Camera dei Deputati - XV legislatura - Documenti - Resoconti parlamentari - Resoconti dell'AssembleaCamera dei deputati Il Piano Nazionale di Assegnazione delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012 è stato approvato dai Ministri dello sviluppo economico e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare dopo un lungo confronto sulle quote complessive da assegnare annualmente ai settori industriali nazionali sottoposti all’applicazione della direttiva 2003/87/CE (« tetto nazionale complessivo »). La definizione del tetto massimo di quote deriva da impegni a suo tempo (1997) assunti dall’Italia per rispettare gli obiettivi di riduzione dei gas ad effetto serra, oggetto del Protocollo di Kyoto. Il rispetto di tali impegni avrebbe dovuto comportare la definizione di una strategia multisettoriale, con azioni svolte nel campo non solo dei settori energetici ed industriali, ma anche in quello dei trasporti e dei consumi civili, tese a ridurre le emissioni di CO2. Su questo fronte, invece, si e` registrato un ritardo che ha accresciuto la distanza tra la situazione reale e gli obiettivi complessivi da raggiungere, anche se le misure messe in campo negli ultimi mesi dall’attuale Governo mostrano una chiara inversione di tendenza, a favore dell’efficienza energetica e dello sviluppo delle fonti rinnovabili. La politica industriale del Governo mira, inoltre, alla tutela e al rafforzamento della competitivita` dell’industria nazionale, di cui l’impianto ILVA di Taranto rappresenta storicamente un punto di notevole eccellenza. Proprio a tal fine, presso il Ministero dello sviluppo economico si e` insediato un tavolo di monitoraggio del settore, al quale partecipano attivamente tutte le parti sociali. In tale sede e` stata discussa anche l’entità di quote di CO2 assegnate, rilevando come il problema sia generalizzato a tutti i settori industriali rientranti nel campo di applicazione della direttiva 2003/87/CE (Emission Trading System). Vi e` piena consapevolezza del fatto che le quote previste nel Piano Nazionale di Assegnazione, fissate a 209 milioni di tonnellate di CO2/anno, potranno risultare insufficienti per coprire i fabbisogni dei settori industriali, ma in proposito devono farsi due considerazioni: a) nel Piano e` stata prevista la possibilita` che gli operatori possano ricorrere ai meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto (Meccanismi di sviluppo pulito e Meccanismi di attuazione congiunta-CDM e JI, dall’acronimo in lingua inglese) per soddisfare fino al 25 per cento del loro fabbisogno in materia di emissioni di CO2; b) nella redazione del Piano si e` tenuto conto della necessita` di ottenere l’approvazione dalla Commissione europea, che ha manifestato orientamenti fortemente restrittivi (per 16 dei 19 Piani approvati dalla Commissione sono stati previsti tagli), anche sulla base degli insoddisfacenti risultati della prima fase di applicazione della normativa in materia. Se si prendono in considerazione, come suggerito dall’onorevole interrogante, le problematiche relative sia al settore dell’acciaio che a quello termoelettrico, nel rispetto del tetto massimo di emissioni, si dovra` andare a definire una modalita` di attuazione che tenga in conto le esigenze Giovedi 18 gennaio 2007 — 52 — Commissione X di salvaguardia di competitivita` dei settori industriali interessati. Per cio` che concerne piu` in particolare il settore siderurgico si comunica che nell’ultima riunione dell’Osservatorio Siderurgico e` stato trattato la problematica delle quote di emission trading. A riguardo si e` evidenziato che per l’approvazione del programma di emissioni 2008-2012 si dovrebbe tener conto, al fine di non compromettere maggiormente le capacita` competitive del settore, dei seguenti fattori: l’opportunita` di innalzare quanto piu` possibile l’entita` delle quote assegnate al settore siderurgico, sia in considerazione della iniziale maggiore penalizzazione che il settore ha subito rispetto ad altre siderurgie europee, sia come compensazione dello sforzo di miglioramento delle performance degli stabilimenti che l’industria italiana si e` virtuosamente imposta negli ultimi anni e che offre, in generale, ridotti margini di ulteriore contenimento delle emissioni attraverso interventi tecnici sugli attuali impianti sia in ragione degli sviluppi produttivi del settore previsti nel periodo 2008-2012; l’individuazione e inserimento nel piano delle quote necessarie alla emissione del gas di recupero provenienti dalle acciaierie integrate ed utilizzati perla produzione di energia elettrica; il sovracosto sul prezzo dell’energia elettrica derivante dal ribaltamento dei costi legati all’acquisto delle quote da parte dei produttori di energia.