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Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Peacebuilding: un manuale formativo Caritas

Aggiornamento del "Manuale di formazione alla pace", pubblicato nel 2002 da Caritas Internationalis, traduzione in italiano a cura di Caritas diocesana di Roma - Servizio Educazione Pace e Mondialità (S.E.P.M.).

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M. M.

Un memorandum in 18 anni

"Il Regno" n. 6 del 2002

Il 22 febbraio, a Vavniya (nel Nord), è stata firmato un memorandum di intesa fra il governo dello Sri Lanka e l’ala politica delle "Tigri" del Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE), il PS Thamilselvan. L’accordo, del quale è parte una tregua bilaterale iniziata il 24 febbraio, è stato possibile grazie alla mediazione norvegese. Il primo ministro Ranil Wickremasinghe aveva puntato molto della sua vincente campagna elettorale, lo scorso dicembre, e dal 21 dicembre si era avviata una tregua temporanea, rinnovata a gennaio e ora in scadenza.

Il memorandum è il quinto tentativo di mettere fine a 18 anni di ostilità aperte, che hanno causato ormai 64.000 morti.1 Ragione per preferire che la firma venisse apposta da Velupillai Prabakharan, leader dell’esercito di ribelli. È un testo che rivela chiarezza di obiettivi e anche di condizioni (trattamento dei civili, commercio delle armi, modalità del ritiro delle truppe ecc.), ma che non giustifica illusioni. "Ci si è imbarcati sulla rotta verso una soluzione politica", ha detto il ministro degli esteri norvegese J. Petersen, ma la strada è ancora lunga. Per ora, a partire dal prossimo aprile, si tratterà di "colloqui sui colloqui". Nessuno sa rispondere alla domanda se questa trattativa abbia più probabilità delle precedenti di sortire un effetto politico stabile. Resistenze sono già venute dal presidente, Chandrika Kumaratunga, la cui formazione è uscita sconfitta dalle ultima elezioni e, pur essendo stata vittima di un attentato tamil, non è riuscita a raccogliere risultati sul fronte della guerra civile; ma non possono andare oltre le puntualizzazioni procedurali. Opposizoine viene soltanto dal partito di estrema sinistra, il Janata Vimutu Peramuna, che definisce l’accordo "un attentato alla sovranità del paese".

Dagli ambienti ecclesiali (i cattolici sono il 7%) affiora un prudente ottimismo. "La notte è buia e io sono lontano da casa; ma non pretendo di vedere l’orizzonte: un passo alla volta mi basta", diceva alla vigilia dell’accordo l’arcivescovo di Colombo N. M. Fernando. Secondo il vescovo di Mannar, R. Joseph, "è davvero l’ultima occasione per fare la pace", la quale "viene dal cuore più che dal cessate-il-fuoco", e però il silenzio delle armi, la levata dell’embargo economico e la sospensione degli attacchi terroristici sono "passi nella giusta direzione".


1 Sono circa 3,2 milioni i tamil, di religione induista, stanziati prevalentemente nel nord dell’isola, e 14 milioni i cingalesi, per la maggioranza buddhisti. I ribelli tamil sono stati tra i primi a compiere attentati suicidi; 150 fin qui.


articolo tratto da Il Regno logo

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