Puglia

Terzo incontro regionale dell'Apusbi

Incrementare lo scambio di esperienze
28 giugno 2006
Fonte: Apusbi http://www.apusbi.it - 23 giugno 2006

Si è svolto a Trepuzzi, nel leccese, nella sede della Pro-Loco, la “Terza giornata-incontro regionale” dell’Apusbi (Associazione pugliese spina bifida e idrocefalo). Il convegno, dal titolo “Il percorso verso l’autonomia: l’inserimento scolastico e lavorativo del portatore di spina bifida e idrocefalo”, ha visto la partecipazione del carlantinese Domenico Innaimo, presidente dell’Apusbi, Maurizio Migali, vice-presidente dell’Apusbi, Pasquale De Filippi, presidente dell’Associazione Handicap Salento, Maria Antonietta Capone, presidente della Commissione Servizi Sociali della Provincia di Lecce e di Federica Caroli, esperta di Handicap Salento per la scuola. L’incontro è servito ad incrementare il livello di socializzazione e lo scambio di esperienze tra le famiglie pugliesi che vivono le problematiche legate alla spina bifida. . Per quanto riguarda l’inserimento scolastico, si è sottolineato che per un bambino disabile esso è fondamentale per socializzare e conquistare maggiore autonomia, ed ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. Le conquiste del diritto all’educazione e all’istruzione, l’integrazione degli alunni disabili nella scuola italiana sono un dato di fatto da molti anni ma ci sono problematiche che, purtroppo, si rinnovano. L’Apusbi lamenta la mancata assegnazione dell’insegnante di sostegno a chi ne ha diritto, la riduzione delle ore di sostegno, il cambio dell’insegnante di sostegno, il servizio di trasporto negato e gli assistenti per l’igiene intima personale che, addirittura, non esistono proprio. Per quanto riguarda, invece, l’inserimento nel mondo del lavoro, per un disabile trovare occupazione è quasi un sogno. Non ci si preoccupa assolutamente di valorizzare le capacità residue del disabile attraverso il lavoro. La legge, purtroppo, prescrive gli obblighi d’assunzione ma solo in teoria, perché allo stesso tempo permette, a chi non assume, di chiedere l’esonero parziale senza pagare le multe previste.

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