La litigata con il preside sull'antifascismo a scuola

La professoressa Vera Velluto era la mia professoressa di inglese. C'è un ricordo che porto con me: i suoi occhi. I suoi occhi che sprizzavano felicità quando lei seppe che avevo gridato davanti al preside: "Lei non si può permettere di dire queste cose!"
Erano il 1975, il preside entrò in classe e con tono autoritario gridò: "Chi ha scritto queste cose? Avete messo nell'ordine del giorno dell'assemblea che volete una scuola antifascista! Ma dove vogliamo arrivare? Alle Brigate Rosse?"
E io risposi gridando come lui: "Mio padre ha fatto la Resistenza! Lei non si può permettere di dire queste cose!"
Il putiferio.
Il preside non si aspettava una tale risposta e, soprattutto, che io urlassi quanto lui. Era presente la professoressa di chimica che in quel momento mi stava interrogando alla lavagna sulle ossidoriduzioni. Rimase impressionata dal tono rovente di quello scambio di grida. Mi confessò, nei giorni successivi, che fu quasi spaventata dalla scena. Il preside uscì furente.
Gli avevo tenuto testa.
La notizia fece il giro dell'istituto.
La professoressa di inglese, il giorno dopo, mi convocò alla cattedra e si fece raccontare tutto, per filo e per segno. Dallo sguardo - quando era contenta stringeva gli occhi in un modo particolare - mi sembrò molto contenta.
Tornai a casa e scrissi sul mio diario: "Da oggi la prof di inglese mi guarda in un modo nuovo".
Alessandro Marescotti