CRIS

Dichiarazione sui Diritti di Comunicazione del World Forum on Communication Rights

Presentata l'11 Dicembre 2003 nell'ambito dell'iniziativa della società civile parallela al WSIS, la dichiarazione è il frutto di un elaborato dibattito che parte nel 1996 con la prima bozza di una “Carta per la comunicazione popolare” (People’s Communication Charter) elaborata in ambito accademico, in connessione con le attività della Piattaforma per la democrazia della comunicazione, di cui fanno parte varie realtà della società civile che si occupano di comunicazione soprattutto nel Sud del Mondo (da AMARC al Women’s tribune center). A cominciare dalla preparazione del WSIS (in particolare nella prep-com II), è riemersa la questione della stretta correlazione tra diritti di comunicazione e diritti umani, che è sfociata in una bozza di una dichiarazione per il diritto a comunicare (scritta principalmente da Cees Hamelink), discussa all’interno della campagna internazionale CRIS. A quella ha risposto l’associazione Article 19, aprendo un dibattito, a cui si è aggiunta la Henrich Boell Foundation con un ulteriore documento (Charter of Civil Rights for a Sustainable Knowledge Society).
11 dicembre 2003 - Jason Nardi

Visione e contesto

La comunicazione svolge un ruolo centrale nella politica, nell’economia e nella cultura delle società in tutto il pianeta. Le tecnologie di informazione e comunicazione (ICT), unite alla volontà politica di garantire i diritti di comunicazione, possono costituire nuove e vitali opportunità per l'interazione politica, lo sviluppo sociale ed economico, e la sostenibilità in termini ambientali e culturali. Le premesse per raggiungere questi obiettivi includono l'accesso universale ai mezzi di comunicazione e informazione e il pluralismo dei media nel mondo intero.

La comunicazione è un processo sociale fondamentale e sta alla base di tutta l'organizzazione sociale. La comunicazione è più che la semplice trasmissione di messaggi: è l'interazione umana tra individui e gruppi attraverso la quale le identità si formano e i significati vengono condivisi. I diritti di comunicazione si fondano su una visione di libero flusso di informazione e di idee; un flusso che è interattivo, non discriminatorio e basato sull’uguaglianza;, un flusso guidato dai bisogni umani, piuttosto che da interessi commerciali o politici. Questi diritti esprimono la volontà dei cittadini di libertà, di inclusione, di diversità e di partecipazione nel processo comunicativo. La nostra visione dei diritti di comunicazione è basata sul riconoscimento della dignità intrinseca e dei uguali e inalienabili diritti di tutti i popoli.

Mentre riconosciamo il grande potenziale della comunicazione nelle società contemporanee, vogliamo anche puntare l'attenzione su alcuni dei problemi che si contrappongono al pieno riconoscimento dei diritti di comunicazione. Il problema del controllo politico e dell'interferenza con la libertà di espressione rimane una preoccupazione centrale. Accanto alla saturazione dei media, vi è una dipendenza dai mezzi d’informazione per la conoscenza del mondo, una dipendenza che è maggiore nelle situazioni di conflitti armati. Allo stesso tempo, l'influenza della propaganda e della censura non è mai stata così ampia.

La comunicazione è diventato un business globale. Molti prodotti e servizi sono costruiti a partire da interessi commerciali, invece che da considerazioni basate sull’idea di bene comune. Il mercato dei media globali è in gran parte controllato da un ristretto numero di mega-conglomerati, e questo mette in pericolo la diversità e l'indipendenza dei flussi di informazione. Questa minaccia al pluralismo è evidenziata dalle attuali tendenze nei negoziati internazionali sul commercio, che rischiano di sottomettere la "cultura" alle stesse regole delle merci e di mettere in pericolo le culture, tradizioni e saperi indigeni. Dall'altra parte, regimi di proprietà intellettuale restrittivi creano spazi delimitati di informazione e pongono notevoli ostacoli all'emergere di società della conoscenza.

L'esclusione di un ampio numero di persone dal processo democratico e politico dovuto alla mancanza di mezzi di partecipazione effettivi è un'altra sfida per i diritti di comunicazione. Questo problema è amplificato dall'espansione di poteri che controllano e intercettano costantemente le comunicazioni, giustificando ciò in nome della sicurezza, ma nella maggior parte dei casi abusandone.

Le nuove tecnologie e una comprensione più profonda dei diritti di comunicazione hanno il potere di rendere l'informazione e la conoscenza ovunque più direttamente disponibili e di trasformare i processi sociali e politici. Comunque, molto rimane da fare perché tutto ciò diventi realtà. La
comunicazione globale rimane lontana dall'essere universale, con gran parte della popolazione mondiale ancora esclusa da un reale accesso alla comunicazione, informazione e ai media.

Diritti di comunicazione

Con l'adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la comunità internazionale ha riconosciuto la dignità intrinseca di tutti i membri della famiglia umana, assicurando eguali e inalienabili diritti a tutti. I diritti di comunicazione sono strettamente legati alla condizione umana e sono basati su una nuova, più profonda comprensione delle implicazioni dei diritti umani e del ruolo delle comunicazioni. Senza diritti di comunicazione, gli esseri
umani non possono vivere in libertà, giustizia, pace e dignità. Il riconoscimento di questa necessità umana universale ci ha ispirato a presentare una dichiarazione sui diritti di comunicazione basata sui principi fondamentali di Libertà, Inclusione, Diversità e Partecipazione.

Libertà

Al centro dei diritti di comunicazione sta nell'Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che proclama: "Tutti hanno diritto alla libertà di espressione e di opinione: questo diritto include la libertà di avere opinioni senza interferenze e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo e indipendentemente dalle frontiere". Questa libertà fondamentale è riconosciuta nella Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (Articolo 19), in altri trattati dell'ONU, come la Convenzione dei Diritti del Bambino (Articolo 13) e in tutti e tre i principali strumenti regionali sui diritti umani (Africa, Americhe e Europa).

Nonostante queste garanzie, la censura rimane una realtà mentre l'umanità entra nel 21mo secolo. Pressioni politiche e commerciale sul giornalismo indipendente sono onnipresenti e la libertà di espressione su Internet è seriamente minacciata in molte parti del mondo. Il diritto di libertà di espressione è sempre più minacciato da poteri dello Stato aumentati significativamente per monitorare e intercettare le comunicazioni in tutto il mondo. E' fondamentale che la comunità internazionale adotti regole e meccanismi solidi per assicurare l'effettiva confidenzialità delle comunicazioni private. E' quindi urgente che rinnoviamo l'impegno globale alla libertà di informazione ed espressione quale "pietra angolare di tutte le libertà alle quali sono consacrate le Nazioni Unite", come è dichiarato nella risoluzione 59(I) adottata dalle Nazioni Unite nella prima sessione dell'Assemblea Generale nel 1946 .

Inclusività

I trattati dei diritti umani internazionali includono molte provvisioni, disegnate per garantire l'inclusività, come l'accesso universale all'informazione e al sapere, l'accesso universale all'educazione, la protezione della vita culturale delle comunità e l’eguale condivisione dei progressi scientifici e tecnologici. Nella realtà attuale a livello globale, comunque, ampie parti della popolazione sono escluse dall'accesso ai mezzi basilari di comunicazione, come la telefonia, il broadcasting e Internet. L'accesso all'informazione su questioni di pubblico interesse sono anche limitati, vi è ineguaglianza tra società e all'interno delle stesse. Un vero impegno all'inclusività necessita dell'allocazione di considerevoli risorse materiali e immateriali da parte della comunità internazionale e dei governi nazionali per superare questi ostacoli.

Diversità

A livello mondiale, forme esistenti di diversità culturale, informativa e linguistica sono minacciate seriamente. La diversità nella cultura, nel linguaggio e nella comunicazione è fondamentale per la sostenibilità del pianeta quanto le diversità biologiche e naturali della terra. Il pluralismo è cruciale alla partecipazione democratica e politica, al diritto di tutti i popoli di promuovere, proteggere e preservare la loro identità culturale e la libera ricerca del proprio sviluppo culturale. La diversità è necessaria a vari livelli, inclusa l'accessibilità di un'ampia gamma di fonti differenti di informazione, molteplicità di proprietà nei media e forme di accesso che assicurino che i punti di vista di tutti i settori e gruppi nella società siano ascoltati e rappresentati.

Partecipazione

I diritti umani internazionali sottolineano l'importanza della partecipazione della gente ai processi politici, che dalla prospettiva dei diritti di comunicazione implica il diritto che le proprie opinioni siano considerate a tutti gli effetti. In questo contesto, l'eguale partecipazione di donne e la partecipazione di minoranze e gruppi marginalizzati è estremamente importante. La comunicazione è essenziale al processo di decisione politica. Espandendosi
il ruolo dei media nella politica moderna, ciò non dovrebbe ostacolare, anzi dovrebbe sostenere la partecipazione delle persone nel processo politico attraverso lo sviluppo di una governance partecipatoria a tutti i livelli.

Visione e Realtà

I diritti di comunicazione rimangono per gran parte della popolazione della terra una visione e un'aspirazione. Non sono una realtà affermata. Al contrario, sono frequentemente e sistematicamente violati. Bisogna costantemente ricordare ai governi che è loro legalmente richiesto dai trattati sui diritti umani che hanno ratificato, di implementare, promuovere e proteggere i diritti di comunicazione. I diritti di comunicazione sono l'espressione di bisogni fondamentali. La soddisfazione di questi bisogni necessita di una volontà politica forte e dell'allocazione di risorse importanti. Il mancato impegno a garantire queste risorse serve solamente ad acuire la sfiducia globale sulle istituzioni politiche.