La Scuola di Castel Volturno (Primo Circolo)
Sono stato invitato alla Scuola Elementare di Castel Volturno per la festa dei Diritti dei Bambini.
C’è anche una rappresentante dell’ UNICEF.
Vado con l’idea di tornare subito, di dare un piccolo saluto e ritornare ad un lavoro urgente.
Entro nel grande atrio della scuola e subito rimango colpito dai colori. I bambini sono vestiti con i loro grembiulini, ma ognuno ha anche qualche cosa di unico, un fiocco… dal colore diverso.
E’ la festa dei colori, è la festa della gioia. Mi rendo conto della lunga preparazione e mi chiedo come le maestre siano riuscite a organizzare questi bimbi, a interessarli ad un argomento difficile come quello dei diritti dei bambini di tutto il mondo, a “tenerli fermi”.
Il nuovo dirigente scolastico apre la festa con un discorsetto… ci vuole abilità a parlare a questi bambini….
Dopo tutti insieme i bimbi cantano, con tanto entusiasmo, ed è bello vederli, fra di loro ci sono anche bambini africani. In questa scuola non ci sono discriminazioni e se ci sono colori sono quelli dei vestitini e dei fiocchetti… Mi viene da pensare che anche noi, uomini di Chiesa con le nostre differenze confessionali finiamo per discriminare le persone. Questa scuola è un segno di speranza e anche l’indicazione che è possibile vivere insieme, nel rispetto delle diverse culture d’origine.
L’incontro continua con la proiezione di un documentario dell’UNICEF sui bambini nel mondo, sul loro sfruttamento da parte dei grandi. Passano sullo schermo i volti tristi e sofferenti di centinaia e migliaia di bambini usati in tutti i modi: lavoro minorile, bambini soldato, bambini mutilati vittime delle mine, bambini minatori… E’ un mondo in parte sconosciuto per la maggior parte degli italiani, anche se in Italia esiste un lavoro minorile sommerso.
Rattrista vedere questo documentario e in me affiorano i ricordi degli anni passati in Africa, l’aver vissuto personalmente quelle situazioni: la fame, la guerra, le mine…
Il nostro mondo Occidentale, l’Italia stessa ha esportato morte, vendendo armi e mine.
Questa esportazione di armi, di aerei continua ancora, fa parte del programma di questo governo.
Il nostro benessere è possibile solo sullo sfruttamento dei popoli impoveriti dalla nostra politica predatoria.
Dopo il documentario mi invitano a dire qualche cosa. Mi sento in difficoltà di fronte a queste centinaia di bambini… Ricordo alcuni episodi africani che sono rimasti impressi nella mia mente: i miei bambini mozambicani di Beira affamati, i bambini di Nampula mutilati dalle mine … Sono anche preoccupato perché non voglio creare nei bambini di Castel Volturno il senso di colpa che invece dovrebbero avere molti “grandi”.
La festa continua con le classi quarta e quinta che insieme cantano. A turno i bimbi fanno da solisti e declamano poesie e pezzi della Carta sui Diritti dei Bambini, e io sempre più mi coinvolgo, ammirato per il lavoro fatto da queste maestre. Sorrido dentro di me vedendo diversi bambini e bambine senza i denti davanti, i dentini da latte sono caduti… C’è Sonia una “neretta” che fa un lungo discorso in perfetto italiano e canta una canzone italiana. Si, la vera integrazione è possibile e la scuola di Castel Volturno fra mille difficoltà lavora con questa finalità, pur nell’isolamento delle altre istituzioni.
Ci può essere il pericolo che questo faticoso lavoro rimanga episodico quando non è sostenuto dall’ambiente familiare e sociale, quando le istituzioni comunali, civili… non hanno a cuore i loro figli ma pensano solo al denaro.
Poi c’è la rappresentazione della fiaba: i personaggi delle fiabe per protesta si sono ritirati dai racconti ed ecco che i bambini li implorano di tornare …
La mattinata è trascorsa e io ho imparato qualcosa da questi bambini e maestre del Plesso Scolare del Villaggio Agricolo e sono rimasto tutta la mattinata.
Il giorno dopo ho partecipato alla stessa festa nella scuola centrale del Primo Circolo di Castel Volturno e qui è stato un “bagno” di centinaia di bambini in festa. Per l’occasione è stata presentata una mostra fotografica sull’immigrazione e sui bambini nel mondo, insieme ad oggetti originali africani.
La scuola, il Primo Circolo, sta operando bene, ma rimane un’autentica isola all’interno di un mondo civile, politico e sociale che ha ben altri fini.
E’ la scuola che cammina verso la “convivenza delle differenze” e apre prospettive per un futuro migliore.
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