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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

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La costruzione della pace dopo un conflitto (post-conflict peace-building)



Le operazioni di pacificazione e di mantenimento della pace, per avere veramente successo, devono giungere ad includere degli sforzi globali per individuare e sostenere strutture che tenderanno a consolidare la pace e a far progredire un senso di fiducia e di benessere tra la gente.

Attraverso degli accordi volti a porre termine alla lotta civile, questi possono includere
- il disarmo delle parti precedentemente in guerra e il ripristino dell’ordine,
- la custodia e la possibile distruzione delle armi,
- il rimpatrio dei rifugiati,
- il sostegno consultivo e addestrativo al personale di sicurezza,
- la supervisione sulle elezioni,
- l’attuazione di sforzi per tutelare i diritti dell’uomo,
- la riforma o il rafforzamento delle istituzioni governative,
- la promozione di processi formali e informali di partecipazione politica.

All’indomani di un conflitto internazionale, la costruzione della pace dopo un conflitto può assumere la forma di concreti progetti operativi che uniscono due o più paesi in un’impresa reciprocamente benefica che può non solo contribuire allo sviluppo economico ma anche promuovere la fiducia che è così fondamentale per la pace. Possono essere progetti ai fini dello sviluppo agricolo, per migliorare i trasporti o utilizzare le risorse come acqua o elettricità che gli Stati hanno bisogno di condividere, o i programmi congiunti attraverso i quali le barriere tra nazioni sono abbattute con il ricorso a viaggi più liberi, scambi culturali e progetti educativi e giovanili di reciproco beneficio.
Ridurre inoltre le percezioni ostili attraverso gli scambi educativi e un cambiamento dei curricula può rivelarsi essenziale per prevenire il riemergere di tensioni culturali e nazionali che potrebbero accendere rinnovate ostilità.

In tal modo, il concetto di costruzione della pace come costruzione di un nuovo ambiente dovrebbe essere considerato come il complemento della diplomazia preventiva, che cerca di evitare il deterioramento di condizioni pacifiche. Quando scoppia un conflitto, entrano in gioco degli sforzi volti a rafforzare reciprocamente pacificazione e mantenimento della pace. Una volta che questi abbiano conseguito i loro obiettivi, solamente un lavoro sostenuto e collaborativo per affrontare i fondamentali problemi economici, sociali, culturali e umanitari può collocare una pace raggiunta su delle fondamenta stabili.

La diplomazia preventiva è volta a evitare una crisi; la costruzione della pace dopo un conflitto serve a prevenirne il ripetersi.

La costruzione della pace dopo un conflitto civile o internazionale deve occuparsi del serio problema delle mine nascoste, molte decine di milioni delle quali restano disseminate in attuali o precedenti zone di combattimento. Lo sminamento rientra appieno nei termini di riferimento delle operazioni di mantenimento della pace ed è di un’importanza cruciale nel ripristino dell’attività quando la costruzione della pace è in corso di attuazione: l’agricoltura non può essere riattivata senza lo sminamento e la ripresa dei trasporti può richiedere la posa di una sede stradale resistente per prevenire una nuova collocazione di mine. In tali casi, diventa evidente il legame tra pacificazione e mantenimento della pace.
Proprio come le zone smilitarizzate possono servire la causa della diplomazia preventiva e del dispiegamento preventivo per evitare un conflitto, così la smilitarizzazione può contribuire al mantenimento della pace o alla costruzione della pace dopo un conflitto, come misura per elevare il senso di sicurezza e per incoraggiare le parti a rivolgere le loro energie all’attività di restaurazione pacifica delle loro società.

Infine, è importante che la comunità internazionale assicuri l’appoggio per la trasformazione di strutture e di capacità nazionali carenti, e per il rafforzamento di nuove istituzioni democratiche. Infatti, la pace sociale è altrettanto importante quanto la pace strategica o politica. C’è un’ovvia connessione tra le consuetudini democratiche - come la supremazia del diritto e la trasparenza nei processi decisionali - e il conseguimento di una vera pace e sicurezza in qualsiasi ordine politico nuovo e stabile.

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