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Perché confessarsi

Natale 2005

Il nostro Vescovo Mons. Bruno Forte ha dedicato la lettera pastorale per l'anno 2005-2006 al significato ed all'importanza del sacramento della riconciliazione. Tale sacramento chiamato anche "penitenza" ha purtroppo perso valore specie negli ultimi tempi. Sempre più spesso, anche da parte di cattolici cosiddetti "praticanti", si sentono domande sconvolgenti del tipo: perché bisogna confessarsi? Perché si deve andare da un sacerdote a dire i propri peccati e non lo si può fare direttamente con Dio? Tali interrogativi, che evidenziano purtroppo una ignoranza sempre più diffusa dei principi della nostra religione, trovano una risposta precisa, puntuale e alta nella lettera del nostro Pastore. Cercando di ripercorrerne sinteticamente i punti salienti è necessario partire dall'accezione di peccato, visto che vi è una diffusa perdita di senso del peccato, che "indebolisce il cuore davanti allo spettacolo del male ed alle seduzioni di Satana", verso una sempre più generalizzata "amnistia" e autogiustificazione. Il peccato è amore ripiegato su se stesso, amor curvus, amore curvo, come dicevano i Medievali, ingratitudine di chi risponde all'amore con indifferenza e rifiuto. La confessione, che è solo una parte del sacramento, ossia l'attto di confessare le proprie colpe al sacerdote, è l'incotro con il perdono e con la misericordia divini, è il sentire vicino Dio nel momento della debolezza e della fragilità. L'esperienza del perdono si configura come un "ritorno a casa", la casa del Padre, come nella parabola del Figliuol Prodigo, dalla quale ci siamo allontanati con il peccato. E la cosa più bella è che Dio ci aspetta sempre sull'uscio a braccia aperte! Con questo incontro, grazie allo Spirito Santo, rinasciamo ogni volta a vita nuova, come dono concesso ogni volta all'uomo; perdono infatti significa "dono rinnovato": perdonare è donare all'infinito. Questa esperienza di incotro e di rinascita non può avvenire se non attraverso la Chiesa e quindi il sacerdote; questo forse è il punto più difficile da comprendere per l'uomo moderno. Il nostro Pastore innanzitutto ci ricorda che Cristo, la sera della sua resurrezione, ebbe a dire ai suoi apostoli: "Ricevete lo Spirito Santo, a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi ed a chi li riterrete, saranno ritenuti". Quindi è Cristo che ha affidato al ministero della Chiesa questo potere e solo con l'assoluzione dai peccati che il sacerdote concede possiamo avere la certezza del perdono del Padre. Lucia