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Fatevi una canna!



Oltre mezzo secolo fa le coltivazioni di canapa (Cannabis Sativa) in Italia
e nel mondo furono soppiantate dalle monocolture di cotone e dalla
produzione di fibbre sintetiche... principalmente a causa delle regole del
mercato e per lo status di droga illegale. Ma la canapa fara'
inevitabilmente parte del nostro futuro per le sue propieta' che la rendono
utile a qualsiasi scopo. Non ci servono le biotecnologie per sfamare la
popolazione, ne' il petrolio per produrre energia: ci serve solo la canapa.
Se vogliamo costruire un'economia sostenibile questa e' la soluzione
giusta... e pensare che esiste da millenni!
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Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@supereva.it
LEGALIZE CANNABIS HTTP://CANAPA.4NET.COM
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LA CANAPA
UNA RISORSA PULITA
PER UN'ECONOMIA SOSTENIBILE di Cesare Pasini
http://canapa.4net.com
http://www.canapa.com

Si parla sempre molto di ambiente, ma se ne parla anche molto a sproposito.
Infatti, nonostante i tanti dibattiti, quando c'è una possibilità di
sostituire il petrolio con materie prime naturali e rinnovabili, nessuno se
ne accorge (così come nessuno si è mai accorto del più grande sperpero di
risorse energetiche della Storia, quello del metano). Certo, è molto
difficile oggi immaginare un'economia sviluppata che possa fare a meno del
petrolio, dei milioni di alberi abbattuti ogni anno per fare la carta, e dei
prodotti dell'industria chimica. Ed è altrettanto difficile immaginare una
società affluente senza le montagne di rifiuti, l'effetto serra e tutti gli
altri disastri ambientali a cui siamo da tempo abituati.
Eppure una concreta e fondata speranza esiste: questa speranza ci viene
dalla canapa. Con le materie prime della canapa si possono produrre, in modo
pulito ed economicamente conveniente, tessuti, carta, plastiche, vernici,
combustibili, materiali per l'edilizia ed anche un olio alimentare di
altissime qualità. La canapa è stata, tra le specie coltivate, una delle
poche conosciute fin dall'antichità sia in Oriente che in Occidente. In Cina
essa era usata fin dalla preistoria per fabbricare corde e tessuti, e più di
2000 anni fa è servita per fabbricare il primo foglio di carta. Nel
Mediterraneo già i Fenici usavano vele di canapa per le loro imbarcazioni. E
nella Pianura Padana la canapa è stata coltivata per la fibra tessile fin
dall'epoca romana. Ma quali sono le materie prime della canapa, e quali
prodotti se ne possono ottenere?

MATERIE PRIME - La canapa è una pianta dal fusto alto e sottile, con la
parte sommitale ricoperta di foglie, e può superare i 4 metri d'altezza. La
parte fibrosa del fusto si chiama "tiglio" e la parte legnosa "canapolo". La
canapa può essere coltivata per due scopi principali: per la fibra tessile o
per i semi. Se si coltiva la canapa per la fibra tessile il raccolto va
fatto subito dopo la fioritura, si possono ottenere fibre tessili (20%),
stoppa (10%) e legno o canapolo(70%). Se invece si coltiva la canapa per i
semi, la parte fibrosa o tiglio è interamente costituita da stoppa, cioè da
fibra di qualità inferiore inadatta per l'uso tessile. Una importante
caratteristica della pianta di canapa è la sua produttività. E' una delle
piante più produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata: una
coltivazione della durata di tre mesi e mezzo produce una biomassa quattro
volte maggiore di quella prodotta dalla stessa superficie di bosco in un
anno. Molti contadini vogliono riprendere a coltivare la canapa se non altro
perchè, data la sua velocissima crescita, essa sottrae la luce e soffoca
tutte le altre erbe presenti sul terreno, e lo libera quindi da tutte le
infestanti meglio di quanto non sappiano fare i diserbanti.

Ecco che cosa si può ricavare da queste materie prime.
TESSUTI - La pianta di canapa, più produttiva in fibra tessile del cotone,
oggi può essere lavorata in impianti che sostituiscono le lunghe e faticose
lavorazioni manuali di un tempo. La sua coltivazione richiede pochi
pesticidi e fertilizzanti, mentre il cotone specialmente di pesticidi ne
richiede moltissimi. Inoltre la fibra della canapa è molto più robusta e
dura più a lungo. Attualmente può essere lavorata in modo da renderla
sottile quanto si vuole, e viene proposta in sostituzione del cotone e delle
fibre sintetiche.

SEMI E OLIO - La canapa, oltre che per la fibra tessile puo' essere
coltivata per ricavarne i semi. I semi di canapa contengono proteine di
elevato valore biologico nella misura del 24 %, ed un olio nella percentuale
dal 30 al 40 %. Per il loro valore nutritivo i semi di canapa sono stati
proposti come rimedio alla carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo.
Le qualità dell'olio di canapa sono eccezionali. E' particolarmente ricco di
grassi insaturi ed è l'ideale per correggere la dieta dell'uomo moderno e
per prevenire le malattie del sistema cardiocircolatorio. Altrettanto
straordinarie sono le proprietà di questo olio per gli usi industriali: non
a caso è stato paragonato all'olio di balena. Le vernici fabbricate con
questa materia prima, oltre a non essere inquinanti, sono di qualità
incomparabilmente superiore rispetto a quelle prodotte con i derivati del
petrolio. Con l'olio di canapa si possono inoltre fabbricare saponi, cere,
cosmetici, detersivi (veramente biodegradabili), lubrificanti di precisione
ecc.

CARTA - Una volta estratta la fibra tessile o dopo aver raccolto di semi,
rimangono la stoppa più la parte legnosa o canapolo, che non si possono
considerare solo un semplice sottoprodotto, ma un'altra importante materia
prima. Con la stoppa si può fabbricare carta di alta qualità, sottile e
resistente. Con le corte fibre cellulosiche del legno si può produrre la
carta di uso più corrente, come la carta di giornale, i cartoni ecc.
Fare la carta con la fibra e il legno della canapa comporta importanti
vantaggi: innanzitutto per la sua enorme produttività in massa vegetale, e
poi perchè la si può ottenere da un'unica coltivazione insieme alla fibra
tessile o ai semi.
Un altro grosso vantaggio della canapa è costituito dalla bassa percentuale
di lignina rispetto al legno degli alberi, che ne contengono circa il 20 %
oltre ad un'analoga percentuale di sostanze leganti.
Attualmente le grandi cartiere utilizzano solo il legname degli alberi. Il
processo per ottenere le microfibre pulite di cellulosa, e quindi la pasta
per la carta, prevede l'uso di grandi quantità di acidi che servono per
sciogliere il legno. Questa operazione, ad un tempo costosa ed inquinante,
non è necessaria con la carta di canapa ottenuta dalla sola fibra, e per
quanto riguarda il legno di acidi ne servono meno della metà. Inoltre la
fibra e il legno della canapa sono già di colore bianco e la carta che se ne
ottiene è già stampabile. E per renderla completamente bianca è sufficiente
un trattamento al perossido di idrogeno (acqua ossigenata), invece dei
composti a base di cloro necessari per la carta ricavata dal legno degli
alberi. Questi composti chimici sono una delle cause principali
dell'assottigliamento dello strato di ozono nell'alta atmosfera.
Un ettaro di canapa produce tanta carta quanta ne producono quattro ettari
di alberi, in un tempo piu' breve (solo tre mesi) e senza togliere la
fertilita' al terreno.

TAVOLE - Con i fusti interi della canapa, pressati con un collante, si
possono fabbricare tavole per l'edilizia e la falegnameria in sostituzione
del legno, che sono di grande robustezza, flessibilità ed assai più leggere.

MATERIALI PLASTICI - Con la cellulosa di cui la pianta è ricca, attraverso
un processo di polimerizzazione, si possono ottenere materiali plastici
pienamente degradabili che, se in molti casi non possono competere con le
sofisticate materie plastiche di oggi, hanno comunque fin dall'inizio una
serie di usi importanti per imballaggi, isolanti e così via.

COMBUSTIBILI - La canapa, per la sua alta resa in massa vegetale, è
considerata anche la pianta ideale per la produzione di combustibili da
biomassa in sostituzione dei prodotti petroliferi. Bruciare combustibili da
biomassa anzichè petrolio non fa aumentare l'effetto serra. Infatti
l'anidride carbonica viene prima sottratta all'atmosfera durante la crescita
della pianta, e poi restituita all'aria al momento della combustione. In
questo modo la quantità di anidride carbonica dell'atmosfera non aumenta, al
contrario di quello che succede si si bruciano idrocarburi fossili.

Se è vero che con la canapa si possono produrre tutte le cose elencate sopra
(e tante altre ancora), come mai le proprietà di questa pianta sono così
poco conosciute e così poco sfruttate?
Essenzialmente perchè da troppo tempo si è smesso di coltivarla.
In Italia la canapa era coltivata al Nord principalmente per la fibra
tessile, ed in Campania per i semi. Nella Pianura Padana la coltivazione
della canapa è cessata a poco a poco negli anni Cinquanta, perchè non più
conveniente rispetto al cotone e alle fibre sintetiche. Anche la
coltivazione della canapa nel Meridione è cessata più o meno negli stessi
anni.
Negli Stati Uniti la produzione di vernici con olio di canapa era molto
sviluppata fino al 1937 quando, molto prima che in Italia, la legge ha
proibito la coltivazione della canapa insieme con la marijuana. Nel nostro
paese invece la legge contro la marijuana è intervenuta quando già da tempo
la coltivazione della canapa era stata abbandonata. A questo proposito però
bisogna osservare che, anche se botanicamente si tratta sempre di "cannabis
sativa", dalle varietà ottimizzate per la produzione di fibra e semi non è
possibile ricavare la droga.
Di fatto questa lunga interruzione della coltivazione rende difficile oggi
il suo rilancio.
Le modalità di coltivazione devono essere di nuovo messe a punto, ed anche i
processi di lavorazione della materia prima devono essere riprogettati.
Per molte ragioni non sono più proponibili le lunghe e pesanti lavorazioni
manuali collegate con l'estrazione della fibra tessile, che del resto
avevano già portato la canapa fuori mercato qualche anno fa. Sono necessarie
nuove tecnologie. Per esempio la macerazione per il distacco della fibra
sarà fatta in appositi impianti ai quali i contadini conferiranno il
prodotto dopo averlo essiccato. Questi impianti si possono già costruire, i
processi sono stati quasi completamente individuati. E' necessario ora
assemblare l'intera filiera che va dal produttore agricolo al prodotto
finito, ed avviare il meccanismo. Il contadino non può mettersi a produrre
la canapa se non c'è un impianto che la può lavorare, e non si può far
lavorare l'impianto nuovo di zecca se i contadini non lo riforniscono della
materia prima.
Esistono però già fin d'ora molti fattori che premono perchè la macchina
produttiva si metta in movimento. Sia in Europa che nel Nord America i
coltivatori sono da tempo alla ricerca di nuove colture che possano ampliare
il mercato in settori diversi da quello alimentare. Anche la C E E è
interessata a promuovere coltivazioni a destinazione non alimentare, ed ha
individuato nella canapa una delle colture più interessanti. Per questo ha
deciso di sovvenzionare i coltivatori di canapa e di sostenere la ricerca
per mettere a punto i processi di lavorazione.
Questi sono segni che, anche al di là di considerazioni di carattere
ambientalista, c'è tutto un mondo dell'economia che si sta spostando verso
una produzione basata su materie prime naturali e riciclabili, sostitutive
del petrolio e dei suoi derivati.
Anche il mercato è pronto a ricevere i prodotti della canapa. Esistono già
ora centinaia di ditte in tutto il mondo che, usando materie prime
provenienti dai paesi che non hanno mai interrotto la coltivazione (come
l'Ungheria), fabbricano numerosi articoli a base di canapa: tessuti e capi
d'abbigliamento, olio dei semi e prodotti alimentari che li contengono,
saponi, cosmetici, vernici, carta, detersivi, tavole ed altri materiali per
l'edilizia, legni compensati, oggetti d'arredamento ecc.
Alcune di queste ditte hanno visto il loro fatturato crescere anche del 500
% in un solo anno. Ma nonostante ciò la domanda continua ad essere superiore
all'offerta, ed i prezzi spesso sono alti. Alcuni prodotti poi, come i
tessuti, sono praticamente introvabili.
Tutto questo è la dimostrazione che il rilancio della canapa alla fine sarà
sostenuto dal mercato, ovvero da un'opinione pubblica consapevole del fatto
che la canapa può risolvere parecchi dei problemi ambientali che ci
assillano. Ma è anche la dimostrazione che i tempi sono maturi per passare
finalmente a produzioni su vasta scala. Ciò che frena attualmente lo
sviluppo di questo settore e gli entusiasmi dei consumatori sono infatti
proprio le limitate disponibilità di materie prime.
E in Italia a che punto è la situazione? Come al solito l'Italia segue, e
all'ultimo posto.
Virtualmente nel nostro paese ancora non esistono ditte che producano o
vendano prodotti di canapa. Anche sul piano culturale o semplicemente
informativo l'Italia è ancora molto indietro.
Prosegue... http://canapa.4net.com/canapa/postscriptum.html