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    Ultimo Numero

      SanLibero in pillole

      • E' morto un prete

        27 gennaio 2008 - Riccardo Orioles

        E' morto un prete a Catania, che si chiamava padre Greco. Non è una notizia importante e fuori dal suo quartiere non l'ha saputo nessuno. Eppure, in giovinezza, era stato un uomo importante: uscito dal seminario (il migliore allievo) era “un giovane promettente” ed era rapidamente diventato coadiutore del vescovo. Io di carriere dei preti non me ne intendo ma dev'essere qualcosa del tipo segretario della Fgci, e poi segretario di federazione, comitato centrale, onorevole e infine, se tutto va bene, ministro. Comunque lui dopo un anno si ribellò. Che cazzo - disse a se stesso - io sono un prete. E il prete non sta in ufficio, sta fra la gente.

      In evidenza

        Ben-tornata Casablanca

        21 marzo 2007 - Umberto Santino (Fondatore e Presidente del Centro Siciliano di Documentazione Peppino Impastato)
        Fonte: Associazione Rita Atria
        http://www.ritaatria.it

        Alcuni compagni dei “I Siciliani” e di altre avventure riprendono a fare sentire la loro voce, con un giornale dal titolo nordafricano. Certo, l’Africa in Sicilia è a due passi ma pure a molte migliaia di “clandestini” e a qualche migliaio di morti. Una misura già colma ma che non accenna a svuotarsi. Cos’è la Sicilia di oggi, vent’anni dopo “I Siciliani”, dopo Pippo Fava, quasi trenta dopo Peppino Impastato? Per fortuna non c’è solo Provenzano, finalmente scovato a due passi da casa con la “pista bucato”. Non c’è solo la borghesia mafiosa, espressione che è ormai un luogo comune (ma sembrava uno sproposito quando la usava Mario Mineo e in tempi più recenti chi scrive è stato tacciato di andare appresso a “suggestioni”). Ci sono i giovani delle cooperative e dell’antiracket e ci sono vecchietti che non si sono rassegnati a mettersi in pensione. La memoria è stata tenuta viva, nonostante i riti commemorativi sputtanati dall’unanimismo, e qualche scampolo di progetto è andato in porto o si è fatto strada. Ora siamo arrivati a un bivio. Da una parte il berluscon-cuffarismo, all’insegna del clientelismo e dell’illegalità, dall’altra una possibilità di rottura e di nuovo cammino. E’ difficile, ma non impossibile. A una condizione:che si sappia che non ci sono né salvatori né sante rosalie. Che non bisogna replicare deleghe e cambiali in bianco. Che se ci si vuole liberare, da mafie e tutto il resto, bisogna porre mano a un progetto ed essere in tanti. Mettendo al centro il problema-chiave della Sicilia: sottrarre al servaggio del bisogno buona parte della popolazione. Per questo cammino di resistenza-liberazione l’informazione dovrebbe svolgere un ruolo essenziale (anche qui evitando mitografie e profetismi). Pertanto, ben-tornati'/ ben-partiti vecchi giovani di Casablanca.

        Note: Domenica scorsa ignoti sono penetrati nella redazione di Casablanca trafugando un computer. Il danno per una redazione autogestita è rilevante. Preoccupa poi la modalità del gesto, senza scasso o infrazione, come "se avessero le chiavi"(così hanno dichiarato alcuni redattori). Si teme, considerando anche alcuni episodi di cronaca degli ultimi mesi, che il furto sia stato un atto intimidatorio.
        Esprimiamo solidarietà alla redazione di Casablanca inviando email all'indirizzo riccardoorioles@gmail.com o sostenendolo con un abbonamento, che è possibile richiedere scrivendo a:
        Grazia Rapisarda -
        Casablanca - via Caronda 412, 95128 Catania
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