Polemiche dopo la disgrazia. Anche i Ds si spaccano

Il sostituto procuratore della Repubblica Mario Formisano ha aperto un’inchiesta sulla morte di Amoroso, cavallo del Bruco. Ha posto sotto sequestro la carcassa dell’animale, conservata nei macelli comunali, ha ordinato una visita esterna e prelievi di sangue e acquisito tutti i documenti relativi al baio di 8 anni morto durante il Palio dell’Assunta. Non ci sono ipotesi di reato, non ci sono indagati, almeno per ora.
Palio di Siena, l'incidente fatale ad Amoroso alla curva di San Martino (Cge)

La legge 189, entrata in vigore il 1° agosto, relativa ai «delitti contro gli animali», rappresenta un possibile spartiacque normativo in materia di maltrattamenti. Tesi che però al Comune contestano con decisione. Il giorno dopo il Palio d’agosto 2004 la sensazione è quella di una spirale immutabile, di una coazione a ripetere. Come in quei racconti di fantascienza in cui il protagonista è condannato a vivere cento volte gli stessi momenti. Il day after , in una Siena che si indispettisce come nei giorni più grigi, comincia con le denunce. Partono prima gli Animalisti e l’associazione eco-animalista Una, che chiedono spiegazioni al presidente della Regione Toscana Claudio Martinisull’autorizzazione da conferire alle manifestazioni storiche e culturali in base alla legge 189. La Lav invece dichiara di «raccogliere ogni informazione utile alla denuncia per maltrattamento di animali e omissione di atti d’ufficio da presentare alla procura della Repubblica per i gravissimi incidenti durante il Palio», chiede «il sequestro del cavallo schiantatosi sulla pista e calpestato dai fantini, senza che il buon senso e la pietà suggerisse a chi dice di amare tanto i cavalli di interrompere la corsa, e il sequestro degli altri quattro cavalli che risulterebbero feriti, prima che sulla loro sorte cali l’oblio o vaghe rassicurazioni». Ma la Lav punta l’indice anche contro la Rai, chiedendo il sequestro delle immagini.
Il fronte degli accusatori comprende pure Chiara Acciarini, senatrice Ds, che parla di «misure di sicurezza attenuate a Siena», e il vicepresidente del Comune di Roma, Monica Cirinnà, che chiede a Veltroni di «sospendere ogni rapporto con il Monte dei Paschi di Siena, cotesoriere del Comune». Perfino il Centro studi teologici di Milano chiede una pausa di riflessione a Siena e al suo arcivescovo.
«Fermare la corsa è un’ipotesi folle - è la prima replica del sindaco di Siena Maurizio Cenni, diessino anche lui -, al Palio non c’è mica la "safety car". L’incidente ad Amoroso è accaduto al secondo San Martino, il Palio dura meno di un minuto e 20 secondi, impossibile fermare cavalli al galoppo. E poi sarebbe stato deflagrante per la sicurezza e per l’ordine pubblico». Cenni ripete che «la morte del cavallo è stato frutto di una miscela casuale tra errori umani e comportamenti dell’animale». È convinto che «se Siena avesse chiesto l’autorizzazione alla Regione avrebbe ammesso che qui si maltrattano i cavalli. Il Palio non ha bisogno di salvacondotti o di deroghe, non rientriamo nei delitti previsti e puniti dalla legge 189. Alla senatrice Acciarini vorrei ricordare che le previsite, i controlli antidoping e tutto il resto funzionano da anni».

In serata, a Palazzo Pubblico, capitani e priori delle 17 Contrade, assieme ai deputati della Festa, si sono riuniti per suggellare il fronte comune. «Siamo insieme e uniti - dice alla fine della riunione il sindaco -, pronti a difendere la Festa da tutti gli attacchi. Siamo convinti di aver fatto sempre tutto quanto è nelle nostre possibilità per prevenire gli incidenti e garantire la sicurezza». Oggi parleranno le Contrade, sembra di sentire il rumore dei ponti levatoi che si alzano.

P.D.M.
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18.08.04