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Fabio, un calvario che non si fermò mai sul Golgota

Settembre 2012

Una noiosa e afosa giornata di metà luglio, il caldo che sembra quasi frenare le ore e far si che il tempo scorra più lentamente. Poi, mentre distrattamente controllo la posta elettronica, leggo il messaggio "E' morto Fabio, ci ha lasciato Fabio". Un'improvvisa stretta allo stomaco, una fitta al cuore e la giornata assume tutt'altro aspetto. Il tenace, il "capatosta" Fabio alla fine ha mollato ed è volato via.
Fabio è un giovanissimo ragazzo di Cappelle sul Tavo morto lo scorso luglio a poco più di trent'anni. Era alle superiori quando una terribile malattia irruppe nella sua vita: la distrofia muscolare di Duchenne. In breve tempo il suo fisico gli impedì qualsiasi normale attività quotidiana e lo inchiodò su una sedia a rotelle. Ma Fabio non si arrese alla terribile malattia e sfidò apertamente la malattia che lo stava assalendo. Era il 1996, lui era appunto alle superiori, quando la sua scuola ospitò un corso serale di alfabetizzazione informatica. Molti lo conoscemmo in quell'occasione. Fabio era sempre presente, sempre in prima fila, brillante e motivato come nessun altro, sulla sua sedia a rotelle. Quel giorno fu per Fabio la svolta, capì che l'informatica poteva aiutarlo, poteva permettergli di non rinunciare alla vita. E' difficile per chiunque di noi, abituati a dedicare il tempo libero al PC e ai social network, dove passiamo senza soluzione di continuità da argomenti più seri alle frivolezze più leggere, comprenderlo. Ma per Fabio il PC divenne la vita. La sindrome di Duchenne avanza inesorabilmente, in poco tempo, e rende impossibile qualsiasi attività. Fabio sostenne l'esame di stato da casa grazie ad internet. Fu solo l'inizio. In un bellissimo verso Marco Masini canta di una ragazza che incontra all'angolo di una strada un cieco e gli stringe la mano. Ed insieme "saltano l'abisso". Fabio quell'abisso l'ha scavalcato giornalmente per anni, lasciandoselo alle spalle e trasformandolo in una quotidiana sfida vinta. Fabio Pavone

Perché Fabio trasformò il web in una prateria sconfinata dove poter parlare, confrontarsi, ascoltare musica, lasciare che la sua mente assetata di cultura e di vita potesse galoppare libera. E fu una tragedia per lui scoprire nel 2007 che a Cappelle sul Tavo l'ADSL non c'era e che alcune apparecchiature informatiche adattate avevano costi altissimi. Ma non si arrese e smosse il mondo, scrisse a tutte le istituzioni, interessò avvocati esperti di diritto informatico, giornalisti anche di caratura nazionale. E alla fine vinse la battaglia. Questo era Fabio, il "capatosta" capace di andare avanti fino in fondo e che non si fermò mai, neanche quando si ritrovò immobilizzato, tracheotomizzato e collegato ad un apparecchio per la respirazione. Nessuno ricorderà mai Fabio triste, piangente. No, tutti abbiamo tanti ricordi belli, intensi, anche divertenti. Era dotato di una grandissima ironia e di un cuore immenso, la respirazione artificiale gli impediva di sorridere con il volto, ma lui sorrideva straordinariamente con il cuore. La sua esperienza di vita è stata uno schiaffo morale a tutti i conformismi e ai falsi pietismi che ostinatamente si rifiutano di comprendere che i malati e i portatori di handicap sono persone a tutti gli effetti, che la malattia non è una colpa e che la loro vita non vale meno delle altre.
Era tanto che non avevamo notizie di lui, abbiamo temuto che le sue condizioni stessero peggiorando, speravamo di rivederlo quest'estate. Purtroppo non è stato così. Dopo aver quotidianamente sfidato e battuto la malattia per 16 anni, alla fine inesorabilmente la distrofia lo ha strappato via. Ma Fabio non è stato sconfitto, e la sua vita, la sua tenacia, la sua sete immensa di cultura e di vita, dovrà restare sempre un esempio per tutti noi che abbiamo avuto il raro privilegio di incontrarlo.
Caro Fabio straordinario è stato incontrarti, impossibile sarà dimenticarti.
Ciranovagabondo