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Censura!
L'informazione on-line ha i giorni contati. PeaceLink vi spiega il perche'

Appello
Appello per la Liberta' di Espressione, di Comunicazione e di Informazione in rete.

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Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, via Galuppi 15, 74010 Statte (TA) - PeaceLink 1995/2000

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Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

(Costituzione Italiana - Art. 21)

"Parliamoci chiaro, le nostre leggi sull'ordinamento della professione giornalistica per tanti aspetti si collegano alla struttura del fascismo a cominciare dalla figura del direttore responsabile (io l'ho ricoperta per quasi vent'anni) che non esiste in nessun'altra legislazione del mondo. Una figura derivata da un ordinamento in cui i direttore responsabile era nominato da un partito politico autoritario e onnipotente, in contrapposizione all'editore e mantenuto con privilegi economici, ma senza il controllo politico della testata".

Giovanni Spadolini. Citazione tratta dal libro "Come si diventa giornalista" - Piero Morganti - Ed.Einaudi

"I worry about my child and the Internet all the time, even though she's too young to have logged on yet. Here's what I worry about. I worry that 10 or 15 years from now, she will come to me and say 'Daddy, where were you when they took freedom of the press away from the Internet?'"

Mike Godwin, Electronic Frontier Foundation


DA LEGGERE E DIFFONDERE

NO ALLA CENSURA - NO AL PANICO

LIBERTA' DI ESPRESSIONE IN RETE - DOMANDE E RISPOSTE
A CURA DI PEACELINK - ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO DELL'INFORMAZIONE

www.peacelink.it - info@peacelink.it

INDICE DELLE DOMANDE

1 - Ok, veniamo al dunque: il mio sito e' illegale ?

2 - Perche' nei giorni scorsi sono stati lanciati degli appelli contro la censura in rete ?

3 - Se il mio sito e' ancora legale, allora perche' in questi giorni c'e' stata tutta questa confusione ?

4 - Devo fare qualcosa per "mettere in regola" il mio sito ?

5 - Non voglio rischiare e ho deciso di "regolarizzare" comunque il mio sito per tutelarmi su ogni fronte. Cosa posso fare ?

6 - Che cosa si puo' fare per prevenire l'imbavagliamento della rete ?

7 - Come posso tenermi informato su quello che accade ?

1 - Ok, veniamo al dunque: il mio sito e' illegale ?

ASSOLUTAMENTE NO ! Per il momento la produzione e lo scambio di informazioni in rete e' una attivita' perfettamente lecita, e lo sara' fino a quando saranno ancora in vigore l'articolo 21 della Costituzione Italiana e la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

2 - Perche' nei giorni scorsi sono stati lanciati degli appelli contro la censura in rete ?

Ci sono stati due appelli: uno lanciato dall'associazione PeaceLink e uno lanciato dalla rivista "Punto Informatico".

L'appello dell'associazione PeaceLink riguardava la proposta di legge 7292, una proposta di legge che avrebbe esteso gli obblighi in vigore per le riviste cartacee (registrazione della testata ed individuazione del direttore responsabile) a qualsiasi "periodico telematico". La definizione di "periodico telematico" contenuta nella proposta di legge 7292 era molto generica, e includeva di fatto qualsiasi sito web aggiornato con periodicita'.

E' per questo che PeaceLink ha lanciato una campagna contro la proposta di legge n.7292, per evitare possibili interpretazioni restrittive e illibertarie della legge sulla stampa. Infatti chiunque avesse voluto "tappare la bocca" a un sito internet non avrebbe dovuto fare altro che denunciarlo come "periodico telematico non registrato".

Fortunatamente la proposta di legge e' stata bloccata dalla chiusura delle camere, e quindi questo pericolo e' stato scongiurato.

Nei giorni scorsi il quotidiano telematico "Punto Informatico" ha lanciato un nuovo allarme, con un appello che riguarda la legge sull'EDITORIA, che e' stata recentemente approvata. Questa legge contiene una definizione ambigua di "Prodotto Editoriale", ed estende gli obblighi di registrazione gia' in vigore per le testate giornalistiche a tutti i "prodotti editoriali".

In base a questa definizione qualsiasi sito web POTREBBE essere definito come un prodotto editoriale, e quindi ricadere automaticamente sotto l'obbligo di registrazione. Ripeto, qualsiasi sito web POTREBBE essere trattato come un prodotto editoriale, ma non e' detto che cio' avvenga. La legge sull'editoria non e' un pericolo CONCRETO perche' introduce degli obblighi, ma e' solo un RISCHIO POTENZIALE, perche' per far chiudere un sito basterebbe dimostrare che si tratta di un "prodotto editoriale" non registrato.

Proprio per evitare i rischi derivanti da questa formulazione ambigua contenuta nella legge sull'editoria, "Punto Informatico" ha lanciato un appello per abolire e sostituire gli articoli della legge in cui si definisce il "prodotto editoriale" e si obbliga tutti i "prodotti editoriali" a registrarsi come fanno le testate giornalistiche. Meglio essere chiari sin dall'inizio che pentirsi quando una legge scritta male e in forma troppo generica viene interpretata in senso repressivo.

3 - Se il mio sito e' ancora legale, allora perche' in questi giorni c'e' stata tutta questa confusione ?

L'appello lanciato da "Punto Informatico" ha creato una vasta ondata di protesta, che ha avuto due effetti desiderati e uno indesiderato. Il primo effetto (desiderato) e' stato quello di denunciare la formulazione ambigua e poco chiara della legge sull'editoria, una legge che, se male interpretata (sottolineo SE), potrebbe davvero diventare uno strumento repressivo, ammesso che ci sia qualcuno cosi' spregiudicato da definire "prodotto editoriale" il sito web realizzato dalla parrocchia di Vattelapesca o dall'associazione di Canicatti'. Il secondo effetto (anch'esso desiderato) e' stato quello di mettere in evidenza il tentativo di riprodurre in rete i meccanismi di divisione tra "produttori" e "utenti" che caratterizzano il mondo della carta stampata e della televisione. Questo tentativo e' ormai in atto da vari anni, e si sta scontrando con un mezzo di comunicazione fortemente libertario, dove la produzione di informazioni, articoli, dossier, analisi e dibattiti non e' piu' una faccenda riservata agli "addetti ai lavori", ma e' considerata come un diritto inalienabile da parte di tutti i "produttori/utenti". E' importante che sempre piu' persone siano consapevoli di questo scontro tra l'informazione professionale e commerciale (che vorrebbe rimanere anche in rete l'unica informazione "accreditata" e riconosciuta ufficialmente) e la libera informazione prodotta da cittadini, associazioni, missionari, studenti, disoccupati e gruppi di volontari.

L'effetto indesiderato di questo appello e' stata la diffusione di un'ondata di panico incontrollato, con siti web che hanno chiuso i battenti (per poi riaprire in un secondo tempo), provider che invitano a "mettersi in regola", persone allarmate che scrivono ai loro conoscenti messaggi dal subject "siamo tutti fuorilegge".

4 - Devo fare qualcosa per "mettere in regola" il mio sito ?

Ripeto, NON C'E' BISOGNO DI FARE ASSOLUTAMENTE NULLA. Fin quando l'articolo 21 della costituzione ci dara' la liberta' di esprimerci "con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione", non siamo noi a doverci mettere in regola, ma sono le leggi anticostituzionali a dover essere riscritte. Alcuni siti internet molto autorevoli che si occupano di telematica e diritto hanno gia' pubblicato alcune "raccomandazioni" e delle "norme" per "mettere in regola" il proprio sito. Tuttavia queste norme hanno alcune controindicazioni:

a) danno per scontato che la legge sull'editoria venga interpretata nel modo peggiore possibile, cosa che non e' assolutamente sicura.

b) hanno come effetto collaterale la diffusione di panico incontrollato tra chi non si e' ancora "messo in regola".

c) creano degli standard e delle regole che finora non sono richieste da nessuna legge.

d) comunque non garantiscono da una eventuale interpretazione restrittiva della legge. Se vogliono fregarti, lo faranno comunque, anche se avrai seguito le "norme di precauzione" suggerite da altri.

e) rendono piu' esposti e vulnerabili i siti che decidono di non seguire le norme dettate dai "siti esperti".

f) questi consigli, ammesso che funzionino effettivamente per "tutelare" un sito da eventuali accuse di stampa clandestina, risolvono solo il problema del singolo (quello di non farsi chiudere il sito) e lasciano intatto il problema della collettivita' (quello di non avere leggi che introducano freni e cavilli per la libera pubblicazione in rete).

g) quando vengono approvate leggi che negano la liberta', non e' molto utile chinare la testa e fare la corsa a chi si mette prima in regola, ma e' molto piu' efficace praticare collettivamente la "disobbedienza civile", ossia l'aperta violazione di leggi che in coscienza si ritengono ingiuste o repressive. Questo contribuisce a sollevare l'attenzione sul problema e a mettere in evidenza la natura repressiva di una legge.

Ovviamente chiunque e' libero di comportarsi come vuole, questi sono solo i suggerimenti dell'Associazione PeaceLink.

5 - Non voglio rischiare e ho deciso di "regolarizzare" comunque il mio sito per tutelarmi su ogni fronte. Cosa posso fare ?

Il settimanale "Vita" ha realizzato un servizio di supporto alla registrazione dei siti web come testate giornalistiche, grazie alla disponibilita' di alcuni giornalisti iscritti all'ordine (tra cui lo stesso direttore della rivista) che si sono prestati a fare da "direttore responsabile" dei siti che richiederanno questo servizio. Per maggiori informazioni si puo' consultare il sito www,vita.it

6 - Che cosa si puo' fare per prevenire l'imbavagliamento della rete ?

Innanzitutto bisogna rendersi conto che la liberta' di espressione in rete non e' l'unico problema. Purtroppo in Italia ci sono un sacco di piccoli editori che chiudono, riviste che stentano a raggiungere i loro lettori, radio e televisioni locali che vengono soffocate dai colossi dell'informazione. Non possiamo pensare di salvare un'"isola felice" telematica mentre fuori dai nostri computer il mondo dell'informazione viene inesorabilmente appiattito e uniformato in base agli interessi dei grandi gruppi editoriali, televisivi e mediatici. Non basta parlare di liberta' della rete senza rivendicare la liberta' dell'informazione nel suo complesso. Ognuno di noi puo' fare qualcosa nel suo piccolo per far circolare il "virus" dell'informazione libera, utilizzando non solo il computer, ma anche la fotocopiatrice, le bacheche all'interno delle aziende, gli incontri con gli amici. Per prevenire la morte per asfissia dell'informazione basta diventare protagonisti attivi nella costruzione delle informazioni, rinunciando alla comodita' che deriva dalla condizione di utenti e "consumatori" passivi. Per approfondire queste tematiche consigliamo la lettura del libro di Danilo Dolci intitolato "Dal trasmettere al comunicare", pubblicato dalle edizioni Sonda.

7 - Come posso tenermi informato su quello che accade ?

Puoi consultare uno dei seguenti siti:

www.peacelink.it www.punto-informatico.it www.interlex.it www.vita.it

Oppure puoi scrivere a

info@peacelink.it

In caso di necessita' (di VERA necessita') e' possibile contattare telefonicamente il segretario dell'Associazione PeaceLink (Carlo Gubitosa) al numero di telefono 0349-2258342.

NOTA:

Queste FAQ sono aggiornate al 13-4-2001.

Poiche' nei giorni scorsi c'e' stata molta confusione attorno a questi argomenti, ti preghiamo di diffondere questo testo a tutte le persone che potrebbero essere interessate, mettendo in evidenza due concetti molto importanti:

a) tutti i siti web hanno il diritto di esistere finche' esistera' l'articolo 21 della costituzione.

b) NIENTE PANICO !!!

Vittoria e Sconfitta

Con la chiusura delle camere e' stato bloccato anche il progetto di legge 7292, che avrebbe pesantemente modificato la legge sulla stampa. Tuttavia un'altra legge, la legge sull'editoria, contiene al suo interno delle disposizioni che potrebbero essere interpretate in senso fortemente restrittivo. Nonostante la sconfitta di una proposta di legge illibertaria, il nostro "Appello per la liberta' di espressione, di comunicazione e di informazione in rete rimane ancora valido. La questione relativa all'obbligo di registrazione dei siti web come testate giornalistiche e' tutt'altro che chiusa, e su questi temi, che in futuro saranno sempre piu' all'ordine del giorno, occorrera' un supplemento di attenzione.

Invitiamo tutti a tenere gli occhi aperti sui lavori parlamentari e a comunicarci tempestivamente ogni genere di iniziativa che possa minare la liberta' di espressione in rete.

Associazione PeaceLink

Riportiamo di seguito i documenti diffusi durante la mobilitazione contro la modifica alla legge sulla stampa, che lasciamo sul nostro sito come testimonianza storica di un tentativo di limitazione della liberta' di espressione in rete.


L'INFORMAZIONE ON LINE HA I GIORNI CONTATI

Le modifiche alla legge sulla stampa stanno per mettere un bavaglio all'informazione telematica delle associazioni di volontariato.

Raccolta di documenti e informazioni sulle modifiche alla legge sulla stampa


From: "aduc"
To:
Subject: UNA RISATA A TUVALU SEPPELLIRA' UNA LEGGE ITALIANA?
Date: Sat, 31 Mar 2001 22:46:09 +0200

UNA RISATA A TUVALU SEPPELLIRA' UNA LEGGE ITALIANA?


Nei mesi passati in Internet e' girato un "appello per la liberta' di espressione, di comunicazione e di informazione in rete" promosso da Peacelink con un settore ad hoc sul proprio sito http://www.peacelink.it/censura/index.html con lo slogan "L'informazione on-line ha i giorni contati".

L'appello, al quale avevamo aderito a suo tempo, paventava modifiche alla legge sulla stampa che prevedeva l'estensione dell'obbligo del direttore responsabile iscritto all'ordine dei giornalisti alle testate telematiche. In breve la follia delle leggi sulla stampa con tutte le sue rigidita' (anticostituzionali e contro la liberta' di espressione) venivano trasportate anche alla realta' di Internet.

Ricordiamo infatti che l'art.21 della Costituzione italiana recita "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non puo' essere soggetta ad autorizzazioni o censure". In realta' questo articolo e' stato travisato e tradito dalle leggi applicative laddove si prescrive che il direttore di una testata debba essere iscritto all'ordine dei giornalisti, limitando cosi' il principio stesso della liberta' di espressione.

La legge sulla stampa non e' riuscita a terminare il suo iter per lo scioglimento delle Camere. A prima vista sembrerebbe che almeno per questa legislatura le riviste on line l'abbiano scampata. In realta' cosi' non e' andata, perche' fra le maglie di un'altra legge, quella sull'editoria, la clausola di uniformare Internet alla realta' cartacea e radiotelevisiva e' diventata legge.

Questa legge, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 21 marzo 2001 "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n.416", nelle disposizioni generali definisce e disciplina il prodotto editoriale cosi':

"1. Per "prodotto editoriale", ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici."

"3. Al prodotto editoriale si applicano le disposizioni di cui all'articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n.47. Il prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicita' regolare e contraddistinto da una testata, costituente elemento identificativo del prodotto, e' sottoposto, altresi', agli obblighi previsti dall'articolo 5 della medesima legge n.47 del 1948."

Cosa succedera' ora? Chiunque in Internet "diffondera' informazioni", dovra' avere un direttore responsabile iscritto all'ordine dei giornalisti. L'unico modo per evitarlo sara' quello di non avere una testata che contraddistingue queste pubblicazioni e che la diffusione non sia regolare, insomma, che non sia un "giornale telematico".

Quello che e' successo non e' altro che la conferma di leggi inutili e dannose trasportate nella realta' di Internet. L'ordine dei giornalisti, corporazione utile solo ai propri aderenti, dannosa per il mercato e inutile per i lettori, ha esteso cosi' il suo potere anche sul World Wide Web.

Quali saranno gli effetti di queste modifiche?

Sarcasticamente potremmo dire che finalmente Internet sara' un po' meno anarchica, le notizie che vi troveremo saranno vagliate da sapienti penne di "iscritti all'ordine", e che i lettori saranno cosi' piu' tutelati di quanto non lo siano oggi. Troveremo meno aspiranti scrittori e giornalisti in giro per la rete, che si esercitano a scrivere articoli opinioni e commenti in html a meno che non trovino qualche iscritto all'ordine, come prestanome, per avere una testata giornalistica.

Qualche problemino ci permettiamo di immaginare sorgera' per l'applicazione della legge.

Fino a qualche anno fa il reato di stampa clandestina (ovvero quella che non rispettava la legge del 1948) era addirittura penale, in parole povere si rischiava fino a due anni di carcere, depenalizzato nel 1999 (http://www.aduc.it/SOS/help13.html) ad amministrativo, oggi si rischiano "solo" multe pecuniarie.

Ma, ammettiamo pure che la polizia informatica italiana riesca a beccare tutti i siti che illegalmente distribuiscono informazione, come la mettiamo con quelli stranieri? Se prendiamo un dominio di un paese senza ordine (dei giornalisti) come possiamo fare a far rispettare la legge italiana? Siccome anche le cose piu' serie hanno sempre un loro aspetto comico, il suffisso piu' quotato a cui aspirano le compagnie televisive per mettersi in Internet e' il .tv, il suffisso che la Naming Authority ha affidato all'arcipelago di Tuvalu: diecimila abitanti su nove isole sperdute nel Pacifico, a meta' strada fra Hawaii e Australia, a rischio di inabissamento.

Non osiamo chiederci come faranno a sequestrare quell'informazione clandestina. Grazie ad Internet una risata tuvalana riuscira' a seppellire una legge cosi' stupida?

(Donatella Poretti)

Tratto da http://www.aduc.it/Avvertenze/AVVultima.html