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I CONSACRATI SECOLARI: lievito per la costruzione di una nuova società

7 gennaio 2009 - Natale 2008

Le chiamate del Signore sono tutte speciali. Io ho risposto a questa chiamata particolare e faccio parte di un Istituto Secolare: questo significa vivere nel mondo, come tutti, camminare tra gli uomini, farsi compagni di viaggio ed amarli per portarli all’amore di Cristo. Nella Chiesa vi è una grande vivacità e differenza di carismi; all’interno di questa multiforme realtà si collocano gli Istituti Secolari, che sono relativamente giovani e ancora poco conosciuti, ma stanno crescendo. E’ una sfida d’impegno ecclesiale, di testimonianza silenziosa, ma visibile. Chi sono i Consacrati Secolari? Sono laici impegnati a vivere in castità, povertà, obbedienza, condividono la vita dei laici nei comuni ambienti di vita, incarnati nella realtà di ogni uomo, senza segni distintivi, senza la pienezza di visibilità dei religiosi, come l’abito e la vita in comune. Sono inseriti nelle normali attività professionali, nel lavoro, nel volontariato, negli impegni ecclesiali e socio-politici. Laici fra i laici per portarvi la forza del Vangelo. Vivono in famiglia o da soli nella quotidianità o, meglio, nella ferialità, ma è qui che devono rispondere alla loro chiamata, che è chiamata individuale, silenziosa, spesso coperta da un necessario riserbo, quando ci si espone in certi ambienti. Lievito dentro la pasta, vivono come tutti le precarietà della vita odierna, le insicurezze dell’oggi e del domani, l’instabilità del lavoro, la fatica personale di dover provvedere a se stessi, per vivere in dignitosa sobrietà. Questa è la secolarità consacrata. Un’avventura affascinante, sempre attuale, per vivere nella storia che cammina, senza paura di guardare avanti, perché questa è anche la dimensione profetica della nostra vocazione: essere partecipi della realtà umana, delle sue difficoltà, dei suoi problemi. Siamo chiamati a vivere nel mondo amandolo e condividendone le attese. Questa è la mia vocazione, il mio percorso, il mio cammino dal 1960 a Genova. In particolare ho svolto questa avventura vivendo giorno dopo giorno, accogliendo le sfide del tempo. Il primo periodo del mio apostolato l’ho svolto in un Istituto, vivendo e conoscendo tante ragazze desiderose di apprendere un mestiere e condividendo con loro le giornate, facendo formazione spirituale, culturale, sociale e lavorativa, insegnando loro un lavoro (taglio e cucito). Ho trascorso altri anni presso una scuola materna: un’esperienza bellissima, con il compito di trasmettere ai bimbi le prime nozioni dell’amore di Dio. Sempre cogliendo i segni dei tempi, siamo nel 1980, con l’approvazione di leggi che legalizzavano l’aborto, si sono aperti dei centri di accoglienza alla vita. A Genova ho avuto l’arduo coraggio, in collaborazione con il Centro di aiuto alla vita, di aprire una casa di accoglienza per giovani mamme in difficoltà. Per diversi anni ho assunto il delicatissimo compito della conduzione della Casa per accogliere le mamme in attesa, creando un clima di serenità familiare per le ragazze in difficoltà. In questi anni sono nati 53 bambini ed ospitati altri bambini più grandicelli con le loro mamme. Queste giovani che, in qualche modo, hanno raggiunto “L’approdo” (nome della casa) e ivi trascorso periodi diversi, hanno ancora bisogno di aiuto e, quindi, il lavoro continua. Nel frattempo ho svolto il mio lavoro di infermiera professionale presso l’Ospedale “Galliera”, lavorando nel reparto di ostetricia, ginecologia e neonatologia e quindi facilitata nel mio servizio gratuito presso la casa di accoglienza. In un periodo di ferie sono stata in Costa d’Avorio, in Africa, dove ho veramente incontrato e condiviso la vera povertà: tanti, tanti bambini mal nutriti. Non c’era niente: né case, né mobili, né vestiti, né alimenti. In quella desolazione tante domande sono rimaste, nel mio cuore, senza risposte. Ora sono in pensione da diversi anni, ma come sappiamo bene, nella vigna del Signore non si va in pensione e svolgo il volontariato presso un’associazione “Api-Colf”, per la promozione delle Colf italiane ed estere. C’è poi la parrocchia: catechismo per bambini e volontariato Vincenziano in aiuto a persone sole e a quelle che più hanno bisogno. Per concludere, voglio condividere con voi i versetti che in questi giorni “canticchio” in attesa del Natale:

dedica

LIDIA DI RISIO