BEGIN:VCALENDAR VERSION:2.0 PRODID:-//peacelink.it//NONSGML kigkonsult.se iCalcreator 2.41.76// CALSCALE:GREGORIAN METHOD:PUBLISH UID:35303664-3862-4236-b961-353166303033 X-WR-CALNAME:Calendario PeaceLink - Se non ci fosse la Memoria... X-WR-CALDESC:Gli appuntamenti del mondo pacifista italiano X-WR-TIMEZONE:Europe/Rome X-WR-RELCALID:pck-events-9264 BEGIN:VEVENT UID:30633866-6535-4564-a637-643639316237 DTSTAMP:20240328T185828Z DESCRIPTION:PRESENTAZIONE:\n Se non ci fosse la Memoria... \n\n http://www. peacelink.it/pace/a/44349.html \n\n Se non ci fosse la Memoria... \n\n UPM - UN PUNTO MACROBIOTICO\, Centro Culturale 'UPM DI SEGRATE' \n\n ORGANIZZ A \n\n in collaborazione con ANPI Nova Milanese e ANPI Pioltello \n\n con il Patrocinio della Città di Segrate \n\n SABATO 6 MAGGIO 2017 \n\n \n Dal le ore 14.00 in Piazzetta dei Fiori Segrate\n \n\n SE NON CI FOSSE LA MEM ORIA ... \n\n Incontro pubblico gratuito\, per tutta la cittadinanza e gli studenti con: \n\n \n\n Emilio Bacio Capuzzo Partigiano ex Deportato Gio vane Antifascista sfuggito in modo rocambolesco al trasferimento nei campi di concentramento nazifascisti. \n\n \n\n Adelmo Cervi figlio di Aldo un o dei 7 fratelli della \n\n Famiglia Cervi. \n\n \n\n \n\n Con Fabrizio Cracolici\, Presidente ANPI Nova Milanese (Monza e Brianza) \n\n e con Lau ra Tussi\, Associazione PeaceLink - Telematica per la pace\, ARCI Ponti di Memoria. \n\n \n\n Per chi lo desidera\, prima è possibile pranzare dall e ore 12:30 \n\n presso il Ristorante affiliato al “Centro UPM Di Segrate” in piazzetta dei Fiori 15.\n \n\n Per informazioni e prenotazioni contat tare: \n\n “Centro UPM di Segrate” 02-2137713 upmsegrate@virgilio.it \n\n \n Adelmo Cervi è figlio di Verina Castagnetti e Aldo\, terzogenito dei s ette fratelli Cervi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Em ilia il 28 dicembre del 1943. Adelmo aveva appena compiuto quattro mesi. S uo nonno Alcide\, la cui figura entusiasmò Italo Calvino («Lotta contro la guerra\, patriottismo concreto\, nuovo slancio di cultura\, fratellanza i nternazionale\, inventiva nell’azione\, coraggio\, amore della famiglia e della terra\, tutto questo fu nei Cervi»)\, ha pubblicato nel 1955 I miei sette figli\, a cura di Renato Nicolai\, un classico della Resistenza stam pato in centinaia di migliaia di copie e tradotto in moltissime lingue. \n \n Un ex-ragazzo di oggi\, figlio di un padre strappato alla vita\, raccon ta quel padre\, Aldo\, partigiano con i suoi sei fratelli nella banda Cerv i\, per rivendicare la sua storia e\, al tempo stesso\, per rivendicare di essere figlio di un uomo\, non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie. \n\n Una vicenda straordinaria racchiusa tra due fotografie. La prima\, degli anni Trenta: una grande famiglia riunita\, contadini della pianura\, sette fratelli\, tutti con il vestito buono\, insieme alle sorel le e ai genitori. La seconda\, due anni dopo la fucilazione dei sette frat elli: solo vedove e bambini\, indifesi di fronte alle durezze del periodo\ , alla miseria\, ai debiti\, anche alle maldicenze. Adelmo è seduto sulle ginocchia del nonno\, in faccia l’espressione di chi è sopravvissuto a una tempesta. O a un naufragio. \n\n C’è tutto un mondo da raccontare in mezz o a quelle due foto\, con la voce di un bambino che ha imparato a cullarsi da solo\, perché suo padre è morto troppo presto e sua madre ora è china sui campi. \n\n Questa è una storia vera\, talmente vera che sembra un rom anzo. Il romanzo d’amore di chi sa bene che l’amore si nutre di libertà. \n\n \n\n \n\n Adelmo Cervi\, con Giovanni Zucca 'IO CHE CONOSCO il TUO CUORE'\, Edizioni PIEMME\, Milano 2014 \n\n Storia di un padre Partigiano raccontata da un figlio. \n La più grande storia della nostra Resistenza d alla voce di un testimone bambino. \n\n Adelmo Cervi\, con Giovanni Zucca 'IO CHE CONOSCO il TUO CUORE'\, Edizioni PIEMME\, Milano 2014 \n\n Recensi one di Laura Tussi - PeaceLink \n\n e Fabrizio Cracolici - Presidente ANPI Nova Milanese \n\n Edizioni PIEMME\, Milano 2014 \n\n \n\n Adelmo Cervi è un ex ragazzo di oggi\, figlio di un padre strappato alla vita\, che rac conta quel padre\, Aldo\, Partigiano con i suoi sette fratelli nella banda Cervi\, per narrare la sua storia e per rivendicare di essere figlio di u n uomo e non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie. Adelmo v uole\, con questo libro\, raccontare non la Storia\, ma una storia\, in cu i riporta quello che gli hanno raccontato e lo “condisce” abilmente - graz ie alla collaborazione dello scrittore Giovanni Zucca - con quello che inv ece non gli hanno mai raccontato e con quello che ha scoperto e imparato l eggendo libri e parlando con parenti\, amici e studiosi. Non è la sua stor ia. È la storia di un uomo che non c'è più. Sette uomini\, sette vite\, se tte morti e sette medaglie. E una cosa sola: un mito in cui i singoli uomi ni spariscono. Loro non erano una cosa sola. Erano sette fratelli e avevan o ognuno un nome\, un carattere\, una vita\, una storia. \n\n Uno di loro era il padre di Adelmo\, della voce narrante di questo libro\, ossia era A ldo Cervi. Aldo voleva cambiare il mondo e\, insieme al fratello più grand e\, Gelindo\, aveva convinto gli altri fratelli che era giusto cambiare un a realtà di miseria\, di ristrettezze e soprusi. \n\n I sette fratelli son o stati travolti da una tempesta chiamata guerra: in un mondo che persegui tava e sterminava i diversi\; che opprimeva i lavoratori\, sfruttandoli fi no alla morte\; che\, quando doveva liberarsi dei rivoluzionari\, lo facev a senza scrupoli. \n\n Ancora giovanissimo\, Aldo assiste all'insorgere mi naccioso del fascismo\, della dittatura. L'ombra oscura del fascismo si al lunga sulle campagne reggiane\, seminando vigliaccamente lo scompiglio e i l terrore: aggressioni\, prepotenze\, intimidazioni che contrastano le leg he contadine e le cooperative sotto la minaccia mafiosa degli squadristi a rmati. \n\n Aldo si è “voltato” a queste acerrime condizioni. \n\n Imprigi onato a Gaeta\, prese coscienza della propria appartenenza di classe\, leg gendo molti libri\, da Marx al Vangelo: libri che predicano la liberazione dall'oppressione. \n\n I Cervi\, da Valle Re ai Campi Rossi\, erano conta dini\, che avevano creato dal nulla\, non solo un'azienda familiare all'av anguardia\, ma anche un modello di propaganda clandestina contro il regime \, tramite un internazionalismo proletario concreto e efficace. \n\n Dopo la svolta di Gaeta\, Aldo cominciò a discutere di politica\, a fare propag anda antifascista con costanza e a imparare anche la prudenza. \n\n Il reg ime non lo sa ancora\, ma Aldo Cervi\, con l'aiuto dei suoi sette fratelli e la complicità di un gruppuscolo di comunisti e simpatizzanti dei dintor ni sta già lottando contro\, con l'idea di fare Resistenza. I Cervi infatt i agiscono\, intensificando la controinformazione con l'aiuto di Lucia Sar zi\, un'attrice girovaga e altri giovani di Campegine e dintorni... fino a lla caduta del fascismo nel 1943. Ma la guerra continua e loro invece vole vano la Pace. Ai Cervi non interessa la patria\, che non coincide con un m ondo più giusto e più libero. Nel frattempo i Russi stanno morendo a milio ni per salvare il sogno della rivoluzione dagli artigli di Hitler. \n\n La Resistenza è dire no. La Resistenza è sorridere dentro\, perché sai che t i stai opponendo per il cambiamento\, in nome della vita e non della morte \, con le emozioni vere\, condivise con i compagni\, che non hanno limiti\ , né bandiere\, né confini. E come cantano anche i Modena City Ramblers: \n\n chi non vuole chinare la testa\, \n\n con noi prenda la strada dei mo nti \n\n Ma i capi del comitato militare di Reggio hanno deciso che il mod o di agire della banda Cervi è troppo pericoloso e che se qualcosa non fun ziona\, l'intera rete clandestina del partito rischia di saltare. \n\n E c osì hanno ordinato di lasciarli soli. \n\n Vi hanno lasciati soli. \n\n Le loro vere armi erano gli ideali\, i libri\, la vanga e il trattore. Aldo era già partigiano prima ancora di toccare un'arma. Partigiano perché “di parte”\, di quella parte che lui sentiva giusta. La stessa parte dove sta adesso il figlio Adelmo. La parte della Pace. Della giustizia. Dell'uguagl ianza. La parte dei fratelli Cervi. \n\n I Cervi\, entrati nel mito\, in q ualche modo non sono mai morti\, come cantano i Gang in coda alla loro can zone\, perché quando non ci si vede ben chiaro\, a volte è meglio lasciar parlare gli artisti\, i poeti\, i musicisti\, con qualche idea in più: \n \n sette uomini sette \n\n sette ferite \n\n e sette solchi \n\n ci disse la pianura \n\n i figli di Alcide \n\n non sono mai morti \n\n Note: \n\n su PRESSENZA - International Press Agency: \n http://www.pressenza.com/it/ 2014/11/conosco-tuo-cuore/ \n\n su ILDialogo.org: \n http://www.ildialogo. org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1415638209.htm \n\n su Libera.TV - la Social Web TV delle idee\, delle passioni\, delle l otte: \n http://www.libera.tv/pictures/746/adelmo-cervi-con-giovanni-zucca -io-che-conosco-il-tuo-cuore-edizioni-piemme-milano-2014.html \n\n su Libe roLibro: \n http://www.liberolibro.it/adelmo-cervi-giovanni-zucca-io-che-c onosco-il-tuo-cuore/\n\nhttps://www.peacelink.it/calendario/event.php?id=9 264 DTSTART;TZID=CET:20170506T140000 LOCATION:SEGRATE SUMMARY:Se non ci fosse la Memoria... 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Se non ci fosse la Memoria...\n
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Se non ci fosse la Memoria...\n
UPM - UN PUNTO MACROBIO TICO\, Centro Culturale 'UPM DI SEGRATE'\n
ORGANIZZA\n
in coll aborazione con ANPI Nova Milanese e ANPI Pioltello\n
con il Patrocin io della Città di Segrate\n
SABATO 6 MAGGIO 2017\n
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Dal
le ore 14.00 in Piazzetta dei Fiori Segrate\n
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SE NON CI FOSS E LA MEMORIA ...\n
Incontro pubblico gratuito\, per tutta la cittadi nanza e gli studenti con:\n
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Emilio Bacio Capuzzo Partigia no ex Deportato Giovane Antifascista sfuggito in modo rocambolesco al tras ferimento nei campi di concentramento nazifascisti.\n
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Adel mo Cervi figlio di Aldo uno dei 7 fratelli della\n
Famiglia Cervi.\n
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Con Fabrizio Cracolici\, Presidente ANPI Nova M ilanese (Monza e Brianza)\n
e con Laura Tussi\, Associazione PeaceLi nk - Telematica per la pace\, ARCI Ponti di Memoria.\n
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Per chi lo desidera\, prima è possibile pranzare dalle ore 12:30\n
pres
so il Ristorante affiliato al “Centro UPM Di Segrate” in piazzetta dei Fio
ri 15.\n
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Per informazioni e prenotazioni contattare:\n
“Centro UPM di Segrate” 02-2137713 upmsegrate@virgilio.it \n
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Adelmo Cervi è figlio di Ve
rina Castagnetti e Aldo\, terzogenito dei sette fratelli Cervi fucilati da
i fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943. A
delmo aveva appena compiuto quattro mesi. Suo nonno Alcide\, la cui figura
entusiasmò Italo Calvino («Lotta contro la guerra\, patriottismo concreto
\, nuovo slancio di cultura\, fratellanza internazionale\, inventiva nell’
azione\, coraggio\, amore della famiglia e della terra\, tutto questo fu n
ei Cervi»)\, ha pubblicato nel 1955 I miei sette figli\, a cura di Renato
Nicolai\, un classico della Resistenza stampato in centinaia di migliaia d
i copie e tradotto in moltissime lingue.\n
Un ex-ragazzo di oggi\, f iglio di un padre strappato alla vita\, racconta quel padre\, Aldo\, parti giano con i suoi sei fratelli nella banda Cervi\, per rivendicare la sua s toria e\, al tempo stesso\, per rivendicare di essere figlio di un uomo\, non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie.\n
Una vicen da straordinaria racchiusa tra due fotografie. La prima\, degli anni Trent a: una grande famiglia riunita\, contadini della pianura\, sette fratelli\ , tutti con il vestito buono\, insieme alle sorelle e ai genitori. La seco nda\, due anni dopo la fucilazione dei sette fratelli: solo vedove e bambi ni\, indifesi di fronte alle durezze del periodo\, alla miseria\, ai debit i\, anche alle maldicenze. Adelmo è seduto sulle ginocchia del nonno\, in faccia l’espressione di chi è sopravvissuto a una tempesta. O a un naufrag io.\n
C’è tutto un mondo da raccontare in mezzo a quelle due foto\, con la voce di un bambino che ha imparato a cullarsi da solo\, perché suo padre è morto troppo presto e sua madre ora è china sui campi.\n
Que sta è una storia vera\, talmente vera che sembra un romanzo. Il romanzo d’ amore di chi sa bene che l’amore si nutre di libertà.\n
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Adelmo Cervi\, con Giovanni Zucca 'IO CHE CONOSCO il TUO CUORE'\, Edizioni PIEMME\, Milano 2014\n
Storia di un padre Partigiano racco
ntata da un figlio. \n
La più grande storia della nostra Resistenza da
lla voce di un testimone bambino.\n
Adelmo Cervi\, con Giovanni Zucc a 'IO CHE CONOSCO il TUO CUORE'\, Edizioni PIEMME\, Milano 2014\n
Re censione di Laura Tussi - PeaceLink\n
e Fabrizio Cracolici - Preside nte ANPI Nova Milanese\n
Edizioni PIEMME\, Milano 2014\n
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Adelmo Cervi è un ex ragazzo di oggi\, figlio di un padre strappato a lla vita\, che racconta quel padre\, Aldo\, Partigiano con i suoi sette fr atelli nella banda Cervi\, per narrare la sua storia e per rivendicare di essere figlio di un uomo e non di un mito pietrificato dal tempo e dalle i deologie. Adelmo vuole\, con questo libro\, raccontare non la Storia\, ma una storia\, in cui riporta quello che gli hanno raccontato e lo “condisce ” abilmente - grazie alla collaborazione dello scrittore Giovanni Zucca - con quello che invece non gli hanno mai raccontato e con quello che ha sco perto e imparato leggendo libri e parlando con parenti\, amici e studiosi. Non è la sua storia. È la storia di un uomo che non c'è più. Sette uomini \, sette vite\, sette morti e sette medaglie. E una cosa sola: un mito in cui i singoli uomini spariscono. Loro non erano una cosa sola. Erano sette fratelli e avevano ognuno un nome\, un carattere\, una vita\, una storia. \n
Uno di loro era il padre di Adelmo\, della voce narrante di quest o libro\, ossia era Aldo Cervi. Aldo voleva cambiare il mondo e\, insieme al fratello più grande\, Gelindo\, aveva convinto gli altri fratelli che e ra giusto cambiare una realtà di miseria\, di ristrettezze e soprusi.\n
I sette fratelli sono stati travolti da una tempesta chiamata guerra: in un mondo che perseguitava e sterminava i diversi\; che opprimeva i lavo ratori\, sfruttandoli fino alla morte\; che\, quando doveva liberarsi dei rivoluzionari\, lo faceva senza scrupoli.\n
Ancora giovanissimo\, Al do assiste all'insorgere minaccioso del fascismo\, della dittatura. L'ombr a oscura del fascismo si allunga sulle campagne reggiane\, seminando vigli accamente lo scompiglio e il terrore: aggressioni\, prepotenze\, intimidaz ioni che contrastano le leghe contadine e le cooperative sotto la minaccia mafiosa degli squadristi armati.\n
Aldo si è “voltato” a queste ace rrime condizioni.\n
Imprigionato a Gaeta\, prese coscienza della pro pria appartenenza di classe\, leggendo molti libri\, da Marx al Vangelo: l ibri che predicano la liberazione dall'oppressione.\n
I Cervi\, da V alle Re ai Campi Rossi\, erano contadini\, che avevano creato dal nulla\, non solo un'azienda familiare all'avanguardia\, ma anche un modello di pro paganda clandestina contro il regime\, tramite un internazionalismo prolet ario concreto e efficace.\n
Dopo la svolta di Gaeta\, Aldo cominciò a discutere di politica\, a fare propaganda antifascista con costanza e a imparare anche la prudenza.\n
Il regime non lo sa ancora\, ma Aldo C ervi\, con l'aiuto dei suoi sette fratelli e la complicità di un gruppusco lo di comunisti e simpatizzanti dei dintorni sta già lottando contro\, con l'idea di fare Resistenza. I Cervi infatti agiscono\, intensificando la c ontroinformazione con l'aiuto di Lucia Sarzi\, un'attrice girovaga e altri giovani di Campegine e dintorni... fino alla caduta del fascismo nel 1943 . Ma la guerra continua e loro invece volevano la Pace. Ai Cervi non inter essa la patria\, che non coincide con un mondo più giusto e più libero. Ne l frattempo i Russi stanno morendo a milioni per salvare il sogno della ri voluzione dagli artigli di Hitler.\n
La Resistenza è dire no. La Res istenza è sorridere dentro\, perché sai che ti stai opponendo per il cambi amento\, in nome della vita e non della morte\, con le emozioni vere\, con divise con i compagni\, che non hanno limiti\, né bandiere\, né confini. E come cantano anche i Modena City Ramblers:\n
chi non vuole chinare la testa\,\n
con noi prenda la strada dei monti\n
Ma i capi de l comitato militare di Reggio hanno deciso che il modo di agire della band a Cervi è troppo pericoloso e che se qualcosa non funziona\, l'intera rete clandestina del partito rischia di saltare.\n
E così hanno ordinato di lasciarli soli.\n
Vi hanno lasciati soli.\n
Le loro vere a rmi erano gli ideali\, i libri\, la vanga e il trattore. Aldo era già part igiano prima ancora di toccare un'arma. Partigiano perché “di parte”\, di quella parte che lui sentiva giusta. La stessa parte dove sta adesso il fi glio Adelmo. La parte della Pace. Della giustizia. Dell'uguaglianza. La pa rte dei fratelli Cervi.\n
I Cervi\, entrati nel mito\, in qualche mo do non sono mai morti\, come cantano i Gang in coda alla loro canzone\, pe rché quando non ci si vede ben chiaro\, a volte è meglio lasciar parlare g li artisti\, i poeti\, i musicisti\, con qualche idea in più:\n
sett e uomini sette\n
sette ferite\n
e sette solchi\n
ci diss e la pianura\n
i figli di Alcide\n
non sono mai morti\n
Note:\n
su PRESSENZA - International Press Agency: \n
http://www.pressenza.com/it/
2014/11/conosco-tuo-cuore/\n
su ILDialogo.org: \n
http://www.ildialogo.org/cultura/Recensi
oni_1415638209.htm'>http://www.ildialogo
.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1415638209.htm<
/a>\n
su Libera.TV - la Social Web TV delle idee\, delle passion
i\, delle lotte: \n
http://www.libera.tv/pictures/746/adelmo-cervi-con-giovanni-zucca-io-che
-conosco-il-tuo-cuore-edizioni-piemme-milano-2014.html\n
su
LiberoLibro: \n
http://www.liber
olibro.it/adelmo-cervi-giovanni-zucca-io-che-conosco-il-tuo-cuore/