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      SanLibero in pillole

      • E' morto un prete

        27 gennaio 2008 - Riccardo Orioles

        E' morto un prete a Catania, che si chiamava padre Greco. Non è una notizia importante e fuori dal suo quartiere non l'ha saputo nessuno. Eppure, in giovinezza, era stato un uomo importante: uscito dal seminario (il migliore allievo) era “un giovane promettente” ed era rapidamente diventato coadiutore del vescovo. Io di carriere dei preti non me ne intendo ma dev'essere qualcosa del tipo segretario della Fgci, e poi segretario di federazione, comitato centrale, onorevole e infine, se tutto va bene, ministro. Comunque lui dopo un anno si ribellò. Che cazzo - disse a se stesso - io sono un prete. E il prete non sta in ufficio, sta fra la gente.

      In evidenza

        Una ragazza felice: “Il mio ragazzo e la tv”

        Letizia Maniaci, di Tele Jato, è la reporter che l’anno scorso ha vinto il premio Cutuli. Una ragazza normale che però non esita ad arrampicarsi su una motopala in azione per riprendere immagini esclusive da lassù. Il suo sogno era di diventare hostess: ma le cose sono andate diversamente, grazie a una tv coraggiosa e a una famiglia che s’è trasformata in redazione professionale. "E’ stata una fortuna" dice lei. Pare proprio di sì

        di Graziella Proto

        “Cca nun c’è nenti da riprendere” le sussurrò con tono minaccioso da dentro la gabbia degli imputati uno dei mafiosi mentre lei armata della sua videocamera li riprendeva durante un processo. “Vattene alla spiaggia di Mondello che c’è tanto da riprendere…” Letizia fece finta di nulla e continuò il suo lavoro. A tele Jato aspettavano quelle riprese.Tutto il resto non contava. Coraggio? Incoscienza? Non si sa. Sono comunque, solo alcune delle sue peculiarità; prerogative professionali e personali che a Letizia Maniaci nel 2005 hanno fatto aggiudicare il premio Maria Grazia Cutuli come “giornalista emergente, simbolo di Tele Jato la piccola combattiva televisione privata di Partitico”.“In effetti – spiega Letizia – il premio lo hanno dato a tutta la redazione”. Un gruppo di ragazzi (e non) determinati, curiosi, decisi. Fra loro SalvoVitale, compagno di Peppino Impastato in Radio Aut. Un gruppo di persone che con i loro continui blitz televisivi documentano inganni, soprusi, abusi. Il tutto con un buonumore che del telegiornale dell’ora di pranzo, 45 minuti circa, fa delle opere uniche per ironia, satira, immagini particolari, a volte vere e proprie rappresentazioni.

        Chi lo ha visto anche una sola volta assicura che è “Un telegiornale da non perdere!”. La maggior parte delle immagini sono di Letizia. Ventidue anni, piccola, gracile, visino incorniciato da folti capelli neri e due grossi orecchini etnici, da sempre respira antimafia e televisione. Timidissima, accenna un sorriso e cerca di capire il perché di tanto interesse su di lei. Ne è stupita. Arrossisce. “Perché mi mettete fra le donne siciliane che meritano di essere raccontate?” chiede. Be’, diciamo che non tutti i ragazzi iniziano a fare riprese a 14 anni, né tanto meno, sono molti i ventenni a cui viene assegnato un premio così autorevole. Basterebbe solo questo, ma c’è dell’altro.

        A Partitico ha sede la distilleria Bertolino, uno stabilimento altamente inquinante ubicato nei pressi del centro abitato la cui titolare è la signora Bertolino, cognata del mafioso Siino. Un giorno di tanti anni fa, la troupe di Tele Jato deve riprendere il piazzale davanti allo stabilimento della distilleria ma i cancelli sono chiusi e i muri sono molto alti. Compito quasi impossibile. Che fare? Nei dintorni c’è solo la motopala di un cantiere edilizio. Com’è come non è, in un attimo la piccola ed esile Letizia (allora quindicenne) si accoccola nella concavità della pala, fa alzare la pala alla massima elevazione, e comincia a riprendere da lassù. L’idea, spiega adesso, non era stata sua; niente di particolare. Eppoi quelle riprese servivano… Così come serviva riprendere i processi più scottanti, l’arresto di Provenzano, i ragazzi di Addio Pizzo che durante la notte attaccano manifesti e così via.

        Letizia vive nella sede televisiva fin da quando era piccola, all’inizio era semplicemente una bambina incuriosita da tutti quei bottoni. Giocava con gli interruttori, accendeva, spegneva. Crescendo s’è appassionata, affascinata da tutto ciò che la circondava. Ha cominciato a mettersi alla prova con le attrezzature. A dodici anni si cimentava nelle riprese televisive, a quattordici era già autonoma con la telecamera e seguiva il padre, Pino Maniaci, il folle che a Partinico ha voluto creare Tele Jato, l’unica tv di comunità della Sicilia. E’ una piccola emittente di provincia che fa informazione alternativa. Intelligente, strana, insolita. Buffa. Un tg ricco di notizie, denunce, immagini che affascina centocinquantamila telespettatori in una zona caratterizzata da forti presenze mafiose, che abbraccia i comuni di Alcamo, Partinico, Castellammare del Golfo, S.Giuseppe Jato, Corleone, Cinisi, Montelepre. Tutti luoghi che Letizia conosce bene e che assieme a suo padre esplora, analizza riprende e manda in onda.

        A Tele Jato si lavora a qualsiasi ora. La squadra fissa è formata solo dalla famiglia Maniaci con in testa Pino, seguito a ruota libera da Letizia, dall’altro figlio e dalla signora Maniaci, che ogni giorno appena esce dal lavoro si fionda alla sede della tv per lavorare: un modo per stare insieme a marito e figli, stargli vicino nelle cose che fanno e... tenerli d’occhio. Di solito segue Letizia, che fino a poco tempo fa fra una ripresa e l’altra frequentava l’istituto alberghiero e sognava di diventare hostess. “Alla fine però ho dovuto abbandonare gli studi... Mio padre aveva bisogno di una mano e gli orari della tv non si conciliavano con quelli della scuola”. Così come poco si conciliano con gli orari degli altri ragazzi suoi amici (tanti) e del fidanzato. Un ragazzo che l’ama, rispetta i suoi ritmi, si diverte a guardare le immagini girate dalla sua fidanzata e dal suo papà. Pazzi, allegri, buffi, coraggiosissimi. Meravigliosi.

        SCHEDA
        Benvenuti a Telejato

        Gli studi e la redazione sono a Partinico; ci sono molte altre emittenti nella zona ma Tele Jato ha saputo ritagliarsi il proprio spazio d’ascolto e diventare una delle tv più seguite. Un linguaggio comune, spesso incline a forme dialettali, totale mancanza di censura, capacità di portare sul piccolo schermo storie di povera gente, avvenimenti di vita quotidiana che vedono come protagonisti “televisivi” bambini, donne, anziani, contadini, fedeli, ne hanno determinato il successo incontrastato e la popolarità. ”Essere sempre sulla notizia, documentarla con immagini non banali, individuare il particolare o l’aspetto che possa renderla vicina all’attenzione del cittadino comune...” spiega allegramente Pino Maniaci, "capo" indiscusso di Tele Jato – che da sempre ha cercato di fare un’informazione al servizio della gente, e quindi è non appiattita sul potere locale, senza badare alle conseguenze. Compresa una forte azione intimidatoria nei nostri confronti...”.Qualche esempio: la signora Bertolino, titolare della distilleria omonima, (distilla il quaranta per cento del vino siciliano) ha mandato qualcosa come duecento querele contro Tele Jato, che quotidianamente e in modo incalzante denuncia il degrado ambientale causato dall’attività della liquoreria.

        Qualcun altro - racconta Maniaci - ha cercato di sabotargli la macchina. "Ma sarebbe lungo ripercorrere la storia di 8 anni di trasmissioni...".Una critica martellante e dissacrante contro tutte le disfunzioni del potere, eventi spesso trasmessi in anteprima e poi ripresi da quotidiani e da altre emittenti nazionali ha trasformato la sede della piccola tele Jato in punto di riferimento per associazioni antimafiose ed ambientaliste. Donatori di sangue. Animali dispersi. Studenti universitari. Giornalisti del nord o stranieri che hanno voluto conoscere e dialogare con i componenti della redazione, con coloro che costruivano i servizi televisivi. Fin dal primo giorno, quando Tele Jato fece il primo annuncio. Si trattava del pentimento di Giusi Vitale e la notizia fu ripresa dalle televisioni di mezzo mondo.

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