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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

Ultime novita'

Giovanni Sartor

Le violenze e le piogge, il Darfur soffre ancora

"Italia Caritas" settembre 2004

Proseguono faticose le trattative di pace per la regione occidentale del Sudan.
Ma la stagione inasprisce la già grave situazione umanitaria.



L’Onu definisce la crisi del Darfur, regione occidentale del Sudan, la più grave catastrofe umanitaria attualmente in corso nel mondo: circa un milione e mezzo di persone (neri africani) costrette ad abbandonare i propri villaggi, sfuggendo agli attacchi delle milizie arabe. Circa 200 mila rifugiati hanno dovuto ripiegare nel vicino Ciad, gli altri hanno cercato protezione nelle città principali della regione o nei campi per sfollati che le organizzazioni umanitarie stanno istituendo. L’insicurezza permane anche nei campi, dove si sono verificati ripetuti casi di violenza sulle donne, quando si allontanano per cercare legna o lavori saltuari nei villaggi.

La situazione nel Darfur non sembra migliorare, anche se il governo di Khartoum promette che farà il possibile per disarmare le milizie, condizione richiesta dal Consiglio di sicurezza Onu per evitare sanzioni. Il cessate il fuoco, siglato ad aprile tra due movimenti politici e militari locali (Sudanese Liberation Movement/Army e Justice and Equality Movement) e il governo di Khartoum (da molti accusato di sostenere le milizie arabe Janjaweed) non viene rispettato. I contendenti continuano a fronteggiarsi e le trattative per raggiungere un duraturo accordo di pace sono in corso con la mediazione del presidente della Nigeria, Olusegun Obasanjo, presidente di turno dell’Unione Africana. Ma fino a questo momento non hanno ottenuto risultati positivi.

Il problema maggiore per la popolazione del Darfur so no ora le piogge. I ripari provvisori vengono facilmente distrutti dai violenti temporali. Molte piste stanno diventando impraticabili e alcune zone non si possono più raggiungere via terra, mentre per altre il viaggio, che prima durava poche ore, richiede ormai un’intera giornata. «Abbiamo molto freddo quando piove e per i bambini è facile ammalarsi. Abbiamo bisogno di un riparo sicuro, che ci protegga dai temporali sempre più frequenti. Se non sarà possibile ricevere altri aiuti, non potremo coltivare le nostre terre», si rabbuia Fatima, una delle tante donne vittime innocenti della guerra. È fuggita dal suo villaggio dopo l’attacco dalle milizie, che le hanno ucciso il marito: da sei mesi lotta ogni giorno con i suoi bambini per sopravvivere nel campo di Um Labassa.
Qui, come nel vicino campo di Kubum, tutti guardano la pioggia preoccupati, sanno che ogni temporale è un ostacolo all’arrivo degli aiuti.

L’intervento Caritas
In questi due campi per sfollati la rete internazionale Caritas ha allestito due centri sanitari. Gli interventi, finanziati anche da Caritas Italiana, sono molteplici: dopo l’apertura dell’ufficio di coordinamento per il Darfur del Sud a Nyala, sono stati distribuiti aiuti nei campi intorno alle città e ai villaggi di Nyala, Zalingi, Mershing e Beliel. Caritas Internationalis si sta inoltre coordinando con le agenzie Onu per intervenire nelle aree più periferiche, dove minore o inesistente è la presenza di organizzazioni umanitarie e quindi di aiuti.

articolo tratto da IC logo

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