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    23 marzo 2024 - Patrick Boylan

Forum: Poesie

4 aprile 2003

Voci dal mondo virtuale

... Quando la realtà della guerra e del male nel mondo si fanno spettacolo, e la finzione mediatica si confonde con la realtà, il rischio che corre l'umanità tutta è grande; e facilmente perdiamo il senso del bene e del male, e diventiamo strumento di un potere più in alto di noi.
Autore: Roberto Del Bianco
Fonte: 04.04.2003

Voci di pace, voci di guerra,
voci di gaudio e di pianto
da ogni dove ci giungono;
voci e immagini portate dal vento
di questa tecnologia sempre più a noi cara.
Voci che aspettano una risposta.

Ma il nostro cuore, se mai si può aprire,
è solo per un affrettato momento;
ché altre immagini, ed altri suoni
invadono ben presto la nostra mente.

Come fuggono i sentimenti, distratti
dal rincorrere dell'immediato avvertire!
E distratto resta il cuore, e incapace l'anima
di afferrare, e seguire, e rendere concreto
l'impulso che pur s'insinua, di fare qualcosa. ...

E continuiamo allora a navigare, cullati stupidamente
dalla consueta marea di eventi e di sogni
trasportati dall'onda hertziana
di caotici media;
e l'immagini si susseguono vere o finte che siano;
e la coscienza si placa.
Bastandole forse
il conoscere più che l'agire,
l'emozionarsi, più che il capire. ...

Lontano dai media, e dallo spazio virtuale,
esseri umani di vita concreta, stanno lottando.
Per la vita, o per cibo, o la giustizia o la fede.
E la storia si ripete, giorno dopo giorno,
concreta e vera, qua e là nel pianeta.

Solo noi, persone civili del mondo più ricco,
siamo i diversi. Gli esclusi forse
dal palpito incessante delle gioie e dei dolori
che fanno dell'Uomo l'universo che è.
Ma a noi non fa nulla. Perché pur crediamo
in quelle magie che abbiamo creato;
di questo mondo ovattato, in cui la realtà
si confonde con l'immagine, e l'immaginario
diventa reale... e crediamo per veri
i nostri sogni, e persino
vere morti, e dolori, e guerra e agonia
si fanno spettacolo
di cui anzi gustiamo, e godiamo l'incedere
di moderna tragedia.

Povero uomo, rubato nel cuore di ciò che aveva più caro!
E senza saperlo, nell'incoscienza
di chi si dice perfetto
diventa man mano, sempre più schiavo
degli idoli luminosi del tempo di adesso.

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