BEGIN:VCALENDAR VERSION:2.0 PRODID:-//peacelink.it//NONSGML kigkonsult.se iCalcreator 2.41.76// CALSCALE:GREGORIAN METHOD:PUBLISH UID:65653235-3831-4465-b362-623835343831 X-WR-CALNAME:Calendario PeaceLink - 25 NOVEMBRE 2005 : GIORNATA INTERNAZION ALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE X-WR-CALDESC:Gli appuntamenti del mondo pacifista italiano X-WR-TIMEZONE:Europe/Rome X-WR-RELCALID:pck-events-2424 BEGIN:VEVENT UID:36343930-6163-4337-a531-393734396630 DTSTAMP:20240329T014009Z DESCRIPTION:\;\n Associazione Volontarie del Telefono Rosa\n Via Ass ietta 13/a – 10128 Torino\n Telefono 011.530666/5628314 – fax 011.549184\n Internet: http://www.mandragola.com/tel_rosa\n e.mail: tel_rosa@show.it – telefonorosa@mandragola.com \n\n COMUNICATO STAMPA \n\n 25 NOVEMBRE 2005 : GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE \n\n Uccide più d onne la violenza subìta dal partner che non il cancro\, gli incidenti stra dali o le guerre: questa l’angosciante realtà presentata dal Consiglio d’E uropa. \n La violenza familiare\, in altre parole\, per le donne tra i 16 e i 44 anni\, in Europa\, è la prima causa di morte. \n Anche in questo ca so\, evidentemente\, non stiamo parlando di ciò che accade nel Paesi più p overi e marginali del mondo: ogni 4 minuti una donna viene violentata in A merica e nella progredita Svezia ogni 10 giorni una donna viene uccisa. \n I dati italiani\, purtroppo\, non si differenziano molto da quelli di alt ri Paesi: sono nella nostra memoria cronache recenti o recentissime che ri portano come il genere femminile sia esposto ad una serie molto alta di “r ischi sessuati”. \n In fondo\, come afferma il rapporto del Consiglio di E uropa\, é ormai chiaro che la violenza sulle donne non si manifesta solo i n un contesto già per altre ragioni definibile criminale a causa della com missione anche di altri reati da parte dell’autore\, o in un ambito segnat o da diversa patologia: nemmeno l’ipotesi che la violenza contro le donne sia l’effetto di degrado socioculturale ottiene ormai grandi crediti. \n E \, come sempre accade\, il dito è puntato sulla sensibilizzazione\, sull’a ttenzione\, sulle ottiche di prevenzione: materiale prezioso\, specialment e per il progetto futuro. Però oggi - così come ieri - quasi sempre le vit time conoscono il loro aggressore e le violenze più gravi e reiterate avve ngono proprio nel chiuso delle famiglie. \n E’ illusorio pensare che futur e generazioni possano\, fisiologicamente\, e senza una profonda riflession e critica estesa a tutti\, vivere una condizione di parità e di rispetto r ifiutando ciò che ormai apparterrebbe al passato: perché purtroppo il pass ato é ancora attualità. \n La vera scommessa per il futuro sarebbe proprio il poter constatare non solo\, come ovviamente é auspicabile\, una costan te diminuzione del fenomeno\, ma anche un innalzamento dell’ età media deg li autori di violenza nei confronti delle donne\, e di quella delle loro v ittime\, potendosi da ciò almeno in parte dedurre che presso le nuove gene razioni si é intanto diffusa una diversa cultura legata al genere. L’osser vazione attuale del Telefono Rosa di Torino\, che da anni accoglie e sosti ene vittime di violenza specialmente intrafamiliare\, oggi non dà questo r isultato: la violenza é analogamente diffusa in qualunque fascia di età.\n Le scienze sociali non potranno mai dirci i numeri esatti: il sommerso é\ , e temiamo sarà\, ancora notevole. Sappiamo anche che per molte donne il silenzio non è solo un sacrificio di sé nel rito del bilancio esistenziale \, ma anche una forma di autodifesa dalla frustrazione che provoca il fatt o di essere picchiata\, violentata o anche solo denigrata proprio dalla pe rsona con cui si è deciso di trascorrere perlomeno una parte significativa della propria vita. \n Le commemorazioni\, per non essere sterili\, devon o servire a promuovere tante e costanti occasioni in cui dibattere il prob lema\, ammettere consapevolmente il rischio\, valutare i primi segnali di una possibile aggressione maschile. Perché forse gli anni passano\, la cos cienza femminile aumenta\, ma la consapevolezza maschile di generare viole nza invece no\, non cresce. \n Torino\, novembre 2005\n Telefono Rosa Tori no\n\nhttps://www.peacelink.it/calendario/event.php?id=2424 DTSTART;VALUE=DATE:20051125 LOCATION:Torino SUMMARY:25 NOVEMBRE 2005 : GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE URL:https://www.peacelink.it/calendario/event.php?id=2424 X-ALT-DESC:
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e.mail: tel_rosa@sh
ow.it – telefonorosa@man
dragola.com \n
COMUNICATO STAMPA\n
25 NOVEMBRE 2005 : GIO RNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE\n
Uccide più donn
e la violenza subìta dal partner che non il cancro\, gli incidenti stradal
i o le guerre: questa l’angosciante realtà presentata dal Consiglio d’Euro
pa. \n
La violenza familiare\, in altre parole\, per le donne tra i 16
e i 44 anni\, in Europa\, è la prima causa di morte. \n
Anche in ques
to caso\, evidentemente\, non stiamo parlando di ciò che accade nel Paesi
più poveri e marginali del mondo: ogni 4 minuti una donna viene violentata
in America e nella progredita Svezia ogni 10 giorni una donna viene uccis
a. \n
I dati italiani\, purtroppo\, non si differenziano molto da quel
li di altri Paesi: sono nella nostra memoria cronache recenti o recentissi
me che riportano come il genere femminile sia esposto ad una serie molto a
lta di “rischi sessuati”. \n
In fondo\, come afferma il rapporto del C
onsiglio di Europa\, é ormai chiaro che la violenza sulle donne non si man
ifesta solo in un contesto già per altre ragioni definibile criminale a ca
usa della commissione anche di altri reati da parte dell’autore\, o in un
ambito segnato da diversa patologia: nemmeno l’ipotesi che la violenza co
ntro le donne sia l’effetto di degrado socioculturale ottiene ormai grandi
crediti. \n
E\, come sempre accade\, il dito è puntato sulla sensibil
izzazione\, sull’attenzione\, sulle ottiche di prevenzione: materiale prez
ioso\, specialmente per il progetto futuro. Però oggi - così come ieri -
quasi sempre le vittime conoscono il loro aggressore e le violenze pi
ù gravi e reiterate avvengono proprio nel chiuso delle famiglie. \n
E’
illusorio pensare che future generazioni possano\, fisiologicamente\, e
senza una profonda riflessione critica estesa a tutti\, vivere una condiz
ione di parità e di rispetto rifiutando ciò che ormai apparterrebbe al pa
ssato: perché purtroppo il passato é ancora attualità. \n
La vera s
commessa per il futuro sarebbe proprio il poter constatare non solo\, com
e ovviamente é auspicabile\, una costante diminuzione del fenomeno\, ma an
che un innalzamento dell’ età media degli autori di violenza nei confront
i delle donne\, e di quella delle loro vittime\, potendosi da ciò almen
o in parte dedurre che presso le nuove generazioni si é intanto diffusa
una diversa cultura legata al genere. L’osservazione attuale del Telefo
no Rosa di Torino\, che da anni accoglie e sostiene vittime di violenza sp
ecialmente intrafamiliare\, oggi non dà questo risultato: la violenza é a
nalogamente diffusa in qualunque fascia di età.\n
Le scienze sociali n
on potranno mai dirci i numeri esatti: il sommerso é\, e temiamo sarà\, a
ncora notevole. Sappiamo anche che per molte donne il silenzio non è solo
un sacrificio di sé nel rito del bilancio esistenziale\, ma anche una for
ma di autodifesa dalla frustrazione che provoca il fatto di essere picchia
ta\, violentata o anche solo denigrata proprio dalla persona con cui si è
deciso di trascorrere perlomeno una parte significativa della propria vita
. \n
Le commemorazioni\, per non essere sterili\, devono servire a pro
muovere tante e costanti occasioni in cui dibattere il problema\, ammetter
e consapevolmente il rischio\, valutare i primi segnali di una possibile a
ggressione maschile. Perché forse gli anni passano\, la coscienza femminil
e aumenta\, ma la consapevolezza maschile di generare violenza invece no\,
non cresce. \n
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