Apirolio: altra interrogazione sull'esplosione all'ILVA di Taranto del 16 agosto 1997

MANZI, MARINO. – Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. – Premesso:
che all’ILVA di Taranto da un po’ di tempo in qua fioccano gli incidenti; il 18 agosto 1997 è scoppiato un trasformatore contenente circa due quintali di apirolio, una sostanza simile alla diossina; quattro operai sono rimasti intossicati, di cui due in modo più grave, ma all’ILVA nessuno parla, il silenzio è d’obbligo, guai a parlarne con i sindacati o con la stampa, nessuno deve sapere: non una parola sul fatto che l’apirolio del trasformatore si è riversato per decine di metri contaminando l’area;
che le condizioni di lavoro all’acciaieria sono diventate insostenibili;solo una settimana prima era crollato un nastro trasportatore di decine di tonnellate;
che da quando il gruppo Riva è entrato all’ILVA i ritmi, la flessibilità e le condizioni di lavoro sono peggiorate; la prevenzione non si fa più; si aspetta ogni giorno che succeda qualche cosa; questo è quanto dicono i lavoratori dell’ILVA, si chiede di sapere se non si ritenga di verificare come stanno le cose e se sia il caso di intervenire con decisione per far rispettare le leggi, sia quelle sulla sicurezza che quelle sui diritti dei lavoratori.
È inammissibile che si imponga ai dipendenti il silenzio sugli incidenti con un contorno di ricatti e minacce, soprattutto per i lavoratori assunti con contratti a termine, per poter continuare a non rispettare le leggi.
(3-01248)


BETTONI BRANDANI, sottosegretario di Stato per la sanità.

Anche in questo caso il Ministero della sanità, nel silenzio delle autorità sanitarie della regione Puglia – che, pure, sarebbero titolari delle prevalenti attribuzioni di vigilanza in materia – risponde facendo affidamento sugli elementi di valutazione della direzione provinciale del lavoro di Taranto, pervenutigli attraverso il Commissariato del Governo.
Dagli accertamenti compiuti a cura di un ispettore di quella direzione provinciale è emerso che il giorno 16 agosto 1997 nello stabilimento della società ILVA spa di Taranto è andato in avaria un trasformatore elettrico contenente fluido dielettrico a base di policlorobifenile, comunemente chiamato apirolo oppure askarel, che si trovava installato nello scantinato adibito a sala motori n. 1 del reparto Treno lamiere n. 2, nel quale avviene la produzione di lamiere di acciaio partendo dalle bramme. Lo scoppio del trasformatore ha determinato la dispersione ambientale della miscela oleosa contenente il policlorobifenile sia nell’aria sia sul pavimento dello scantinato, con logico sversamento della quantità più consistente entro l’area delimitata dal cordolo in cemento armato realizzato al di sotto dello stesso trasformatore.
A causa di ciò, tre lavoratori subito dopo l’evento ed altri due dopo qualche ora hanno dovuto rivolgersi alle cure mediche dell’infermeria dello stabilimento per palesi sintomi di intossicazione legata all’inalazione di vapori di apirolo, ma risultano tutti rapidamente dimessi dopo aver
subito la visita medica di controllo, con spontanea ripresa dell’attività lavorativa, tanto che per nessuno di essi è stata presentata denuncia di infortunio sul lavoro.

Frattanto, comunque, poco dopo lo scoppio del trasformatore erano intervenuti sul luogo i vigili del fuoco di stabilimento e, a qualche ora di distanza, operatori e tecnici di un’impresa specializzata in operazioni di decontaminazione ambientale da policlorobifenile. Nello stesso giorno è intervenuto anche un funzionario dell’azienda sanitaria locale Taranto 1, che ha poi seguito, nei giorni successivi, tutte le operazioni di decontaminazione.
Alcuni giorni dopo l’incidente, poi, è intervenuta anche la magistratura, che, avviando l’inchiesta giudiziaria, ha disposto il sequestro cautelare della sala motori n. 1 dello stabilimento, ivi comprese anche le altre macchine in esercizio, affidandole in custodia giudiziale ad un tecnico dello stabilimento.
Sebbene fin dal 18 settembre 1997 il trasformatore elettrico danneggiato sia stato sostituito dalla direzione dello stabilimento con altro di uguali caratteristiche tecniche, fino alla data cui risale la memoria della direzione provinciale del lavoro pervenuta al Ministero (fine ottobre 1997) l’impianto non era stato ancora dissequestrato.
È essenziale rilevare come nello stabilimento ILVA laminati piani spa di Taranto operi, ai fini della vigilanza sulla sicurezza dei lavoratori e della salvaguardia ambientale, anche in attuazione del decreto legislativo n. 626 del 1994, un apposito servizio di prevenzione e protezione, composto ora da 35 tecnici specializzati, suddivisi in base allo specifico settore di intervento (sicurezza, igiene del lavoro, ecologia). Costoro operano nelle varie aree produttive con funzioni di controllo e di assistenza, sia in modo autonomo sia a seguito di specifiche esigenze di volta in volta segnalate dal personale di stabilimento, per far sì che le attività produttive vi si possano svolgere in condizioni di sicurezza e di idoneità ambientale.
Questo, ad esempio, spiega perchè tale servizio partecipi attivamente anche alla predisposizione di piani di formazione e di addestramento del personale. Per le sue caratteristiche tecnico-operative esso, quindi, è in grado di offrire valido supporto alle amministrazioni preposte ai compiti di controllo e vigilanza, quali azienda sanitaria locale, ISPESL e direzione provinciale del lavoro, in primo luogo nei sopralluoghi ispettivi eseguiti nei diversi luoghi di lavoro dello stabilimento e poi nel periodico espletamento delle ricorrenti verifiche di legge ad apparecchi di sollevamento, apparecchi a pressione, impianti di terra e contro le scariche atmosferiche e simili.

Nel coso del 1997 il servizio ispettivo della direzione provinciale del lavoro di Taranto ha effettuato con proprio personale tecnico presso gli impianti dello stabilimento siderurgico, su espressa delega dell’autorità giudiziaria inquirente, 10 sopralluoghi diretti all’accertamento delle
cause e delle circostanze in cui vi si sono verificati infortuni sul lavoro e particolari malattie professionali, non mancando ovviamente di riferire alla magistratura su ogni caso di riscontrata violazione delle prescrizioni sulla prevenzione degli infortuni e sull’igiene del lavoro.
Sebbene, come già detto, non siano a tutt’oggi pervenute comunicazioni della regione Puglia per gli aspetti d’interesse di quelle autorità sanitarie, dalla stessa direzione provinciale del lavoro si è potuto apprendere che nel corso del 1997 la competente azienda sanitaria locale di Taranto ha effettuato 36 sopralluoghi ispettivi nei diversi luoghi di lavoro dello stabilimento, seguiti – almeno secondo quanto attestato dalla direzione della società – dell’ottemperanza alle prescrizioni impartite.
Infine, nello stabilimento ILVA spa risulta da tempo nominato il responsabile del Servizio di prevenzione, in attuazione dello stesso decreto legislativo n. 626 del 1994 e – a cura delle organizzazioni sindacali – vi sono stati designati 9 rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Essi, insieme ai delegati della direzione dell’impresa, hanno tenuto la prevista riunione annuale il 29 aprile 1997, alla quale hanno partecipato anche il direttore dello stabilimento, il medico competente ed il responsabile del servizio di prevenzione e protezione. Vi sono stati trattati
temi della massima attualità, quali i dispositivi di protezione individuali, la formazione e l’informazione del personale, gli investimenti nel campo della sicurezza e della salvaguardia ecologica e l’andamento infortunistico.
Inoltre, nel corso dell’anno, il servizio di prevenzione e protezione ha tenuto altri otto incontri con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, dedicati all’approfondimento di altre tematiche di particolare rilevanza, quali l’uso del policlorobifenile, lo smaltimento dell’amianto e
la normativa e la segnaletica di sicurezza. Nell’incontro svoltosi il 30 maggio 1997, poi, si è proceduto all’esame congiunto del documento di valutazione dei rischi adottato nello stabilimento in attuazione del decreto legislativo n. 626 del 1994.
È importante rilevare, infine, che, stando ai dati INAIL, la situazione infortunistica aziendale dello stabilimento ILVA spa di Taranto sembra presentare un andamento discendente nel corso degli ultimi anni: infatti, l’indice di frequenza degli infortuni sul lavoro indennizzati risulta
pari al valore di 36 nel 1996, contro un valore pari a 44 riscontrato nel 1995, un valore di 45 nel 1994 e, va sottolineato, un valore pari a 30 nel periodo tra gennaio e settembre 1997.
Lo stesso indice di gravità di tali infortuni, infine, risulterebbe sceso ora a 0,5 per cento, contro un valore di 0,6 per cento degli anni precedenti.


MANZI. Prendo atto con soddisfazione delle dichiarazioni della rappresentante del Governo, anche se i lavoratori dell’ILVA segnalano di ricevere pressioni da parte dei capi dell’azienda affinchè non denuncino tutti gli incidenti sul lavoro, proprio per cercare di far apparire la
situazione più accettabile. Per questo motivo, credo sia necessario che gli organi competenti mantengano un elevato livello di vigilanza, anche per garantire un minimo di serenità ai lavoratori.

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