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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

Ultime novita'

Prima Assemblea Ecumenica Europea

"Pace nella Giustizia"

Basilea (Svizzera), 15-21 maggio 1989



Basilea 1989 logo Dal 15 al 21 maggio 1989 si è svolta a Basilea la prima Assemblea Ecumenica Europea, sul tema "Pace nella Giustizia".

Come ebbe a dire il card. Carlo Maria Martini, presidente dei vescovi cattolici europei, l'assemblea di Basilea "è stata un avvenimento storico, per la storia dell'ecumenismo e per la storia d'Europa". Infatti, per la prima volta, delegati ufficiali di tutte le chiese europee si sono incontrati e confrontati, dopo aver per mesi lavorato nelle proprie comunità e dopo un'ampia consultazione "di base".

L'assemblea di Basilea è stata promossa dalla Conferenza delle Chiese Europee (KEK) e dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) e presieduta dai rispettivi presidenti, il metropolita Alessio e il card. Martini.

Il documento finale è stato approvato dalla stragrande maggioranza dei delegati presenti.
Hanno votato 504 delegati: 481 a favore dell’adozione del documento, 12 contro e 11 si sono astenuti.
La maggioranza del 95,4% dei voti è stata ben al di sopra di quella richiesta, che era il 75%.




MESSAGGIO FINALE

Proclamato durante la celebrazione ecumenica a chiusura dell'Assemblea Ecumenica Europea e rivolto a tutti i cristiani d'Europa

Care sorelle e cari fratelli,

1. Per la prima volta delegati di tutte le Chiese d' Europa si sono riuniti, venendo dall'Est e dall'Ovest, dal Sud e dal Nord, al di là di quelle frontiere confessionali e politiche che fino a poco tempo fa sembravano insormontabili. Per quanto profonde fossero le ferite e le divisioni del passato, i legami che ci uniscono in Cristo si sono dimostrati più forti. Sta nascendo una comunione che ci riempie di speranza e di riconoscenza.

2. "Giustizia e pace si sono abbracciate" .Queste parole del Salmista hanno costituito l'asse dei lavori della nostra Assemblea. Quanto però siamo ancora lontani da tale promessa! Milioni dl uomini, di donne. di bambini sono vittime della povertà, della fame e della guerra. I diritti fondamentali degli uomini sono ancora costantemente violati. Specie animali e vegetali scompaiono definitivamente. La vita delle generazioni future e pure la nostra è oggi messa in pericolo.

3. Cosa dice il Vangelo in quest'ora a noi cristiani d'Europa? La condizione fondamentale di ogni testimonianza credibile è la conversione: conversione al Creatore che nel suo amore si prende cura di ognuna delle sue creature; conversione a Gesù Cristo, Figlio di Dio, che ci ha dato l'esempio di umanità autentica; conversione allo Spirito Santo, sorgente della vita nuova.
Come cristiani europei abbiamo una grande responsabilità nella causa della crisi odierna. Per questo chiediamo a Dio di perdonare il nostro peccato e di darci la forza di convertirci, per divenire strumenti della sua pace.

4. Il progetto di Dio per l'umanità rimane un mistero che nessuno può sondare; ma fondandoci sull'Evangelo noi abbiamo la certezza che Dio vuole condurre la sua creazione alla redenzione. In base a questa certezza noi vogliamo .resistere a ogni tipo di fatalismo. Come l'apostolo Paolo, anche noi siamo oggi incaricati di trasmettere l'esortazione: "Siate riconciliati con Dio".
Ma lasciarsi riconciliare con Dio significa nello stesso tempo resistere alle forze della distruzione e della morte.

Ogni essere umano. indipendentemente dal sesso, dalla razza, dalla nazionalità, dalla lingua porta in sé l’immagine di Dio ed è perciò membro con pieni diritti della società. Dobbiamo testimoniare chiaramente che Cristo stesso soffre in tutti quelli la cui dignità è calpestata; dobbiamo saperlo seguire nel suo essere dalla parte degli oppressi, di quelli che sono privati dei loro diritti, dei torturati. Vogliamo affermare i diritti dei profughi e ci impegniamo a costruire una società nella Quale uomini e donne si dividono in modo uguale le responsabilità.

- Miseria e fame sono uno scandalo. e non ci possono lasciare tranquilli. Ci impegniamo, sia a livello mondiale che a quello locale, ad una politica di condivisione e a sostenere ogni passo nella direzione di un alleggerimento del debito che opprime tanti paesi del Terzo Mondo.

- La guerra come mezzo per risolvere i conflitti deve essere superata.
Faremo tutto il possibile, ognuno nel proprio paese, perché si realizzi la visione di una sicurezza comune. Ci impegniamo oggi a creare al di qua e al di là delle frontiere, un clima di fiducia, nel quale possa crescere la disponibilità ad un disarmo sia nucleare che chimico e convenzionale. La testimonianza della nonviolenza è inscindibilmente legata al cammino della riconciliazione.

- Dobbiamo lottare contro l'illusione che lo sfruttamento della natura sia senza limiti. Un rapporto pacifico con la natura presuppone la rinuncia alle strutture che minacciano la vita, sia nell’economia che nella società. Abbiamo constatato in questi giorni, una volta di più, che deve essere drasticamente ridotto il consumo delle risorse e dell'energia. Questo esige da parte di noi tutti uno stile di vita più semplice e radicalmente diverso.

5. Per assolvere il compito che abbiamo ricevuto, abbiamo bisogno gli uni degli altri. Certo è il patto di Dio in Gesù Cristo. Alla luce di questo annuncio vogliamo dimorare nella comunione fraterna e nella solidarietà. Le trasformazioni politiche e sociali che oggi accadono in Europa danno motivo di speranza. Vogliamo insieme dare il nostro contributo perché si possa stabilire una maggiore giustizia, una maggiore disponibilità al dialogo, una maggiore attenzione ai doni della creazione. Come una crisi nazionale va al di là delle nostre frontiere, così anche la nostra comunione deve oltrepassarle. Questa deve essere aperta all’amicizia e alla collaborazione con tutti coloro che cercano la pace nella giustizia, a qualsiasi religione o convinzione appartengano. Solo così la nostra comunione potrà diventare un segno di speranza in un mondo come il nostro, minacciato e diviso.

Lo Spirito Santo di Dio, che ci ha raccolti qui, agirà ben al di là delle nostre attese. Noi crediamo che egli è gia all'opera per far crescere il seme che qui è stato seminato.

Questa e la nostra speranza.
Questa e la nostra preghiera.

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