Mentre i filosofi discettano sulla guerra giusta, la Nato non invia armi all'Ucraina: troppo pericoloso

E' di oggi un lungo articolo su Analisi Difesa che spiega come e perché Polonia, Stati Uniti e Nato si siano avvitati in un loop senza uscita. La domanda è: chi invia i jet militari all'Ucraina? 

Gli Usa non ritengono attuabile l’offerta della Polonia di consegnare alle forze statunitensi in Europa i suoi caccia Mig-29 per poi trasferirli successivamente all’Aeronautica Ucraina. Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono John Kirby riferendo che la prospettiva di aerei da combattimento che decollino da una base statunitense in Germania (Ramstein) “per volare nello spazio aereo conteso tra Russia e Ucraina solleva serie preoccupazioni per l’intera Nato".

Il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, aveva precisato ieri sera in una conferenza stampa a Oslo che “la Polonia non è una parte di questa guerra e la Nato non è una parte di questa guerra. Di conseguenza, qualsiasi decisione di consegnare armi offensive deve essere presa dalla Nato nel suo insieme, all’unanimità. Noi siamo pronti a dare tutta la nostra flotta di jet da combattimento alla base Nato di Ramstein, ma non siamo pronti a fare nulla da soli”.

Il resto è su https://lists.peacelink.it/disarmo/2022/03/msg00014.html

Queste informazioni - che estraiamo da Analisi Difesa - demoliscono ogni astratto discorso filosofico sulla guerra giusta e sulla fornitura di armi; armare la resistenza del popolo ucraino significa scatenare un conflitto mondiale. Fare un raffronto con la guerra partigiana (intervenuta a conflitto mondiale già in atto) non ha pertanto alcun senso. E' del tutto chiaro il passaggio da un conflitto locale a un conflitto mondiale è folle da auspicare e non a caso la Nato stessa la ritiene una scelta "non sostenibile". Infatti la scelta che si prospetterebbe è fra questa situazione di guerra circoscritta e una situazione bellica ancora peggiore, con l'allargamento del conflitto fino al confronto nucleare. Non essendo sensato l'invio effettivo di armi (che al momento nessuno sta consegnando per il rischio di conflitto mondiale) allo scopo di riequilibrare il confronto militare per l'inevitabile l'allargamento del conflitto, ciò che rimarrebbe sul campo (l'Ucraina in condizioni di inferiorità militare) ha una possibile soluzione che risparmia vite umane: il negoziato basato sul compromesso. Ognuno dei contendenti, sotto la pressione della pressione internazionale, deve rinunciare a qualcosa senza rinuciare all'irrinunciabile: la libertà (Kiev) e la sicurezza (Mosca).

In questo momento si assiste a filosofi e politici che discettano di armi da consegnare ai più deboli e di militari che scuotono il capo e che frenano coloro che hanno votato un invio senza chiarire chi porterà quelle armi che oggi nessuno nella Nato vuole consegnare.

Alessandro Marescotti