Genova

«Educano i poliziotti al mito della violenza»

Parla l'avvocato Paolo Sodani e denuncia molti casi di sopraffazione da parte degli agenti. Anche mercoledì. «Giusto il primo intervento, poi accanimento e ferocia gratuita»
7 aprile 2007
Davide Varì
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

Lavvocato Paolo Sodani, già difensore dei ragazzi assaliti e torturati a Bolzaneto nel corso G8 di Genova, non ha dubbi: «Le nostre forze di polizia dovrebbero fare un bagno nella cultura del garantismo». Ma Sodani va più in là e propone una sorta di corso, una formazione specifica per quei poliziotti e carabinieri che si ritrovano a fronteggiare situazioni limite come quelle di uno stadio: «Non è pensabile che dei ragazzini in divisa siano lasciati da soli a gestire momenti esplosivi senza alcuna preparazione».
I giorni successivi a Roma-Manchester, sono giorni di analisi, di ripensamenti di accuse e di recriminazioni. E' intervenuto il governo inglese in prima persona: ha chiesto spiegazioni di quelle immagini, delle violenze della polizia italiana nei confronti dei presunti hooligans. Immagini che hanno fatto il giro del mondo e che hanno sollevato un coro d'unanime indignazione su tutti i giornali d'Oltremanica.
Alle accuse ha risposto il prefetto di Roma Achille Serra che ha sciorinato una lunga serie di «prove a discolpa», la più importante delle quali è un filmato di sette minuti che, almeno secondo lui, ricostruirebbe la dinamica dei fatti. Serra ha fatto proiettare il video davanti ai giornalisti in una sala della prefettura, commentando gli eventi minuto per minuto. Le immagini mostrano gli attimi successivi alla rete di Taddei, quando i tifosi del Manchester e quelli della Roma si avventano contro la vetrata divisoria. Di lì in poi il caos, «la battaglia di Roma» come ha titolato The Sun.

Di nuovo violenza allo stadio, di nuovo un eccesso di reazione da parte delle forze dell'ordine...
Io ero allo stadio. Per un attimo ho avuto la sensazione che i tifosi inglesi potessero riuscire a distruggere il vetro separatorio della cura Nord. Sarebbe stata una tragedia se fosse accaduto. Lì la Polizia ha fatto bene a reagire ma poi, come spesso capita, si è lasciata andare ad episodi di violenza gratuita. Il primo intervento era anche legittimo, il problema è stato quello che è accaduto dopo. Quell'accanirsi su persone inermi, insanguinate e colpite innumerevoli volte. Un comportamento scandaloso, inqualificabile e senza alcun tipo di giustificazione.

La sensazione è che non ci sia una preparazione adeguata per affrontare questo tipo di situazioni.
Si, al di là di questo episodio, l'esperienza del g8 di Genova ha messo in evidenza che tra le forze di polizia c'è una cultura del gruppo e della violenza che travolge anche quei poliziotti che hanno chiaro il rispetto dei cittadini e della loro incolumità. Quello che voglio dire è che la polizia non ha una cultura del rispetto dei diritti fondamentali. Se ce l'avesse, anche di fronte al tifoso colpevole, non si lascerebbe andare a violenze di questo tipo. Non c'è alcuna giustificazione, la Polizia deve avere dei freni e garantire l'integrità fisica dei cittadini.

Soluzioni?
E' indispensabile un ripensamento critico di questi reparti di polizia. A partire dai superiori che devono avere il coraggio di denunciare abusi e violenze dei colleghi. Del resto Genova ce l'ha insegnato: spesso le truppe vengono indottrinate ed esaltate come se ci fosse una guerra, un po' quello che è accaduto l'altra sera. Del resto la violenza della polizia non si esprime soltanto allo stadio. Anche nei quartieri di periferia non c'è quasi più un filtro tra violenza delinquenziale e violenza della polizia. Del resto questi agenti vengono cresciuti, formati nell'educazione alla violenza. Occorre che il sistema delle forze di polizia organizzi dei corsi, una serie di azioni che siano in grado di arginare gli abusi.

Una violenza quotidiana insomma...
Si, anche negli arresti quotidiani, quando per esempio viene arrestato il presunto piccolo ladro o lo spacciatore di quartiere, assistiamo a veri e propri pestaggi. Qualche tempo fa un mio assistito arrestato per possesso di droga - pochi grammi di cocaina - era in cella in attesa del processo per direttissima. Ad un certo punto passa un poliziotto che peraltro nulla aveva a che vedere con quel caso, chiede ai colleghi che cosa avesse fatto il mio cliente e, senza dire nulla, gli molla un pugno violentissimo in pieno volto. Poi se ne va senza dire nulla. Un gesto del tutto gratuito.

E il suo cliente l'ha denunciato?
Ovviamente no.

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