Astra, Rosat, Apex: telefoni e sicurezza

Se si ammutolissero all’improvviso, ce ne accorgeremmo subito o quasi. Ai satelliti sono legate, infatti, molte attività quotidiane. Sui trasponder in orbita bassa (fra 700 e 2000 km), per accelerare la velocità della voce e garantire i collegamenti tra i cellulari meno potenti, viaggiano i segnali delle telefonia e della trasmissione dati. I satelliti in orbita media (circa 10 mila km), oltre che parzialmente per la telefonia, sono utilizzati per operazioni di ricerca su scala planetaria: da quella quota, inquadrando quasi tutta la Terra, Exos effettua operazioni di monitoraggio ambientale, Lageos controlla la distanza fra i continenti, Apex studia le dinamiche della magnetosfera. Altri, come Rosat, sono rivolti verso lo spazio esterno, per tenere sotto controllo i raggi X. Sull’orbita geostazionaria (36 mila km), la più ambita dagli operatori delle telecomunicazioni, ruotano infine i satelliti televisivi, come la costellazione di Astra o di Eutelsat (gli operatori che si spartiscono il mercato europeo), oltre a quelli usati per le previsioni del tempo, come Meteosat. Ci sono satelliti usati per seguire lo spostamento dei grandi banchi di pesce, gestire i sistemi di navigazione, individuare giacimenti minerari o di petrolio. E c’è l’intelligence spaziale. Chi controlla lo spazio domina la Terra: la guerra del Golfo del ’91 fu la prima guerra satellitare della storia. Qui la novità è Galileo, infrastruttura europea basata su una trentina di satelliti che consentirà una copertura globale superiore a quella del Gps, il sistema Usa di determinazione della posizione e della velocità al suolo.