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ARRESTO POLIZIOTTI: COMUNICATI SINDACALI




COMUNICATI DEI SINDACATI DI POLIZIA IN MERITO ALLA CONDANNA DEI POLIZIOTTI 
NAPOLETANI

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SIAP - Sindacato Italiano Appartenenti Polizia - http://www.siap-polizia.com/


Ancora sui fatti di Napoli ...



Vedi Napoli...e poi muori!!!

La città di Napoli ha sempre rappresentato un’icona tra le bellezze 
d’Italia, i suoi colori e il suo folklore sono stati d’ispirazione per 
poeti e scrittori. Tra le innumerevoli parole utilizzate per descrivere il 
capoluogo partenopeo tutti noi ricordiamo il detto: " vedi Napoli e puoi 
muori", ma nessuno, forse neanche colui che coniò la frase, avrebbe mai 
immaginato quanto, con cruda realtà, quest’espressione sia stata fatta 
propria da un’intera categoria di lavoratori della Polizia di Stato. Questa 
volta non si parla, però, di paesaggi incantevoli, di "spaghetti e 
mandolino"! Questa volta lo sfondo ispiratore passa per il Palazzo della 
Questura dove, a quanto pare, è emerso il magma che da anni dorme sotto le 
pendici del Vesuvio. L’arresto di numerosi poliziotti, in servizio presso 
gli uffici di Polizia del capoluogo, ha umiliato l’intero apparato della 
sicurezza e tutti i suoi rappresentanti. Sia ben chiaro che il nostro stato 
di prostrazione non deriva da alcun diritto precostituito d’impunità, ma 
dai metodi utilizzati per l’esecuzione degli arresti e dal grave, nonché 
reale pericolo di strumentalizzazione dell’episodio.  Le parole proferite 
da qualche funambolico esponente dei movimenti antagonisti feriscono più di 
qualsiasi arma impropria, più di qualsiasi insulto che caratterizza le 
"pacifiche" manifestazioni di protesta contro la globalizzazione. Parlare 
delle forze dell’ordine come banditi in divisa è pari ad uccidere 
nuovamente tutte le vittime del dovere, ovvero tutti coloro che, per 
difendere ideali di giustizia e democrazia, hanno immolato la propria vita. 
Anche se siamo nel paese in cui si è proceduto all’arresto dei Nocs per 
presunte percosse ai brigatisti che avevano in ostaggio il Generale Dozier, 
anche se siamo nel paese in cui un Ministro della Repubblica ha accolto con 
un mazzo di fiori una terrorista estradata, noi non possiamo sottacere 
davanti ad esternazioni di tale gravità. Ci chiediamo se la stessa enfasi 
con cui le categorie dei lavoratori difendono i propri diritti, la stessa 
caparbietà con cui il movimento dei girotondi difende la libertà 
d’opinione, la stessa passione con cui la cittadinanza invoca la sicurezza 
per le strade sia utilizzata per difendere la dignità dei poliziotti 
italiani, per difenderli a prescindere da "singole e presunte" 
responsabilità personali. Se ciò non avverrà significa che ieri sera siamo 
morti in tanti... Ecco perché: "Vedi Napoli e poi muori".

La Segreteria Nazionale S.I.A.P.


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SIAP

Solidarietà ai colleghi napoletani


Comunicato Stampa del 26 aprile 2002

Il S.I.A.P. - Sindacato Italiano Appartenenti Polizia - esprime la massima 
solidarietà e fiducia a tutti i poliziotti napoletani.

Lasciano molto perplessi le ragioni ed il metodo con il quale la 
Magistratura partenopea ha emesso gli otto ordini di custodia cautelare.

Giudichiamo assolutamente gravi ed infondate le affermazioni di Casarin, 
che, dalla Polizia di tato, può solo ricevere lezioni di democrazia e di 
giustizia.

Condanniamo con forza la strumentalizzazione fatta dai "Genitori del G8" 
che hanno paragonato i fatti di Napoli con la morte di Carlo Giuliani.

Rimaniamo in attesa di conoscere gli elementi oggettivi che hanno indotto 
la Magistratura partenopea ad emettere questi gravi provvedimenti che 
rischiano di delegittimare l'operato della Polizia napoletana, che nei 
gironi degli scontri con il GSF, ha subito la violenza inaudita dei 
"manifestanti".

Il S.I.A.P. proclama lo stato di agitazione di tutta la categoria.

              La Segreteria Nazionale

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SAP - SINDACATO AUTONOMO DI POLIZIA - http://www.sap-nazionale.it/

Grande rilievo mediatico alla posizione del SAP

Incredulità e inquietudine ha espresso il SAP per le misure cautelari 
adottate dall'A.G. di Napoli nei confronti di alcuni agenti di Polizia. Le 
interviste sono state duffuse dal GR2 delle ore 12,30; dal TG4 delle ore 
13,30 con l'intervento dell'On. Mantovano Sottosegretario al Ministero 
dell'Interno; al TG4 delle ore 19,30; Italia 1 delle ore 19; Radio 
Vaticana; Il Giornale; Il Corriere delle Sera; Libero; Il Mattino.

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SAP

Non accadeva da anni che la classe politica fosse così vicina alle Forze 
dell'Ordine.

Si fa largo tra le Forze politiche l'apprensione per le misure cautelari 
adottate a Napoli. Dopo il Vice Presidente Fini ed i Ministri Scajola e 
Castelli anche il Senatore a vita Francesco Cossiga, con una telefonata al 
Segretario Generale del SAP Saltamartini ha espresso solidarietà alle Forze 
dell'Ordine. "Devo dire - ha precisato Saltamartini - che la Polizia 
italiana con il Presidente Cossiga ha affrontato ben altre vicende, a 
partire dal sequestro e omicidio dell'On.le Aldo Moro fino agli anni più 
bui del terrorismo. Sono sicuro che anche questa volta la giustizia avrà la 
prevalenza. Grazie a Francesco Cossiga che ci onoriamo di aver avuto come 
Ministro dell'Interno."

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SAP

Il SAP interviene sui fatti di Napoli

Sconcerto e incredulità per la notizia dell'arresto di due funzionari e sei 
agenti della Questura di Napoli per gli scontri di piazza avvenuti oltre un 
anno e mezzo fa in quel centro. Il Segretario Generale del SAP 
Saltamartini, con una dichiarazione alle agenzie di Stampa ha affermato 
che: "Verificheremo l'esistenza dei presupposti invocati dall'A.G. di 
Napoli per l'adozione delle misure cautelari degli arresti domiciliari nei 
confronti dei nostri colleghi, ma non possiamo non sottolineare come 
-troppo spesso- le stesse misure sono negate per indagini che riguardano 
pregiudicati e delinquenti recidivi. Decideremo conseguentemente se sia il 
caso di adottare iniziative conflittuali e di protesta nei confronti 
dell'Autorità Giudiziaria di Napoli, nell'esercizio del nostro diritto di 
critica, riconosciuto nei Paesi democratici a tutti i cittadini e dunque 
anche ai poliziotti"

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SIULP - SINDACATO ITALIANO UNITARIO LAVORATORI POLIZIA - www.siulp.it

Ingiustizia

Dichiarazione del Segretario Generale Oronzo Cosi

Sconcerto, rabbia, e soprattutto, preoccupazione.

Il provvedimento con il quale otto poliziotti della Questura di Napoli sono 
stati arrestati non
appartiene al mondo del diritto, né a que llo della logica, né a quello del 
buon senso.

E’ un atto di ingiustizia, di una ingiustizia che si rende già evidente nel 
metodo usato: quello
di togliere la libertà ad alcuni operatori di polizia senza neanche 
avvisarli, come d’obbligo fare col
peggiore dei criminali, che si sta indagando su di loro.

E’ un provvedimento ingiusto, che premia quei criminali che un anno fa 
misero a ferro e
fuoco la città di Napoli e che oggi l’hanno fatta franca; ma è anche un 
fatto che va ben oltre Napoli,
e che induce ad una amara riflessione tutti quei poliziotti chiamati a 
contrastare, a proprio rischio e
pericolo, quei "guerriglieri urbani" che quando fanno guerriglia applicano 
tutte le regole barbare
della guerra; ma quando vengono messi con le spalle al muro invocano tutti 
quei diritti che loro
stessi fino ad un istante prima hanno disconosciuto agli altri cittadini.
Rinnoviamo dunque, in questo momento difficilissimo, la nostra fiducia, 
piena ed
incondizionata, nell’operato della Magistratura; ma non ce la sentiamo, per 
la prima volta, di fare
altrettanto sull’operato di alcuni Pubblici Ministeri.

Non per spirito di Corpo, o perché convinti, come qualche imbecille 
sostiene, che la Polizia
sia superiore persino alla Legge.

Non ce la sentiamo, semplicemente perché difficilmente qualcuno potrà mai 
spiegarci i
motivi per i quali, ad oltre un anno di distanza dai fatti, otto poliziotti 
devono essere arrestati, e oltre
un centinaio di guerriglieri urbani identificati devono restare impuniti.
Sarebbe grave se i P.M. di Napoli si fossero fidati esclusivamente delle 
dichiarazioni dei
"facinorosi": gente che manifesta liberamente e democraticamente il proprio 
pensiero con fionde,
biglie di piombo e lo stretto necessario per incendiare auto e negozi; 
liberi pensatori per i quali un
lancio di pietre contro operatori di polizia è attività del tutto 
consentita e giustificabile in un Paese
come il nostro.

Ai poliziotti neanche la possibilità della difesa, neanche il diritto di 
dire la propria.

Arrestati, come i peggiori nemici della società, messi alla gogna, con 
accuse incredibile ed
improponibili, tra le quali una tentata violenza carnale ai danni di un 
fermato, ed un diniego di
recarsi al bagno durante una perquisizione.
Controlleremo la nostra rabbia, perché noi siamo tra i primi servitori di 
questo Stato.
Saremo disciplinati e composti e, per quanto a carissimo prezzo, rispettosi 
di tutti gli uomini
che rappresentano le Istituzioni.

Il nostro primo pensiero è per i colleghi arrestati: non li lasceremo soli 
per un istante, né ora
né dopo, quando i riflettori si saranno abbassati, e lavoreremo per 
fornirgli tutta l’assistenza
necessaria sia nei confronti dell’Autorità Giudiziaria, sia nei confronti 
dell’Amministrazione.

Il nostro secondo pensiero è per i Magistrati della Procura di Napoli: mai 
come in questo
caso diventa indispensabile non tanto nel nostro interesse, ma 
nell’interesse dei cittadini e delle
stesse Istituzioni, che in tempi rapidissimi vengano portate dinanzi 
all’Autorità giudicante le prove
poste a base dei provvedimenti restrittivi; perché ove queste non ci 
fossero o fossero lacunose e
allorché i fatti documentati non fossero così gravi ed efferati da 
giustificare la gravità stessa dei
provvedimenti adottati, noi saremmo dinanzi ad un atto di incomprensibile 
natura, ad un atto di
persecuzione vera e propria nei confronti di chi, al pari dei Magistrati, 
rappresenta lo Stato.
Saremmo dinanzi ad un atto cioè di aggressione nei confronti della nostra 
stessa Istituzione,
prima ancora che degli uomini che la rappresentano.

Il nostro terzo pensiero è per tutti quegli altri colleghi che già da oggi 
sono impegnati sulle
piazze d’Italia in ordine pubblico, e per quelli che saranno impegnati tra 
due giorni in occasione del
primo maggio: c’è il ragionevole dubbio che i nostri unici problemi non 
siano più quelli derivanti da
chi usa la piazza per esercitare violenza, ma che ve ne siano anche ad 
opera di chi, dovendo
applicare le regole certe delle giustizia, finisce a volte con realizzare 
grossolane ingiustizie.

Non bisogna comunque dimenticare che lo Stato siamo noi, che continueremo a 
fare il
nostro dovere, e che se qualcuno ha sbagliato, sarà chiamato a renderne conto.
Questa mattina l’ex Presidente della Repubblica, Senatore Francesco 
Cossiga, mi ha voluto
personalmente testimoniare la vicinanza e la solidarietà che in questa 
triste faccenda ha per tutti gli
operatori della Polizia di Stato: è un fatto che rafforza la nostra 
convinzione di essere nel giusto e
che ci induce, a maggior ragione, a difendere l’onore della nostra 
categoria, a ricercare la verità.

Roma, 27 aprile 2002

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LISIPO -

Napoli: gli arresti dei Poliziotti erano necessari?

Il Libero Sindacato Polizia (LI.SI.PO.) esprime preoccupazione per gli 
arresti domiciliari disposti dall’Autorità giudiziaria napoletana, nei 
confronti di Agenti e funzionari e si chiede: erano proprio necessari 
quegli arresti?

Pericolo di fuga, inquinamento delle prove, reiterazione del reato: a oltre 
un anno di distanza dai presunti fatti, sussistono concretamente questi 
elementi?

Il LI.SI.PO. non ha elementi per contestare le decisioni dei Magistrati, 
non conoscendo gli atti, ma si augura che sia fatta chiarezza quanto prima 
possibile. Certo, il personale dei Reparti Mobili e degli altri reparti che 
saranno chiamati ad effettuare servizi di ordine pubblico, in questa 
situazione, non potranno avere la serenità, lo stato d’animo necessario per 
affrontare turbative all’ordine e sicurezza pubblica poste in essere dai 
facinorosi di turno. Il LI.SI.PO. ritiene che nei vari servizi di ordine 
pubblico debba essere presente un Magistrato che affianchi il funzionario 
nella direzione del servizio, anche per dare la possibilità agli Operatori 
di Polizia, di avere l’esatta cognizione di come comportarsi per impedire 
le violenze a persone e cose, di individui con casco protettivo, armati di 
bastoni ecc., che incendiano cassonetti, distruggono tutto ciò che trovano 
sul loro cammino. A giudizio del LI.SI.PO., proprio in questi casi, è 
indispensabile la presenza di un Magistrato, per capire, come operare per 
impedire violenze e non incorrere al tempo stesso in guai di carattere 
giudiziario. Il LI.SI.PO. invita il Capo dello Stato, massimo garante dei 
diritti di tutti i cittadini e Presidente del Consiglio Superiore della 
Magistratura, a disporre accertamenti, pur nel massimo rispetto dei 
Magistrati operanti, sulla necessità di disporre gli arresti domiciliari 
per gli otto Poliziotti napoletani. Il LI.SI.PO. invita i cittadini a 
scrivere al Capo dello Stato, per esprimere la loro opinione, i loro 
sentimenti, per questi arresti che non possono, comunque sia, a giudizio 
del LI.SI.PO., che suscitare perplessità.

Roma, 27.04.2002

IL SEGRETARIO NAZIONALE

(Antonio de LIETO)

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SO. DI PO. (Solidarietà di Polizia) - sindacato del personale della Polizia 
di Stato. - www.sodipo.it

SEGRETERIA NAZIONALE

Comunicato stampa
NAPOLI: POLIZIOTTI ARRESTATI SENZA NEANCHE UNO STRACCIO DI AVVISO DI GARANZIA
ORA E' DAVVERO TROPPO

La scelta di arrestare gli otto poliziotti a Napoli, ripropone 
drammaticamente il confronto tra due poteri dello Stato che, dal G8 di 
Genova in poi, si sono trovati spesso in "rotta di collisione".
Il SO. DI PO. non può e non vuole sottrarsi alle sue responsabilità e, nel 
richiamare la presunzione di non colpevolezza che deve valere anche per i 
poliziotti, preannuncia che da lunedì 29 aprile costituirà due presidi 
permanenti davanti al palazzo di giustizia e alla Questura di Napoli, che 
saranno smantellati solo dopo la revoca degli arresti domiciliari dei 
nostri colleghi.
Sempre lunedì, dalle 18.00 alle 22.00, in segno di solidarietà verso i 
poliziotti arrestati, sarà effettuata una fiaccolata silenziosa davanti 
alla sede del CSM in piazza Indipendenza a Roma allo scopo di richiamare il 
supremo organo di autogoverno della magistratura ad un'attenta opera di 
vigilanza.
E' vergognoso e largamente inspiegabile - ha precisato il Segretario 
nazionale Carmelo TRIPODI - che a distanza di un anno dai fatti e senza che 
sia stato compiuto UN SOLO atto istruttorio che prevedesse la presenza del 
difensore dei colleghi o fosse loro notificato un avviso di garanzia, la 
Procura napoletana abbia ritenuto che l'unico atto possibile fosse 
l'arresto di otto poliziotti.
E' sorprendente che si sia ritenuto concreto e sussistente, in capo a 
poliziotti e non criminali incalliti, il sospetto di fuga, di inquinamento 
delle prove e reiterazione del reato. Si badi bene, di tutti e tre e non 
solo di uno di essi.
La misura adottata e il fin troppo tempestivo risalto mediatico assicurato 
da lanci d'agenzia contestuali alla notificazione dei decreti di custodia 
cautelare, la dice lunga sul contesto in cui è maturata questa iniziativa 
giudiziaria che riapre la ferita del G8 e ripropone gli stessi inquietanti 
interrogativi di allora. CHI DIFENDE I POLIZIOTTI ????
I poliziotti sono stufi di rischiare la pelle in strada e di essere 
perseguitati da una certa magistratura che ci arresta per non aver impedito 
che altri colleghi (secondo l'accusa) eccedessero nell'uso dei mezzi di 
coercizione fisica - com'è accaduto a Genova - o per aver tentato di 
identificare i protagonisti di atti di violenza durante le manifestazioni 
con un'attività d'intelligence commisurata al contesto in cui si era 
chiamati ad operare.
Forse qualcuno preferirebbe che le violenze teppistiche dei soliti 
"pacifisti armati di scudi, spranghe e protezioni varie", si concludessero 
con il solito bollettino di decine di poliziotti feriti e nessun 
teppista-pacifista identificato.
La corda è tesa come non mai e il morale dei poliziotti, di TUTTI i 
poliziotti, è a pezzi.
Il SO. DI PO. chiede con forza che i Presidenti Ciampi e Berlusconi 
intervengano nelle rispettive vesti di presidente del CSM e del Consiglio 
dei Ministri per acquietare una situazione che non esitiamo a definire 
esplosiva.


Roma, 27 aprile 2002


IL SEGRETARIO NAZIONALE
Carmelo TRIPODI

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SODIPO - COMUNICATO + AGENZIE

SEGRETERIA NAZIONALE

NAPOLI: POLIZIOTTI ARRESTATI
SENZA NEANCHE UNO STRACCIO DI AVVISO DI GARANZIA
ORA E' DAVVERO TROPPO

La scelta di arrestare gli otto poliziotti a Napoli, ripropone 
drammaticamente il confronto tra due poteri dello Stato che, dal G8 di 
Genova in poi, si sono trovati spesso in "rotta di collisione".
E' grave e largamente inspiegabile che a distanza di un anno dai fatti e 
senza che sia stato compiuto UN SOLO atto istruttorio che prevedesse la 
presenza del difensore dei colleghi o fosse loro notificato un avviso di 
garanzia, la Procura napoletana abbia ritenuto che l'unico atto possibile 
fosse l'arresto di otto poliziotti.
E' sorprendente che si sia ritenuto concreto e sussistente, in capo a 
poliziotti e non certamente criminali incalliti, il sospetto di fuga, di 
inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Si badi bene, di tutti e 
tre e non solo di uno di essi.
E' inaccettabile che una misura cautelare di inaudita gravità venga 
accompagnata da un fin troppo tempestivo risalto mediatico assicurato da 
lanci d'agenzia contestuali alla notificazione dei decreti di custodia 
cautelare.
E' inquietante il "contesto politico" che sembra accompagnare questa 
iniziativa giudiziaria che riapre la ferita del G8 e ripropone gli stessi 
inquietanti interrogativi di allora:
CHI TUTELA I POLIZIOTTI ?
I poliziotti sono stufi di rischiare la pelle in strada e di essere 
perseguitati da una certa magistratura che sembra prediligere il tintinnio 
delle manette a qualunque altro istituto processuale.
I poliziotti sono stanchi di subire le violenze teppistiche dei soliti 
"pacifisti armati di scudi, spranghe e protezioni varie" e di essere 
derisi, ingiuriati, offesi e umiliati;
I poliziotti invocano il rispetto per le delicate funzioni esercitate in 
difesa delle libertà di tutti i cittadini e pari dignità di fronte alla 
legge: non si ritengono migliori né peggiori di altri cittadini.
I poliziotti del SO. DI PO. chiedono con forza che i Presidenti Ciampi e 
Berlusconi intervengano nelle rispettive vesti di Presidente del Consiglio 
Superiore della Magistratura e del Consiglio dei Ministri, per restituire 
serenità ad una categoria di lavoratori demotivati e ingiustamente vilipesi.

LA SEGRETERIA NAZIONALE
Cicl. in proprio
Roma, 29 aprile 2002



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ANSA 13.06
R CRO SOB S41 S42 QBXL

ARRESTO POLIZIOTTI : SINDACATI INSORGONO, FIACCOLATE E CORTEI
PROGRAMMATE MANIFESTAZIONI DAVANTI AL CSM E PROCURA DI NAPOLI

(ANSA) - ROMA, 27 APR - C'è chi ha organizzato una fiaccolata silenziosa 
davanti al CSM per "" richiamare l'organo di autogoverno dei giudici a 
un'attenta opera di vigilanza "". E chi porterà la protesta in piazza 
proprio davanti alla procura di Napoli. Dopo gli arresti di ieri nel 
capoluogo campano, i sindacati insorgono.
Il Sodipo (Solidarietà di Polizia) ha organizzato per lunedì sera una 
fiaccolata davanti al CSM. Nello stesso giorno saranno predisposti anche 
due presidi permanenti davanti al tribunale e alla questura di Napoli che 
""saranno smantellati solo dopo la revoca degli arresti domiciliari ai 
poliziotti "".
Il segretario nazionale, Carmelo Tripodi, parla di provvedimento 
""vergognoso e largamente inspiegabile "".

KQH
27 - APR-02 13:06 NNNN

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AGI 13:01 27 - apr- 2002-04-27
AGI0063 3 CRO 0 R01 / + VQZ CR06
(Rif. 0040)

POLIZIOTTI ARRESTATI: SO. DI PO., NO A GIUSTIZIA SPETTACOLO =
(AGI) - Roma, 27 apr. - "" Criminali in libertà e poliziotti in galera "". 
E' lo slogan lanciato dal sindacato Solidarietà di Polizia dopo l'arresto 
di otto agenti della Questura di Napoli.
""Come operatori di polizia - spiega il segretario nazionale del SO. DI 
PO., Carmelo Tripodi - abbiamo sempre guardato la giustizia come la virtu' 
che dà a ciascuno ciò che gli è dovuto ". A Napoli è accaduto il contrario ".
""Arrestare otto poliziotti - continua Tripodi - per presunte irregolarità 
commesse durante un servizio di ordine pubblico, sembra senza avvertire il 
bisogno, forse il dovere, di sentire prima gli stessi interessati, ci fa 
sorgere il sospetto che il magistrato abbia confuso il poliziotto per il 
criminale ". Il So. di Po., di fronte a questo evento, chiede giustizia per 
i colleghi arrestati ingiustamente, e per tutte le vittime del "tintinnio 
delle manette" che produce soltanto una mortificante "giustizia 
spettacolo"". (AGI)
Com-Bas
271251 APR 02
NNNN

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COISP - COORDINAMENTO PER L'INDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA - 
http://www.coisp.it

I POLIZIOTTI RAPPRESENTANO LO STATO

Gli uomini della Polizia appartengono ad un Istituzione dello Stato e non 
accettano di diventare strumento all'interno di contrapposizioni politiche 
o di essere rimbalzati al centro delle cronache come categoria di 
turbolenti o ribelli.

Il giusto risentimento per provvedimenti restrittivi, emessi dopo 13 mesi 
dai fatti e senza un palese inquinamento delle prove, che hanno colpito 
colleghi nell'esercizio delle loro funzioni, e la composta solidarietà nei 
loro confronti ( tale è stata la protratta presenza silenziosa, fuori 
dall'orario di servizio, innanzi all'ingresso della Questura), non possono 
essere tradotti con le roboanti frasi ad effetto che hanno fatto scena sui 
titoli dei giornali di oggi.

La Polizia continua a fare il proprio dovere, ma i suoi uomini vogliono 
essere trattati dalla magistratura come gli altri cittadini, quindi con 
imparzialità, con la ricerca dei riscontri oggettivi di accuse al loro 
operato, soprattutto se provengono da contesti dichiaratamente ostili alle 
forze dell'ordine, con la corretta applicazione delle garanzie sulla 
libertà personale, e soprattutto, in quanto Istituzione, con un giustizia 
che faccia il suo corso velocemente.

E se tale corso si fosse svolto nel riserbo, senza eclatanti atti 
giudiziari qualora non proprio necessari, era tutto il Paese che ne avrebbe 
tratto beneficio.

E' quanto nei prossimi giorni i poliziotti,
mentre garantiscono sicurezza, continueranno a chiedere.



IL COISP


ROMA, 27 APRILE 2002