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Immigrati e caporalato

PASSAPORTO

Ancora oggi i nuovi poveri (immigrati) in Italia sono oggetto di sfruttamento di connazionali e italiani che procacciano "lavori", il più delle volte che valgono poco, in cambio del pagamento di una tangente
6 settembre 2004
Padre Giorgio
Fonte: Missionari Comboniani Castel Volturno

Il passaporto

Sappiamo ormai da tempo che gli immigrati rappresentano una sottospecie del genere umano, a loro non si riconoscono diritti ma spesso solo doveri. Se lo stato si interessa degli immigrati è solo in una prospettiva di quanto possono rendere “economicamente” alla società italiana. Devono tappare le falle di un sistema, il nostro, profondamente in crisi. Da una parte c’è il mondo dell’associazionismo che si batte per assistere questi nuovi schiavi e schiave, dall’altra il mondo delle istituzioni civili che, impreparato all’immigrazione, risente dei “vincenti” di turno a livello politico. Dobbiamo riconoscere che l’aria politica che tira non è a favore degli immigrati qualunque essi siano. Torno dal Nord sconcertato dall’aria che si respira, di paura e diffidenza nei confronti degli altri, di coloro che non si conoscono…, diffidenza che ho provato anch’io sulla mia pelle quando sconosciuto a Saronno entravo in qualche negozio. Gli immigrati non si conoscono, non si conoscono le loro culture, i mondi da dove vengono e l’unica informazione che si ha su di loro è quella data dai massmedia, dai giornali, dalla televisione e sappiamo che l’informazione che ci viene data non è obiettiva ma strumentale cioè ha fini politici. Non vengono quasi mai messi in risalto gli aspetti positivi dell’immigrazione che invece viene ridotta a forza lavoro che deve riempire i buchi e i mestieri considerati ormai troppo servili e non degni dagli italiani. Quindi un’immigrazione di cui non vengono mai valutate le vere capacità e qualità lavorative degli immigrati. Manca una politica che favorisca l’esperienza e i titoli professionali di tante persone immigrate che, “immerse nell’inferno” della mancanza del permesso di soggiorno, sono obbligate a fare lavori poco qualificati e vanno così perdute capacità lavorative qualificate. Bambini a Castel Volturno


Nel mondo di questi schiavi moderni aumentano i caporali, coloro che vivono alle spalle degli immigrati. Spesso questi sono italiani che hanno trovato la maniera di sbarcare il lunario, proponendosi come mediatori nella ricerca del lavoro. I caporali ritirano il passaporto degli immigrati come forma di garanzia per loro e per il datore di lavoro, contravvenendo ai diritti umani perché il passaporto appartiene alle persone che ne sono intestatarie. Spesso trovano lavori fittizi, di qualche giorno, senza garanzie di continuità. E’ il lavoro nero, sottopagato, sfruttato. L’enorme differenza dei salari tra l’Italia, la Polonia o l’Ucraina fa sì che qui il lavoro più pesante, pagato pochissimo, pochi euro al giorno, diventi un sogno per queste donne che nel loro paese fanno la fame.
E’ questo un peccato sociale degli italiani che sfruttano la povertà e la miseria e creano nell’animo di queste persone una memoria dolorosa: rabbia, voglia di vendetta, che a suo tempo verrà fuori. Raccoglieremo quello che stiamo seminando. Il futuro ce lo dirà inevitabilmente. E’ anche vero che agli italiani il futuro non interessa molto, perché non abbiamo fondamentalmente figli ai quali passare il testimone, ormai tutto si esaurisce in un presente privo di progettualità. Si è rotta la continuità tra le generazioni, d’altronde non essendoci figli tutto si chiude su di noi, sulla ricerca di una vita piena di forti emozioni. E’ come se valesse solo il presente che deve sempre dare “felicità” emozionale, la vita ha perso l’impegno e la capacità di impegnarsi per qualche cosa di significativo e di accettare anche il sacrificio per raggiungere lo scopo.

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