CRIS

Osservatorio Internazionale dei Media - Italia

Carta dei principi (bozza)
22 febbraio 2005

OIM – Osservatorio internazionale dei media\Italia

CARTA DEI PRINCIPI

L’universo della comunicazione del nostro tempo

“(…) ognuno deve poter creare, accedere, utilizzare e condividere informazione e conoscenza, così che i singoli, le comunità e i popoli siano messi in grado di realizzare a pieno le proprie potenzialità per promuovere uno sviluppo sostenibile e incrementare la qualità della vita, secondo ciò che afferma la Carta delle Nazioni Unite e nel pieno rispetto e applicazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani… La comunicazione è un bisogno umano fondamentale e il fondamento di qualsiasi organizzazione sociale. Occupa un posto centrale nella Società dell’Informazione. Chiunque, dovunque dovrebbe avere la possibilità di partecipare e nessuno dovrebbe essere escluso dalle opportunità offerte dalla Società dell’informazione”.
L’OIM\Italia assume queste affermazioni contenute nel documento conclusivo del WSIS di Ginevra, stilato nel dicembre del 2003, come presupposto della propria fondazione.
Ma, proprio per questo, concorda anche pienamente con le affermazioni contenute nella Dichiarazione sui diritti di Comunicazione del World Forum on Communication Rights, stilata a Ginevra negli stessi giorni: “ (…) I diritti di comunicazione rimangono per gran parte della popolazione della Terra una visione e un’aspirazione. Non sono una realtà affermata. Al contrario sono frequentemente e sistematicamente violati… I diritti di comunicazione sono l’espressione di bisogni fondamentali. La soddisfazione di questi bisogni necessita di una volontà politica forte e dell’allocazione di risorse importanti…”.

La democrazia rappresentativa sembra essere oggi a un punto di crisi nei paesi dell’Occidente:
o si compie un salto qualitativo nella partecipazione dei diversi soggetti sociali e di tutti i cittadini alla gestione della società oppure si va verso una gestione sempre più autoritaria del potere e verso una mortificazione\negazione dei diritti. In questo contesto la comunicazione, i diritti a comunicare, l’organizzazione dei processi di comunicazione hanno un ruolo fondamentale. In particolare, si pone come essenziale l’interpretazione del “diritto alla comunicazione”: assunto come diritto da parte del “pubblico” a ricevere soltanto e consumare l’informazione offerta dal sistema dei media oppure come diritto di tutti e di ciascuno a ricevere ma anche a produrre informazione e a creare e sperimentare nuove forme di comunicazione.

Nell’universo della comunicazione oggi si fronteggiano due realtà diverse. Da un lato, nel sistema dei media sono in corso processi di sempre maggiore concentrazione delle imprese multimediali, di privatizzazione totale delle imprese di servizio pubblico, di mercificazione selvaggia dei contenuti dell’informazione, di esaltazione della logica mistificante dell’audience, di crescente commercializzazione dell’accesso alle reti. Dall’altro, emergono sul territorio sempre nuove comunità di utenti e gruppi di giovani in particolare che pubblicano giornali, realizzano documentazioni filmate, costruiscono emittenti radiofoniche e televisive, creano siti web e cercano di mettere in atto nuovi percorsi di comunicazione anche in rapporto con alcune istituzioni locali.
In Italia, queste due realtà sono particolarmente evidenti ma particolarmente evidente è anche la sperequazione tra la concentrazione estrema e la forza economico-organizzativa delle imprese multimediali “di vertice” e la difficile e contrastata esistenza quotidiana delle iniziative “di base” diffuse nel paese. In questo quadro, purtroppo, i professionisti dell’informazione non riescono ad assolvere pienamente alla loro naturale funzione di protagonisti dei processi e delle decisioni ; gli studiosi e i ricercatori non riescono a far conoscere a livello di massa i risultati del proprio lavoro; gli utenti, infine, non hanno piena consapevolezza dei processi in corso anche perché non hanno una “cultura della comunicazione” adeguata ai tempi. Ancora poveri, infatti, sono i luoghi di formazione critica in questo campo.

Si aggiunga – e si tratta di un fattore di grande importanza – che le nuove tecnologie vanno alimentando una “cultura visuale” generata da flussi di immaginario veicolati da media veloci, videoeletttronici che mette in opera processi comunicativi inediti e complessi, destinati a mutare le forme di comunicazione conosciute e tradizionalmente praticate e tuttora poco esplorati. Basta pensare alle semplificazioni di cui soffre il “discorso” sul sistema mediatico e sui diritti e, in particolare, sugli “effetti” che i media avrebbero sulla mentalità e sulle convinzioni del “pubblico”.



La costituzione dell’OIM\Italia


In questo contesto e in queste prospettive, l’OIM\Italia intende porsi come un punto d’incrocio e di supporto per soggetti diversi dell’universo della comunicazione: i professionisti dell’informazione nel sistema dei media, i mediattivisti e i gruppi “di base”, gli studiosi e i ricercatori, i formatori, le associazioni degli utenti. A questo scopo, l’OIM\Italia si fonda, nell’ambito dell’associazione internazionale OIM\MEDIA WATCH GLOBAL, come un Osservatorio indipendente, articolato al suo interno per favorire il dialogo e il confronto tra i diversi soggetti.
L’OIM\ITALIA si costituisce allo scopo di promuovere la costruzione e la più larga diffusione di una adeguata “cultura della comunicazione” e a realizzare un’autentica “ecologia della comunicazione” soprattutto attraverso il sostegno di tutte le iniziative che tendono ad attuare pienamente i diritti alla comunicazione e a esplorare i nuovi percorsi comunicativi.



Gli obiettivi dell’OIM\Italia

Promuovere e sostenere, a ogni possibile livello, la libertà di comunicazione e un autentico pluralismo, fondato sulla pluralità\diversità dei soggetti e non sulla semplice moltiplicazione delle imoprese e dei canali;
Appoggiare ogni ricerca e ogni azione destinata ad approfondire i modi di realizzazione dei diritti della comunicazione, impegnandosi a sostenerne la conoscenza e la diffusione;
Seguire con vigilante attenzione i processi in atto nel sistema dei media e l’operato di tutte le istituzioni chiamate a controllarli;
Seguire le evoluzioni delle strutture e dei processi in atto nel mondo della pubblicità;
Sostenere ogni azione volta a qualificare i “servizi pubblici” e a specificarne le possibili aree di produzione e di intervento nel contesto delle trasformazioni in atto nel sistema dei media;
Sostenere le iniziative e le posizioni dei professionisti della comunicazione in favore delle loro condizioni di lavoro, della libertà e del pluralismo nel sistema mediatico, dei rapporti con il mercato e con l’utenza;
Sostenere le iniziative “di base” e il mediattivismo, puntando a coagularle in una rete che ne faciliti l’attività, ne favorisca il confronto, ne estenda la conoscenza sul territorio nazionale;
Raccogliere i risultati delle analisi e delle ricerche, sia quelle sulle strutture delle imprese e del sistema dei media sia quelle sui contenuti dell’informazione e della comunicazione, promuoverne la diffusione a livello di massa;
Sostenere e mettere a confronto le iniziative e le esperienze delle associazioni degli utenti, favorire il collegamento tra le associazioni degli utenti e gli altri soggetti dei processi comunicativi;
Favorire la costituzione di archivi cartacei e digitali delle iniziative, dei risultati delle analisi e delle ricerche, e rendere questi archivi facilmente consultabili non solo dai professionisti, dai mediattivisti, dai ricercatori, ma anche dagli utenti;
Organizzare o appoggiare campagne per la diffusione di una informazione critica sulle diverse strutture e sui diversi soggetti dell’universo della comunicazione;
Organizzare o appoggiare dibattiti, seminari, appuntamenti periodici per l’approfondimento dei risultati delle ricerche e per la diffusione di una sempre maggiore consapevolezza delle forme e dei contenuti dei problemi e dei processi della comunicazione nel nostro paese e a livello internazionale.



Gestione dell’OIM\Italia

L’OIM\Italia intende:

custodire decisamente la propria indipendenza e autonomia politica e culturale;
gestirsi con metodi assolutamente democratici, favorendo sistematicamente i confronti interni tra le diverse componenti e le diverse, possibili concezioni della comunicazione nell’attuale contesto nazionale e internazionale;
evitare costantemente ogni personalizzazione;
nominare di volta in volta i propri portavoce nei campi appropriati a ciascuno;
tenersi in costante contatto con associazioni e movimenti, per recepirne criticamente le istanze e le richieste e per favorire ogni possibile scambio tra di essi.