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La realtà di Castel Volturno

“PACE A VOI! COME IL PADRE HA MANDATO ME, ANCH’IO MANDO VOI”

10 settembre 2003
Andea Pak

Andrea

Mi chiamo Andrea, seminarista del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, provengo dalla Diocesi Suburbicaria di Velletri-Segni, mi trovo a Castelvolturno nella “Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto” per condividere con i Padri Comboniani, che operano qui da alcuni anni, l’esperienza di una vita spesa per “l’altro”.

Si tratta di un’ esperienza molto forte che il nostro Seminario propone nel periodo estivo per spronare ognuno di noi a mettersi in ascolto e a servizio di un Prossimo, che non è poi così lontano se ci consideriamo tutti Figli di Dio!

Questi giorni passati qui mi hanno segnato profondamente, può sembrare una frase preconfezionata ma è cosi! Posso permettermi di definire i momenti trascorsi a contatto con queste realtà, “una palestra di vita!”. Si, proprio così; nella società dove vivo ritenuta da tutti “normale” e scandita dalla routine quotidiana, non è facile vivere come qui, l’attimo, perché fino ad un momento prima non si sa chi e cosa il Signore metterà sulla tua Strada.

E’ difficile in poche battute farvi partecipare e immedesimare in questa realtà fatta di persone che camminano ognuna in modo diverso ma speciale verso la meta comune, Cristo. Negli studi di teologia ritorna più volte la definizione dell’ “oggi di Dio”: si, la sua presenza si sente tutti i giorni, ma qui è palpabile! Ci si ripete spesso che Cristo s’incontra nel volto dell’altro, dietro questi occhi a volte pensierosi, ricchi di speranza, di gioia, il Suo Amore e la Sua bellezza traspaiono. Non posso dimenticare quei piccoli cucciolotti, nati dalle ragazze ospitate qui, che fanno tanta tenerezza e ti trasmettono voglia di vivere.

La Costituzione Sacrosantum Concilium definisce l’Eucaristia “fonte e culmine” della vita di ogni cristiano, e qui nella “Parrocchia degli Immigrati” l’unico momento fisso, irrinunciabile e centro di tutta la giornata è l’Eucaristia dove in quel Pane spezzato e in quel Vino versato si presentano al Padre le gioie, le fatiche e gli scoraggiamenti che ogni giorno caratterizzano la vita di Castelvolturno

Più volte mi sono dovuto cimentare nell’insegnamento dell’Italiano con le ragazze, che vivono in tre case l’esperienza della famiglia, dopo aver vissuto nella sfiducia dell’altro. Più che insegnare la lingua mi sono sforzato di trasmettergli la fiducia nell’altro e specialmente col sesso maschile, ricostruendo quella fiducia distrutta da chi senza coscienza abusava di loro.

Tutte le giornate sono state vissute nella fraternità con i missionari in special modo con Padre Claudio con cui appena arrivato sono partito subito in “missione” a Capri per una giornata di sensibilizzazione e raccolta di fondi; e con Padre Giorgio che con la sua intraprendenza e trasparenza mi ha trasmesso davvero tanto. Inoltre mi hanno reso partecipe della loro vita, fatta di gioie, di preoccupazioni e di sconfitte. La loro disponibilità e autenticità mi ha fatto sentire coinvolto nelle attività ma soprattutto mi ha permesso di sperimentare con loro, attraverso il contatto con le ragazze, la bellezza e le difficoltà della vita comunitaria.

Penso che una settimana non sia sufficiente per conoscere la realtà di Castelvolturno, sono riuscito solo ad intuire la complessità con cui le situazioni politiche, economiche e sociali si sono intrecciate. Invece mi sono reso conto quanto coraggio, speranza e Fede richieda impegnarsi per il Prossimo e per la giustizia.

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