Ogm, buio pesto sulla scienza

Dunque. La polenta (biologica) fa venire il cancro. Il basilico (biologico) fa venire il cancro. Vi sentite ancora abbastanza bene? E allora sappiate che tutti gli scienziati che non sostengono il transgenico - per esempio alcune decine di scienziati dell'Instituto nazionale di ricerca sugli alimenti e nutrizione (Inran) che lo scorso 5 ottobre hanno sottolineato i rischi connessi agli ogm - non sono altro che ciarlatani del XIV secolo, se la intendono con qualche fattucchiera e al massimo sono buoni per leggere gli oroscopi. Con queste argomentazioni provocatorie e terroristiche il mondo della Scienza sta sparando le ultime cartucce per impedire che il decreto Alemanno sulla coesistenza tra colture ogm e tradizionali venga discusso dal governo. Dopo cinque rinvii, se ne parlerà martedì a Roma e la lobby del biotech deve aver pensato che a questo punto è meglio non andare tanto per il sottile e passare dalla difesa degli ogm all'attacco del biologico.

Il portabandiera di questo movimento che si è inventato il «manifesto contro la demonizzazione degli ogm», subito sottoscritto da altri colleghi che in qualche modo hanno a che fare con i potenti committenti della ricerca scientifica, è il celebre scienziato Umberto Veronesi, l'uomo che ha dichiarato che non darebbe da mangiare polenta (non ogm) ai suoi figli. Dunque non bisogna stupirsi se il partito pro ogm, in questi giorni, riesce a guadagnarsi le prime pagine dei giornali. Del resto, per fare rumore basta dare risalto a qualche studio compiacente e ben pagato e dare la parola ai soliti noti. Per esempio Francesco Sala, l'ordinario di botanica alla Statale di Milano e membro della Fondazione Umberto Veronesi che è arrivato a dire che il pesto è cancerogeno. E' sempre lui l'esperto - una specie di Crepet delle biotecnologie - che da anni sponsorizza gli ogm. La società che ha realizzato lo studio che ha infangato l'erbetta ligure si chiama Sitox, la stessa che in diverse occasioni ha giustamente messo nero su bianco di aver ricevuto un «contributo educazionale» da una famosa multinazionale, chiamata Monsanto. La Sitox stessa del resto non ha mai fatto mistero dei contributi ricevuti da diverse aziende, tra cui Agrofarma, Bayer, Bracco, Dupont e naturalmente Monsanto e Novartis.

Tra gli attori più insistenti di questa nuova crociata contro il biologico, non si può non citare quel laboratorio di idee che è l'Istituto Bruno Leoni. Ha appena scritto una lettera aperta a Berlusconi - pubblicata su Il Riformista, Il Foglio, L'Indipendente e L'Opinione - sottoscritta da diversi scienziati e qualche politico, tra cui il quartetto diessino che più neocons non si può formato da Enrico Morando, Giorgio Tonini, Lanfranco Turci e Franco Debenedetti (nonostante il partito la pensi diversmente). Appello a parte, che dice l'Istituto Bruno Leoni? Niente: è per il «realismo cristiano pro ogm contro i mostri verdi», è per «il ddt perché costa poco», è contro l'accordo di Kyoto e le energie alternative, è contro le riserve naturali perché il paesaggio va protetto solo «attraverso l'individuazione e il religioso rispetto dei diritti di proprietà». Insomma, scienziati. Del «manifesto» Veronesi si compiace anche il Centro documentazione agrobiotecnologie (Cedab), che quotidiamente produce una quantità inimmaginabile di comunicati stampa; coordinatore è Patrick Trancu, che tra le altre cose è responsabile della relazioni esterne di Monsanto Italia. Il cerchio si chiude. E se le sparate sul basilico e la polenta fossero serie, il ministro della salute dovrebbe far scattare lo stato di emergenza, o perlomeno chiedere scusa a genovesi e bergamaschi.

Luca Fazio
www.ilmanifesto.it
6.11.04