CRIS

Verso il Libro bianco su una politica europea di comunicazione

Un riassunto delle tappe che lo hanno preceduto
Margot Bezzi

Verso il Libro bianco su una politica europea di comunicazione.
Un riassunto delle tappe che lo hanno preceduto

Due i documenti che hanno recentemente segnato il percorso della Commissione Europea verso la definizione dei principi espressi nel Libro Bianco. Di seguito un risssunto dei punti più importanti toccatti dal Piano d'azione (07/2005) e dal Piano D per la Democrazia, il Dialogo e il Dibattito (10/2005).

Piano d'Azione - SEC (2005) 985, del 20.07.2005

L'oggetto principale di questo piano d'azione è il miglioramento della comunicazione interistituzionale dell'Unione europea. In particolare, sono presi in esami i provvedimenti che la Commissione dovrebbe prendere per migliorare sia la comunicazione interistituzionale (tra i diversi organi formanti l'Unione europea), sia la presentazione delle attività della Commissione nello spazio europeo (curando la comunicazione su soggetti europei con gli Stati membri, tra gli Stati membri, tra Stati membri e altri stati).

Sono tre le principali azioni strategiche individuate come strategiche per guadagnare l'interesse e la fiducia dei cittadini:

  • Listening : necessità di tenere conto dell'opinione dei cittadini nella formulazione di proposte;
  • Communicating : rendere la propria comunicazione comprensibile e “pertinente” rispetto agli interessi dei cittadini; il cittadino deve poter percepire/stabilire una relazione tra sé e la comunicazione dell'UE.
  • Connecting with citizens by “going local” : il messaggio deve essere confezionato e trasmesso tramite il canale, il linguaggio e i temi più adeguati per raggiungere interessi di tipo “locale”.

Il piano d'azione elenca poi una serie di azioni prioritarie legate al raggiungimento di questi obiettivi che si possono riassumere nell'auspicio del miglioramento degli strumenti di comunicazione e nel potenziamento dell'attività della DG Communication e delle Rappresentanze.

Di seguito sono selezionati alcuni dei punti più interessanti toccati dal Piano d'azione, scelti in base alla loro pertinenza col tema dei media, dell'accesso a Internet, del decentramento e della considerazione delle differenze a livello locale:

Punto 5: Going Local: Le Rappresentanze

Il loro ruolo sarebbe quello fondamentale di smistamento delle informazioni, di scelta e adattamento rispetto alle realtà regionali e locali. Lavorerebbero a stretto contatto con gli Stati membri e con gli uffici del Parlamento europeo. Più nello specifico dovrebbero occuparsi di:

  • Listening and reporting: raccogliere e riportare a Bruxelles le opinioni dalla società civile locale; adattare la comunicazione istituzionali alla realtà territoriale, individuando i gruppi target;
  • Communicating and connecting: intrattenere rapporti con i media nazionali cercando di massimizzare la presenza delle tematiche europee; organizzare azioni di comunicazione nazionale.

Punto 6: Miglioramento nell'utilizzo di mezzi di comunicazione

  • Audiovisuals services :

In tema di audiovisivo, si avanza la proposta di dar vita a un Canale parlamentare ; viene auspicato inoltre il miglioramento del networking di canali TV europei a livello nazionale o pan-europeo.

Le possibilità offerte dall' audiovisivo – media di fondamentale importanza per le forti capacità di penetrazione sul territorio – non vengono però approfondite, pur costituendo un punto cruciale per riuscire a formare un' opinione pubblica europea . Il discorso viene ridotto alla proposta – debole in termini comunicativi – di un canale europeo monotematico – un canale parlamentare - dalla dubbia capacità di riscuotere audience.

Per l'ampiezza e la trasversalità dei target che raggiungono, la riflessione sulla potenzialità di eventuali media comunitari è un punto fondamentale da approfondire, e in maniera complementare e parallela alla riflessione in tema di ICT e Internet. La formazione di un senso di appartenenza dell'opinione pubblica necessari per la creazione di una spinta alla partecipazione democratica (esprimibile successivamente tramite l'interattività permessa dalle ICT) al momento potrebbe trarre molta forza dai media audiovisivi.

Le modalità con cui l'Unione Europea possa in futuro esprimersi tramite questo canale arrivando ai cittadini in maniera coerente, sono un interessante – anche se non certo facile – argomento di discussione.

  • Internet :

Il Piano d'azione si limita a un focus sul sito attuale e sui possibili miglioramenti di esso.

Il tema Internet è cioè affrontato dal punto di vista della “produzione” di informazione da parte dell'UE, e non dal punto di vista dell'organizzazione di una comunicazione col cittadino: a proposito del sito si parla infatti di aggiornamento tecnologico, organizzazione tassonomica, coerenza contenutistica e interrelazione tra siti nello sviluppo dei contenuti, istituzione di un Editor comune europeo, creazione di siti su misura per differenti “key target audiences”, ecc.

Piano D per la Democrazia, il Dialogo, il Dibattito - COM (2005) 494 del 13.10 .2005

Il contesto in cui nasce questo documento è quello della percezione da parte dell' Unione europea di un distacco delle istituzioni europee dal processo democratico , sulla base dei dati relativi al n. di votanti alle ultime elezioni.

Il documento si definisce “un esercizio di ascolto e di dialogo” e si propone come complemento alle iniziative già esistenti nei campi della istruzione, della gioventù, della cittadinanza attiva. Il suo s copo è quello di lanciare un dibattito tra le istituzioni democratiche dell'Unione Europea e i cittadini e concordare le modalità del processo di feedback da parte dei cittadini.

In particolare intende rivolgersi:

  • ai gruppi target meno raggiunti dalla campagne referendarie (giovani e gruppi minoritari) da interpellare ad esempio tramite Focus groups ;
  • ai mass media e in particolare la televisione.

Le iniziative si dividono nelle due dimensioni di nazionali e comunitarie. Tra le iniziative di maggior rilievo:

Punto 3:

  • Azioni a livello nazionale . Assistenza agli Stati membri (tramite l'azione dei Parlamenti nazionali) nella programmazione regolare e nella promozione di Dibattiti nazionali su temi europei, sotto forma di Forum o Piattaforme come il National Forum in Irlanda o della piattaforma per l'Europa in Spagna.

La dimensione nazionale viene valorizzata in maniera particolaree, in quanto non solo costituisce il punto di snodo cruciale tra dimensione europea e locale, ma costituisce ad oggi l'unica dimensione in Europa in termini di formazione ed espressione dell'opinione pubblica. Si scelgono i Parlamenti come organismi incaricati ad organizzare le azioni strategiche: questo in base al fatto che sono simbolo della democrazia, e per una sorta di proprietà transitiva, tramite l'intensificarsi dei rapporti con essi, si cerca di conferire più voce ai cittadini europei. Saranno infatti i Parlamenti nazionali a fornire feedback sulle questioni europee.

Punto 4:

  • Azioni a livello comunitario .

- 4.1 Stimolare un più ampio dibattito pubblico:

Aumento della visibilità dei commissari e intensificazione dei loro contatti con i parlamenti nazionali; Rafforzamento delle Rappresentanze; Utilizzazione della rete decentralizzata di centri informativi “Europa in diretta” per la creazione di azioni di comunicazione a livello locale; Tavole rotonde della società civile.

- 4.2 Promuovere la partecipazione dei cittadini al processo democratico:

Migliorare la trasparenza e i metodi di consultazione. Nell'ambito della riflessione sulle soluzioni per rafforzare la partecipazione dei votanti e soprattutto dei giovani e dei gruppi minoritari, vengono nominate di sfuggita le nuove tecnologie (par. 4.2.4).

- 4.3 Strumenti per dare vita a un dialogo sulle politiche europee:

Tra questi, qualche riga nomina nuovamente Internet, auspicandone la sperimentazione per agevolare il dibattito.

Del tutto in secondo piano passano poi le riflessioni sui media audiovisivi , ai quali, anche se battezzati come interlocutore di massimo interesse, non vi si fa mai cenno in riferimento ad una proposta concreta. Internet invece viene nominato due volte, ma senza alcuna profondità.

In sintesi:

Il documento si concentra per gran parte sul ruolo di intermediazione degli Stati membri , sui canali istituzionali e sui canali offline , lasciando l'impressione di sopravvalutarne la capacità comunicativa.

Tra le iniziative a livello comunitario si parla di partnership con le istituzioni e gli organi europei (4.0), visite di commissari negli stati membri (4.1.1), ambasciatori europei di buona volontà (4.1.6);

il contatto col cittadino viene preso in considerazione tramite la creazione di rappresentanze aperte al pubblico (4.1.3) e l'utilizzo dei centri “Europa in diretta” (4.1.4) per gli eventi regionali, ma si tratta pur sempre di un approccio comunicativo verticale e istituzionale.

Molto in sostanza viene detto sulla possibilità dell'UE di ascoltare, mettersi in gioco, collaborare, ma poco spessore e forma vengono dati a soluzioni concrete per rendere possibile l'interazione con la società civile , né viene dato alcuno spazio alla riflessione sui possibili strumenti di empowerment e di rafforzamento del dialogo orizzontale sempre al livello della società civile.

Non mancano obiettivi e buoni propositi quando si parla di tavole rotonde europee per la democrazia (4.1.5), di promuovere una consultazione più efficace (4.2.1), di sostegno ai progetti dei cittadini europei (4.2.2; 4.3.2), di rafforzare la partecipazione dei votanti e il dibattito tramite l'utilizzo delle nuove tecnologie (4.2.4); l'impressione resta tuttavia quella di non riuscire ancora ad individuare la chiave e il percorso per costruire tutto ciò.

Forse perché proprio nella costruzione di queste soluzioni, si definisce la sfida e il ruolo della società civile, che può aiutare le istituzioni ad individuare i migliori metodi e canali di contatto.