle armi ad un modello di difesa basato sulla non-collaborazione con l'aggressore e sulla disobbedienza civile generalizzata nei confronti di chi minaccia le liberta' e i diritti della collettivita'.

La DPN presuppone perciò non la semplice assenza di violenza (e di conseguenza la non azione e la passivita') ma un capillare addestramento alla resistenza non armata contro qualunque tipo di aggressione e invasione, secondo piani ben studiati in precedenza. Questa ipotesi e' meno astratta di quanto sembri, se si considera che la lotta nonviolenta e' sempre esistita nel corso della storia, come sosteneva lo stesso Gandhi, secondo il quale "la verita' e la nonviolenza sono antiche come le montagne". Anche nel nostro secolo sono state numerose le risposte nonviolente ad aggressioni o soprusi. I coloni americani nel 1775 reagirono con il boicottaggio economico alla dominazione inglese, distruggendo in mare alcune casse di te' dirette al porto di Boston, e rifiutando di pagare le tasse. La lotta nonviolenta dell'India inizia il 9 aprile 1919, con un "hartal", un giorno di sciopero generale, in cui la popolazione rimane in casa. Il popolo indiano si mobilita sotto la guida di "Mahatma" (Grande Anima) Gandhi, e nel 1947 l'India si rende indipendente dalla Gran Bretagna.

Un'altra grande battaglia combattuta con armi nonviolente e' quella della popolazione di colore USA, guidata da Martin Luther King: nel 1955 Rosa Parks, una sarta nera di Montgomery, viene imprigionata per essersi rifiutata di cedere il posto in autobus ad un giovane bianco. King decide di lottare contro la segregazione razziale boicottando il servizio autobus di Montgomery (Alabama) e scatenando un movimento di opinione che portera' alla conquista di nuove liberta' per la popolazione afroamericana degli Stati Uniti. Il Boicottaggio dura 382 giorni, e si conclude con l'abolizione della segregazione sui mezzi pubblici. Dopo aver promosso nel '63 una manifestazione di 250.000 persone, King ottiene l'approvazione di una legge per l'uguaglianza dei diritti civili.