L'intervento di Arturo Scotto sulla crisi ucraina

Forse andrebbero messe un po’ di cose in ordine su Ucraina e dintorni.

  • Lo capisce anche un bambino che Putin non accetterà mai l’adesione dell’Ucraina alla Nato perché a 650 km da Mosca. Chi lo pensa e agisce in questa direzione non conosce la storia nè la geografia.
  • Nel 2008 Italia, Francia e Germania votarono contro adesione di Ucraina e Georgia alla Nato. Lo ricordava Romano Prodi qualche giorno fa a Piazzapulita – LA7. I motivi sono facilmente spiegabili: era un atto ostile contro Putin che non coincideva con interessi europei.
  • L’Ue è attraversata da una crisi energetica mai vista, nella quale l’Italia è l’anello debole. Importiamo quasi il 40 per cento del gas dalla Russia. Se chiudono i rubinetti va a gambe all’aria l’intera industria italiana, piaccia o non piaccia. Siamo oggi in grado di farne a meno?
  • Putin ha ribadito che non vuole invadere l’Ucraina. Zelensky, premier ucraino, ha invitato tutti a evitare allarmismi, preoccupato anche da ricadute interne ultranazionaliste, che ieri ad esempio hanno sfilato per le strade di Kiev.
  • Biden invece continua a dire che l’invasione è dietro l’angolo. La CIA continua a far girare piani di guerra e ore X. Dove sta la verità?
  • Nel frattempo Macron ha provato – e ci prova ancora – a mettere in campo una mediazione possibile. Ritornando agli accordi di Minsk del 2015.
  • Cosa dice Minsk? Integrità territoriale Ucraina e concessione dell’autonomia federale delle province russofone di Doneck e Lugansk. Questo secondo aspetto non è stato ancora soddisfatto.
  • Putin sta muovendo centomila soldati, comprese esercitazioni militari in grande stile al confine. Sbagliato e pericoloso. La NATO invia anch’essa truppe di rafforzamento ai confini, dopo aver riempito di armi l’Ucraina, milizie comprese. La situazione può sfuggire di mano.
  • La de-escalation passa solo attraverso una soluzione diplomatica che escluda forzature come ingresso nella NATO dell’Ucraina e restituisca all’Osce un ruolo più cogente di garanzia, anche perché ritenuta più neutrale.
  • Una guerra tra Nato e Russia avrebbe effetti incalcolabili. Umani innanzitutto. Non solo i morti, ma anche un impennata dei flussi migratori al confine europeo. Quanto reggerebbero le opinioni pubbliche interne?
  • I danni economici li stiamo già vivendo e ci parlano di un rincaro energetico che potrebbe arrivare ancora di più alle stelle. Ed è impossibile nell’immediato sostituire il gas russo. A meno che non si creda alle favole.
  • La vittima principale finirebbe per essere l’Ue che di tutto ha bisogno tranne che di una guerra nel proprio territorio. Biden recupererebbe un po’ di consenso interno, Putin riaccenderebbe gli spiriti nazionalisti per aumentare il suo potere, noi entreremmo in una spirale depressiva senza sbocco.
  • Alleati della NATO tutta la vita, ma senza l’elmetto. L’Ue ha bisogno di una propria politica estera autonoma. Questa la raccomandazione a chi in Italia anziché raffreddare il clima si mette a tifare. A destra, al centro e purtroppo anche a sinistra.

Arturo Scotto